“Liberi di respirare”, alla Leuci il presidio contro l’amianto

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Il presidio del GAM contro l'amianto alla Leuci nel 2018, ora il fabbricato è stato bonificato

LECCO – “Fino a due anni fa non si parlava dell’amianto a Lecco, ora il tema è finalmente d’attualità e siamo qui oggi per ricordare ai cittadini cosa è loro diritto fare in caso entrassero in contatto con questa problematica, ancora troppo sottovalutata”.

Cinzia Manzoni

 

E’ Cinzia Manzoni, del Gruppo Aiuto Mesotelioma Lecco, a parlare nel giorno del presidio contro l’amianto organizzato presso lo stabile della Leuci in via XI febbraio. Diversi i cittadini presenti, tanti con una simbolica mascherina davanti alla bocca. Sul cancello chiuso dell’ex ditta, interessata dal problema dell’amianto un lenzuolo con la scritta “Basta amianto, liberi di respirare“.

Sono passati quasi due anni dal primo esposto presentato dai residenti al Comune di Lecco per la presenza d’amianto su gran parte del tetto dell’edificio. Ancora nulla però, come ricordato da diversi di loro, è stato fatto. “Noi siamo stanchi di sentire cose e di non vederle accadere, tocca alla politica intervenire e speriamo questa volta in maniera concreta. A giugno – ha ricordato una residente – scadrà l’anno dall’ordinanza emessa dal sindaco Brivio per la bonifica: dubitiamo fortemente che entro quel termine l’amianto, presente su oltre 5 mila metri di superficie dello stabile Leuci, venga rimosso dai proprietari. Allora cosa si farà? Ci penserà il Comune? Dovremo aspettare ancora? Vogliamo risposte e fatti”.

Al presidio erano presenti anche diversi volti della politica lecchese, dall’assessore ai Lavori Pubblici Corrado Valsecchi, alcuni consiglierei comunali, Raffaele Straniero del PD, la pentastellata Mary Fogli.

Ricordando come ad oggi non esista ancora una mappatura aggiornata sulla situazione dell’amianto a Lecco Cinzia Manzoni, portavoce del Gruppo Aiuto Mesotelioma, ha invitato tutti i cittadini a parlare del problema e a rivolgersi allo Sportello Amianti in caso di dubbi: “Abbiamo dei diritti, bisogna conoscerli e bisogna farli valere – ha dichiarato – non basta vivere il dramma di chi si ammala per l’amianto, bisogna aggiungerci la preoccupazione di dover venire in qualche modo ‘risarciti’ e di non vederlo accadere”.

“E’ vero – ha continuato – non esiste una legge che obblighi i proprietari degli stabili alla bonifica ma in caso di deterioramento evidente come in questo e in molti altri casi si può agire. I cittadini possono fare esposti, possono accendere i riflettori su un problema ancora troppo sottovalutato: parlatene, continuate a farlo, non lasciamo che questa cecità continui” ha concluso Manzoni.

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