Liceo Grassi. Tre studenti al lavoro per ripensare il futuro

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LECCO – Una rappresentanza del liceo Grassi in trasferta a Bologna per partecipare alla maratona della creatività. Venerdì 19 e sabato 20 gennaio, nella prestigiosa cornice del palazzo re Enrico di Bologna, si è tenuto l’Hackathon 20.30.

L’iniziativa fa riferimento all’Agenda Onu 2030, vale a dire gli impegni e le sfide che ci attendono da qui ai prossimi anni (il 2030, appunto): fame, parità tra i sessi, vita sulla Terra, consumo responsabile. Sfide che dai ragazzi sono state affrontate di petto, con serietà ma anche con entusiasmo. Consapevoli che le cose si possono cambiare, se affrontate una alla volta, con metodo e impegno.

La kermesse bolognese, nell’ambito di Futura, l’evento organizzato dal Ministero per celebrare il secondo anniversario del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale), era riservata agli studenti vincitori degli scorsi Hackathon. Il liceo Grassi, che può vantare ben 3 vincitori passati, ha partecipato ai lavori, unica scuola lecchese e tra le poche scuole lombarde presenti.

Gli spazi di Palazzo Re Enzo e tutto il centro di Bologna sono diventati una grande “scuola digitale” dove raccontare i progetti già realizzati e pensare insieme le attività per il futuro.

In particolare, l’Hackathon a cui hanno partecipato tre studenti del liceo musicale – Mathilde Gallois e Stefano Scognamiglio di terza, Annika Boras di quarta – si è svolto venerdì 19 tutto il giorno, fino a notte fonda, e il 20 mattina; alle ore 14, poi, c’è stata la presentazione dei vari progetti.

“Io mi sono occupata di vita sulla Terra – racconta Mathilde – che è l’obiettivo numero 15 dell’Agenda 2030; insieme a ragazzi provenienti da tutta Italia abbiamo lavorato sodo, ma la fatica non si sentiva, tanto era l’entusiasmo che ci animava. In più, tutti i partecipanti erano vincitori delle scorse maratone, per cui gente motivata e senza la minima intenzione di perder tempo”, conclude la ragazza.

Stefano, invece, si è concentrato sull’obiettivo 12, vale a dire consumo e produzione responsabile. “Abbiamo progettato un cestino dei rifiuti sotto il quale c’è una bilancia digitale, che pesa gli scarti prodotti dal nucleo familiare. Il massimo consentito è 1,3 kg a testa: superato il limite, arriva una notifica sul cellulare grazie ad un’apposita app”, spiega il giovane. Che prosegue: “Se una famiglia non tocca il tetto massimo per 3/4 dell’anno, scattano vantaggi fiscali sulla tassa dei rifiuti”. Una sorta di riduzione legata al merito, quindi, che potrebbe aiutare a una maggiore attenzione ad un tema ancora troppo trascurato.

Annika, infine, si è occupata di cambiamenti climatici, l’obiettivo numero 13 dell’Onu. “Abbiamo pensato che la chiave fosse la sensibilizzazione e la conoscenza, a scuola ma non solo. Per questo abbiamo lavorato su due fronti: la Giornata Nazionale del Clima, rivolta soprattutto alle scuole primarie, in cui gli studenti delle superiori hanno il compito di preparare workshop e approfondimenti, e l’istallazione nelle grandi città di maxischermi che, con l’ausilio delle tecnologie più moderne, misurano l’inquinamento dell’aria”.

Sul totale di 14 gruppi, sono stati premiati i primi 7 (“tra cui il mio gruppo”, precisa con comprensibile orgoglio Stefano), che hanno avuto l’onore di esporre il progetto. Hanno vinto i ragazzi che hanno progettato una scuola autosufficiente dal punto di vista energetico, che otterranno un finanziamento del MIUR e voleranno a Dubai per una kermesse internazionale su questi temi.

“Si è trattata di un’esperienza estremamente positiva – chiosano concordi i tre studenti del Grassi – che ci ha consentito di interagire con ragazzi di vari provenienza e, soprattutto, di conoscere problematiche nuove e di riflettere su temi di straordinaria rilevanza”.

Ancora una volta, quindi, il liceo lecchese si dimostra all’avanguardia nel formare cittadini responsabili, che avranno a cuore il futuro del loro Paese e dell’intero pianeta.