Lecco approva la convenzione, si va verso il Teleriscaldamento

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LECCO – Dopo Malgrate e Valmadrera, anche Lecco, a conclusione di un aspro confronto politico in municipio, ha approvato la convenzione che legherà per 35 anni i tre Comuni a Silea nella realizzazione del teleriscaldamento.

Rinviata di una settimana e un giorno dal precedente consiglio comunale, la decisione è stata messa ai voti martedì a Palazzo Bovara, in una serata aperta dalle proteste dei manifestanti di “Spegniamo il forno”, da mesi impegnati in una battaglia contro il faraonico progetto e per chiedere di fermare l’impianto di Valmadrera

“Attraverso i cortei e la raccolta firme, abbiamo ampiamente dimostrato la contrarietà della popolazione al progetto. Più volte abbiamo chiesto e ci è stato negato un dibattito pubblico per condividere con voi amministratori le criticità di un progetto fortemente impattante sul territorio” si legge nei volantini che i manifestanti hanno distribuito ai consiglieri comunali prima dell’inizio della seduta, mentre diversi uomini delle forze dell’ordine, tra agenti della Polizia Locale, Carabinieri e Digos, hanno presidiato l’aula.

Una battaglia sposata dai Cinque Stelle che con il consigliere Massimo Riva ha presentato un provvedimento per fermare l’iter del teleriscaldamento “fino a quando non sarà attivo il tavolo tecnico che avrebbe dovuto istituirsi otto mesi fa in Regione e mai partito, e finché non ne saranno resi noti gli esiti”, portando in aula anche cinque emendamenti per chiedere maggiori garanzie per i Comuni coinvolti nella convenzione e Silea, svincolandoli da eventuali obblighi di apporto di rifiuti all’impianto. Nessuna di queste proposte ha trovato il voto favorevole del consiglio, pur con sensibilità diverse nella minoranza.

Riva ha ricordato la situazione “di sovra-capacità impiantista della Lombardia” per presenza di inceneritori sul territorio regionale, dell’indagine epidemiologica ancora non conclusa e la mancanza di una ricognizione tra gli impianti di riscaldamento domestico “e un confronto qualitativo e quantitativo” rispetto all’alternativa del teleriscaldamento.

Un tema posto anche dal leghista Stefano Parolari:Non sappiamo a che prezzo lo avremo questo riscaldamento, se chi lo realizzerà attuerà convenienze verso gli enti pubblici e i privati di cittadini” oltre al fatto, ha sottolineato Parolari, “che si dovrà scavare in profondità di tre metri per sistemare le tubazioni, avremo un altro attraversamento e chi se lo ricorda sa di cosa parlo” e delle centraline che potrebbero essere installate in città.

Perché farlo? Secondo 5 Stelle e Lega il progetto serve solo ad allungare la vita dell’inceneritore, “la nostra ipotesi è che ad un certo gruppo di potere sarà venuta la tremarella pensando alla dismissione del forno” ha commentato  Parolari.

Ancora la Lega, con Cinzia Bettega, ha rilanciato la proposta di un referendum tra i cittadini di Lecco, Valmadrera e Malgrate per conoscere il parere delle tre comunità sul progetto.

Aumentiamo la Tari ma facciamo differenziare i rifiuti ai cittadini, mentre andremo a comprare tonnellate di rifiuti fuori provincia. C’è una contraddizione grande come una casa – ha sottolineato dalla sinistra il consigliere Alberto Anghileri – trent’anni fa aveva senso pensare al teleriscaldamento ma oggi siamo fuoritempo”

Per il centrosinistra, invece, Lecco è in ritardo rispetto ad altri territori ma può ancora cogliere questa opportunità: “Bruciamo ogni anno 8 milioni di euro di calore che buttiamo via – ha risposto dal Partito Democratico, Alberto Colombo – se l’impianto costa 40 milioni pochi anni ripagheremo l’investimento, creando dei benefici economici per il territorio. Quella di Valmadrera è una struttura efficiente e ci è riconosciuto a livello europeo”.

“Regione Lombardia ci ha dato i tempi per portare avanti questa operazione. Il tavolo è un’azione di controllo collaterale, non è stato attivato non per colpa del Comune di Lecco che non può rinunciare ad una pianificazione che dobbiamo rispettare – ha sottolineato sempre dai democratici il consigliere Elena Villa – Lo studio epidemiologico ha dato esiti confortanti, le emissioni del forno sono mille volte inferiori ai limiti consentiti”.

Ma la questione per parte della minoranza riguarda anche la scelta del project financing tra Silea e un’impresa privata del settore per la realizzazione del servizio, “che sposterà il centro delle decisioni fuori dai comuni” ha detto Massimo Riva.

Ancor più determinato l’intervento di Alberto Negrini: “Firmiamo una delega verso terzi che bypassa il Comune, stasera si concede un’autorizzazione ad annullare le prerogative del Consiglio Comunale, rinunciamo al controllo analogo. Votiamo la nostra esclusione, noi che dovremmo rappresentare i cittadini”.

“Noi siamo eletti dai cittadini e noi dobbiamo decidere per conto dei cittadini” ha replicato la consigliera ‘dem’ Villa che ha riferito come “i cittadini siano mal informati perché bombardati di informazioni allarmistiche”.

“Non votiamo il progetto ma la convenzione con cui affidiamo il progetto, chiedendo a Silea di smettere di sprecare delle risorse – è intervenuto sempre dai banchi della maggioranza, Stefano Citterio – e a chi realizzerà il partnerariato chiederemo che l’impianto non utilizzi solo i rifiuti ma anche fonti non fossili”.

Se il PD si è mostrato compatto sul voto, diverse sono state le posizioni dell’opposizione, con Forza Italia e Noi con l’Italia (ex Ncd) che si sono astenute, smarcandosi dalle altre forze di minoranza, con il voto favorevole del forzista Emilio Minuzzo:

“Il Teleriscaldamento è già stato realizzato da altre parti con risultati stupefacenti – ha ricordato il neo consigliere – il comitato di rappresentanza dei cittadini ha dato il suo contributo, ma c’è una maggioranza silente degli oltre 7 mila cittadini coinvolti nel progetto, a fronte di poco più di 270 firme raccolte”.

Il sindaco Brivio, intervenuto personalmente presentando gli emendamenti della giunta, ha bollato come “vergognose” le “ricostruzioni di parte”, “contraddicono votazioni – delle amministrazioni che partecipano a Silea – che hanno visto convergere parti politiche diverse, anche di centrodestra”.

“Si sta facendo disinformazione – ha insistito il sindaco – si disegnano scenari apocalittici, ma andiamo a Como, a Monza, per conoscere chi ha fatto altrove il teleriscaldamento. Non è una delega in bianco. E’ un atto di responsabilizzazione dei territori – ha proseguito Brivio – Falso dire che non ci sarà controllo sul progetto, seguiranno conferenze di servizio e diversi altri momenti di consultazione nelle fasi che per legge si porranno in questo percorso”.