Lecco. La strada più lunga? e la più breve? Viabilità e curiosità

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La rotonda dell’Ospedale in via dell’Eremo, una delle tante presenti in città

 

LECCO – 1989, Lecco: all’incrocio tra Via Besonda e Via Filanda viene realizzata una rotonda a precedenze interne. L’idea viene dal neo nato Ufficio Viabilità del Comune di Lecco, fondato da Beppe Bonfanti negli anni ’70. Si trattava della prima rotonda realizzata in Italia e nonostante l’accoglienza titubante da parte di automobilisti e addetti ai lavori, la comodità di quell’intersezione a raso tra strade fu in breve tempo evidente a tutti.

La storia delle rotatorie (rotonde, rondò) comincia in Inghilterra, a Londra. Proprio lì, ci ha raccontato Beppe Bonfanti, tra le mura del “suo” Ufficio Viabilità a Palazzo Bovara, si era recato in vacanza un gruppo di ingegneri francesi: “Girando per le strade londinesi si sono resi conto che il sistema della rotatoria funzionava davvero bene: gli automobilisti vi si immettevano dando la precedenza a sinistra, poiché lì hanno la guida a sinistra. Così tornati in Francia si proposero di introdurre questo sistema e nel 1958 inaugurarono il primo rondò. In seguito le rotonde vennero costruite in Svizzera mentre in Italia è stata Lecco a fare da apripista”.

Non senza polemiche, come ha ricordato Bonfanti: “L’allora sindaco Boscagli mi chiese se ero proprio sicuro di quello che stavo facendo… poi lui e gli altri capirono l’utilità di quell’introduzione, a partire dalla sicurezza”.

La maggior parte degli incroci, ci ha spiegato Bonfanti, era ai tempi semaforizzata: “Per dare un’idea, negli anni ’70 quando è nato l’Ufficio Viabilità, in città vi erano quattro semafori. Al tempo della prima rotatoria eravamo arrivati a 46. Con l’introduzione della rotatoria il numero degli incroci semaforizzati si ridusse, oggi ne calcoliamo una ventina in tutta la città”.

Parlando di semafori, abbiamo scoperto che tra le intuizioni dell’Ufficio Viabilità di Lecco vi è la realizzazione di tipi di semafori dotati di impianto sonoro per aiutare i non vedenti ad attraversare, che si diffusero poi un po’ in tutto lo stivale. “A chiedermelo fu un amico, cieco. Così studiammo il sistema del cicalino che cominciava a suonare quando scattava il verde, che diventò poi il segnale di attraversamento per i non vedenti. Lavorammo insieme a una ditta di Sesto San Giovanni, la Busnelli, che faceva proprio i semafori. A Lecco oggi non sono numerosi quelli installati, ma in altre città d’Italia quasi tutti i semafori hanno il cicalino per i non vedenti”.

segnale d'obbligo_ostacolo da due latiMa non finisce qui, perché parlando con Beppe Bonfanti del lavoro dell’Ufficio Viabilità abbiamo scoperto che quello di Lecco è stato “autore” di un nuovo cartello stradale, con tanto di richiesta scritta al Ministero dei Trasporti e modifica del codice della strada. Parliamo del cartello tondo a sfondo blu che indica il passaggio consentito, per superare un ostacolo dal lato destro o da quello sinistro.

“La base sono stati i cartelli per aggirare l’ostacolo che indicano da che lato. Nel 1990, con il geometra Dell’Oro, abbiamo sviluppato questo nuovo segnale e inviato la bozza del cartello al Ministero dei Trasporti, chiedendo di valutarlo. Ci risposero in breve che sarebbe stato inserito nel nuovo codice della strada e così avvenne nel 1993”.

Insomma nel suo piccolo la città di Lecco ha contribuito molto alla viabilità stradale, “esportando” le proprie intuizioni. Una storia breve ma di certo ricca di curiosità!

Con l’aiuto dei dati dello stradario aggiornato dall’Ufficio Viabilità del Comune di Lecco proponiamo un’ulteriore curiosità, dedicata alle strade lecchesi, di cui abbiamo cercato di stilare una classifica considerando la strada più lunga, quella più corta, quella più larga e quella più stretta.

Per correttezza di informazione precisiamo che i dati resi disponibili dall’ufficio comunale sono aggiornati al marzo 2010.

 

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L’inizio di Corso Matteotti, in centro città

 

La strada più lunga in città risulta essere Corso Giacomo Matteotti che, coi suoi 1.410 metri, collega il centro porta a San Giovanni. Rimanendo a Lecco seguono per lunghezza Corso Promessi Sposi ad Acquate (1.300 metri) e Via Bruno Buozzi, nei pressi della discarica, 1.000 metri.

Il vero primato in termini di lunghezza nel territorio cittadino – e quindi ampliando lo sguardo fuori dal centro – va però a Via ai Poggi, che da Acquate porta in località Versasio, lunga ben 4.155 metri. Subito dopo si trovano, sempre ad Acquate, via per Erna – che collega le località Falghera e Costa – lunga 2.000 metri, a pari merito con Corso Emanuele Filiberto, che attraversa il rione di Maggianico. Al terzo posto invece c’è Corso Bergamo, 1.500 metri di lunghezza, che si estende tra Maggianico e Chiuso.

Tra le vie più corte classifica più difficile da stilare, vista la quantità di vicoli, viuzze, vie private e piazzette, soprattutto nel centro storico della città e nei suoi rioni.

 

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La brevissima via Montello, lunga soli 20 metri

 

Escludendo le vie pedonali, la strada più breve si trova proprio in centro città: si tratta di via Montello, 20 metri che collegano via Salvatore Sassi (quella del Comune) a via Alessandro Volta, per intenderci il breve tratto di strada su cui si affaccia il piazzale della stazione.

Al secondo posto citiamo tra le tante vie corte non pedonali, i 30 metri di Via Ca’ Marchetti, strada chiusa a Laorca, e al terzo i 37 metri di Largo Montenero, in prossimità del Liceo Grassi.

Da segnalare il caso di via Balilla, a Malavedo, tre metri di via chiusa dal cancello di un’abitazione.

Via Balilla
Via Balilla

 

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Uno scorcio di Viale Dante Alighieri, una delle strade più larghe di Lecco

 

Il primato è conteso anche tra le vie più larghe e strette: tra le vie più larghe citiamo viale Dante Alighieri e Largo Europa, 25 m, seguite dai 20 metri di via Marco d’Oggiono. Tante le vie comprese tra i 17 e i 20 metri di larghezza, tra cui Viale Adamello (17 m), via dell’Eremo (18 m) e via Magenta (18 m). Più sotto troviamo Via Montanara, 14 metri di larghezza e Corso Emanuele Filiberto (13 metri).

Tra le strade più strette infine rientrano i numerosissimi vicoli e stradine pedonali sperse nei diversi rioni, la più breve schedata nello stradario del 2010 è Via Bonaiti a Rancio, larga solo 1,50 metri.

 

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Via Bonaiti a Laorca