Lettera. “Sviluppo turistico nel lecchese, ne siamo sicuri?”

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scrivere-letteraLECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

“Gentile Direttore,

l’estate volge ormai al termine, e vorrei condividere alcune considerazioni su come il nostro territorio vive il periodo di maggior afflusso di vacanzieri. Premetto che il mio punto di vista è quello di residente in un paese sulla sponda orientale del ramo di Lecco, nelle immediate vicinanze del lago.
Strutture e Infrastrutture

Anno dopo anno è in continuo aumento il numero di persone che nella bella stagione trascorrono le giornate nel nostro territorio. Purtroppo però i paesi che si affacciano sul lago pagano a caro prezzo il loro essere “incastrati” in una sottile striscia fra acqua e montagna: lo spazio a disposizione per realizzare strade, marciapiedi, parcheggi e soprattutto spiagge è veramente ridotto, e quel che si poteva fare è stato ormai in buona parte fatto.

E’ evidente come già da qualche anno le nostre zone siano sovraffollate per buona parte della stagione estiva, con tutte le conseguenze del caso non solo per i vacanzieri ma anche e soprattutto per chi in queste zone risiede (traffico congestionato, parcheggi inesistenti etc.). Nel contempo però le amministrazioni continuano a mettere in cantiere progetti definiti di “valorizzazione” del territorio, di fatto finalizzati al richiamo di ulteriori visitatori.
Da qui nasce la mia prima domanda: ha senso che le nostre amministrazioni investano ancora in opere che possono generare ulteriore afflusso di persone quando è già evidente che il “limite di capienza” delle nostre zone viene regolarmente raggiunto e superato?

Non conviene forse prioritariamente investire risorse nel tentativo di migliorare, e soprattutto razionalizzare, quanto già esiste semplificando così la vita tanto a chi viene da fuori quanto a chi vive nei paesi interessati?

Regole e educazione

Ogni luogo ha le sue regole da rispettare. Alcune di esse sono scritte, alcune invece fanno parte di quella cosa sempre più rara chiamata “educazione” o “buon senso”. Da questo punto di vista vivere nelle immediate vicinanze del lago diventa un’esperienza poco piacevole, in quanto per tutta la stagione estiva si è spettatori di continui episodi di inciviltà. Abbandono di rifiuti di ogni genere e specie, viottoli e spiagge non gestite trasformati in gabinetti improvvisati, strade e accessi alle case ostruiti da macchine in divieto di sosta, intrusioni di estranei nelle proprietà private e via così.

Le amministrazioni comunali, quando interpellate su questo tema, normalmente giustificano il fenomeno parlando di “carenza di personale” addetto alla vigilanza e -più in generale – di strutture non adeguatamente dimensionate per accogliere un così elevato flusso di persone. In effetti i parcheggi, i servizi igienici, i servizi di polizia locale etc. sono strutturati per far fronte alle esigenze della popolazione normalmente residente, e non tengono conto della problematica che si crea quando la popolazione raddoppia o triplica in occasione delle giornate estive. Chiedo quindi, riallacciandomi anche al punto precedente: non è possibile che le amministrazioni locali focalizzino i loro sforzi, magari in modo temporaneo limitatamente alla stagione estiva, sul potenziamento dei vari servizi a tutela dell’ordine pubblico, del decoro e della viabilità? E chiedo inoltre: a chi spetterebbe la pulizia e la manutenzione di tutte le spiagge non attrezzate / non gestite? Al momento risultano essere terra di nessuno sotto tutti gli aspetti…

Lario sicuro?

Ogni anno all’inizio della stagione estiva viene pubblicizzata l’operazione “Lario Sicuro”. Da comune cittadino mi chiedo che senso abbia propagandare tale operazione quando in molti casi si ignorano le più elementari regole del buon senso e della prevenzione.

Mi riferisco ad esempio a quanto accaduto in data 2 giugno quando un ragazzo è annegato davanti al pontile di Abbadia, riportato a galla dopo 40 minuti da due sommozzatori “privati” prelevati al Moregallo e portati in loco grazie a un’ottima iniziativa dei Carabinieri. E’ possibile che con migliaia di bagnanti sul nostro lago in caso di necessità si debbano attendere i sommozzatori dei VVFF che partono da Milano? E’ così improponibile il distaccamento temporaneo di alcuni sommozzatori sul lago in occasione delle giornate estive?

Oppure mi riferisco ai pontili di attracco pubblici, realizzati per consentire ai diportisti di scendere a terra, che sono regolarmente invasi da bagnanti dediti ai tuffi nonostante i chiari divieti. Non è forse potenzialmente molto pericolosa la presenza di motoscafi in movimento al fianco di persone che nuotano o si tuffano? Eppure il fenomeno, noto a tutti, è ampiamente tollerato e non è oggetto di alcun intervento di prevenzione. Non parliamo poi del pontile di attracco realizzato al Parco Chiesa Rotta di Abbadia, posizionato pochi anni or sono proprio in mezzo alla zona di balneazione. Una scelta quantomeno inopportuna, per non definirla in altro modo…

Non converrebbe forse lavorare di più sulla prevenzione sistemando le numerose situazioni di pericolo che sono sotto gli occhi di tutti?

Turismo: opportunità per il territorio?

Concludo con una riflessione sul tema del turismo inteso come risorsa per l’economia locale. A mio parere ben difficilmente arriverà il giorno in cui il nostro territorio potrà considerarsi veramente turistico, ma non tanto per la nostra mentalità quanto semmai per il tipo di turista che fisiologicamente sceglie le nostre zone. Siamo troppo vicini alla Brianza e a Milano, siamo e saremo sempre interessati dal turismo mordi e fuggi, della gita fuori porta, che alle nostre zone lascia ben poco (anzi quasi nulla) in termini di opportunità economica.

Se ne facciano una ragione quelli che accusano lecchesi e “lagheè” di non essere capaci di spingere il turismo… a sentire albergatori e ristoratori della zona il pane quotidiano arriva ancora grazie alle aziende e ai loro visitatori!

Mi scuso per la lunghezza dello scritto e mi auguro che possa esser preso nel giusto senso, ovverosia come stimolo per delle riflessioni che i nostri amministratori inevitabilmente prima o poi dovranno affrontare nell’interesse del territorio e di tutti coloro che lo frequentano”.

Un cordiale saluto

G. C.