Lecco ricorda le vittime della strada. “Serve più prevenzione”

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LECCO – Una croce per ogni volto, tante quante le vittime della strada, troppe, quante le vite perse da uomini e donne, tragicamente strappati all’affetto dei propri cari: un corteo silenzioso, venerdì sera, le ha portate da piazza Garibaldi fin ai gradini della Basilica di San Nicolò, per un momento di ricordo e condivisione di un dolore incolmabile per chi, in un incidente stradale, ha perso un familiare, un amico, un legame.

E’ ancora una volta la Polisportiva Montemarenzo a farsi carico di questa iniziativa, la Via delle Croci. “Per l’undicesimo anno la percorriamo, perché non ci vogliamo arrendere – ha spiegato il cav. Angelo Fontana – non vogliamo arrenderci all’idea che eventi drammatici come questi siano solo frutto della fatalità. Al contrario pensiamo si possa fare molto per evitarli, è dovere di ognuno di noi impegnarsi affinché si riduca il numero di incidenti sulle strade, promuovendo la cultura della sicurezza”.

 

Non è il caso, ha insistito Fontana, spesso c’è irresponsabilità dietro tragiche morti, “quando al volante ci distraiamo guardando il telefonino, quando abbiamo bevuto e ci mettiamo alla guida, quando lo facciamo abbiamo smesso di mettere al primo posto il valore della vita”.

Ce lo dice anche Croce Castiglia: “Usare la macchina è come usare una pistola”. Ne ha fatta una battaglia la mamma di Matteo La Nasa, ventenne rimasto gravemente ferito nell’assurdo incidente del Caminetto, travolto da una vettura finita nel cortile del ristorante, e morto dopo 16 mesi di coma per i traumi riportati: Croce si è spesa in prima persona, unendosi ai famigliari delle altre vittime della strada, affinché venisse approvata la legge sull’omicidio stradale.

Angelo Fontana insieme a Croce Castiglia, mamma di Matteo La Nasa

 

“Con questa legge c’è stata una lieve diminuzione degli omicidi sulle strade, ora la gente capisce che deve avere più rispetto per la vita propria e per quella degli altri. E’ un processo graduale, così come è stato per la cintura di sicurezza, all’inzio nessuno la allacciava oggi invece tutti se la mettono. Ognuno capirà che usare l’automobile è una responsabilità grandissima verso se stessi e verso gli altri”.

Un’educazione che inizia dalle scuole e non a caso alcuni studenti del Fiocchi, del Bertacchi e del Liceo Grassi, hanno preso parte al corteo che è terminato con la messa recitata dal prevosto Franco Cecchin insieme al diacono Armando Comini. “La nostra Polizia Locale incontra ogni anno gli alunni – ha spiegato il vicesindaco Francesca Bonacina – anche il Piedibus è un modo, non solo per ridurre il traffico sulle strade, ma anche per insegnare ai bambini come ci si deve comportare sulla strada. I controlli da parte delle forze dell’ordine non possono mancare, ma la prevenzione non si fa solo con le multe”.

Le autorità riunite per la messa celebrata in piazza Cermenati

 

Un concetto ribadito anche dal comandante della Polizia Locale, Franco Morizio, che nel suo intervento si è rivolto proprio a ragazzi. Alla manifestazione sono intervenuti anche Flavio Polano, presidente della Provincia, Marcella Nicolatti della Prefettura, Pietro De Angelis, vicecomandante della Polstrada, e Roberto Toldo, comandante dei Vigili del Fuoco.

Mons. Franco Cecchin celebra messa in ricordo delle vittime della strada

 

Nel frattempo, la conta dei morti sulle strade lecchesi, anche nel 2017,  non si ferma: l’ultima vittima nella penultima domenica di aprile, è il sondriese Luciano Fascendini, morto a Taceno nello schianto della sua moto contro una Fiat Cinquecento. La sua morte si aggiunge a quella Matteo Pigazzi, 16enne di Primaluna, scomparso lo scorso marzo anch’esso in un incidente in moto, come il 15enne Mattia Fagioli di Varenna, a cui è toccata la stessa sorte il 12 aprile scorso. Morto in strada anche l’agente Francesco Pischedda, della Polstrada, a febbraio, precipitato da un cavalcavia a Colico insieme al malvivente che stava inseguendo.