Lavoratori coop a rischio esubero: ora scatta la protesta alla Borsieri

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Catello Tramparulo – FP Cgil

LECCO – Sono giunte al punto di rottura le trattative tra la Fondazione Sacra famiglia, titolare della struttura, la Cooperativa Kcs Caregiver (per la quale lavorano i 27 del personale infermieristico) e le organizzazioni sindacali sul caso dei 27 dipendenti della Rsa Borsieri di Lecco che a fine mese rischiano di perdere il proprio posto.

Dopo l’incontro in prefettura dello scorso martedì, durante il quale la fondazione si è resa disponibile ad assumere il 50% del personale, “ma di ricollocarlo nella sede di Cesano Boscone, ovvero a circa 70 chilometri da Lecco, solo a condizione che la cooperativa di facesse carico della restante metà – denunciano i sindacati – Dall’altra parte, però, la cooperativa (assente all’incontro) ha fatto sapere della loro indisponibilità di ricollocarli”.
Per queste ragioni il tavolo dal prefetto si è interrotto e quindi sono partiti i presidi all’esterno della Rsa. Tutti i giorni, dalle 13 alle 15, un manipolo di dipendenti protesterà per questa decisione. “La verità è che nessuno vuole queste lavoratrici, si stanno proponendo soluzioni tutte impraticabili, mentre resta calpestato il loro diritto a restare semplicemente sul proprio posto di lavoro – afferma Catello Tramparulo, Fp Cgil –. Mercoledì abbiamo svolto l’ultima assemblea sindacale, quindi abbiamo deciso di partire con la mobilitazione”.
Nemmeno la presenza del presidente della Provincia Flavio Polano e dell’assessore lecchese ai Servizi sociali Riccardo Mariani, oltre alla padrona di casa Liliana Baccari, avrebbe smosso i rappresentanti della fondazione e della cooperativa. “Due muri di gomma – dicono dal sindacato – nessuna apertura, nessuna disponibilità a trovare soluzioni per evitare che 27 famiglie si ritrovino senza lavoro dal 1 luglio”.
“Abbiamo assistito a un vero e proprio rimpallo sulle responsabilità – prosegue Tramparulo –, ma la verità è uscita con estrema chiarezza: non esiste alcuna motivazioni normativa  o contrattuale che giustifichi la decisione di lasciare a casa i lavoratori. L’incontro in prefettura rafforza le nostre ragioni, siamo convinti che i licenziamenti oltre che illegittimi siamo moralmente inaccettabili. Continua il nostro appello alla società civile, perché non possiamo consentire che nel nostro territorio passi inosservata questa vergognosa vicenda”.