Lucrezia Ricchiuti, senatrice anti-mafia, si racconta ai lecchesi

Tempo di lettura: 2 minuti

Tentori - Riucchiuti

LECCO – E’ stata per dieci anni tra i banchi dell’opposizione a Desio, Comune finito nel 2010 al centro dell’inchiesta “Infinto” sulle infiltrazioni dei clan della ‘ndrangheta nel nord d’Italia, un decennio che Lucrezia Ricchiuti ha vissuto in trincea, tra denunce e battaglie, proseguite anche dopo la vittoria alle amministrative e la nomina a vicesindaco della cittadina.

Eletta senatrice nelle ultime elezioni tra le fila del PD e divenuta membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie, Lucrezia Ricchiuti ha raccontato la sua esperienza ai lecchesi nell’incontro sulla legalità promosso dal Comitato Lecco per Civati, impegnato in questi giorni in vista delle primarie di domenica.

“Quello che più si prova quando si combattono battaglie come questa è un senso di solitudine – ha spiegato la senatrice – perché gli amministratori sono persone come voi, con una famiglia e la paura di mettere in pericolo i propri cari”.

Diverse sono state infatti le intimidazioni subite e denunciate dalla parlamentare, sia nel periodo in cui era semplice consigliere, sia dopo l’elezione a vicesindaco.

“Tutti sapevano della forza che avevano acquisito queste persone ma nessuno faceva nulla – ha proseguito – perché quando un clan si trasferisce al nord tenta di ricreare le condizioni in cui operava nella sua area di origine e fin dagli anni 80 sono riusciti ad entrare in politica. Tra le loro fila non c’erano solo ‘ndranghetisti, ma anche assessori, professionisti brianzoli che avevano deciso di chiudere un occhio o guardare altrove”.

Lucrezia Ricchiuti ha ricordato l’incendio all’ufficio tecnico del Comune “per far sparire carte compromettenti”, le difficoltà nel riuscire ad prendere visione di documenti richiesti come consigliera di minoranza e ottenuti solo dopo essersi fatta accompagnare agli uffici dai carabinieri. “La storia delle mafie al nord non è cosa recente, ma è antica” ha sottolineato.

Un concetto ribadito dall’onorevole Veronica Tentori, che ha accolto la senatrice nella sala conferenze di Palazzo Falck:
“C’è chi pensa che il fenomeno non riguardi il nostro territorio, invece anche a Lecco conosciamo bene la vicenda del clan dei Coco, che dagli anni ’90 ha scelto la nostra città per radicare la propria attività. Per non parlare delle recenti notizie di cronaca riguardo a quanto accaduto nel campo dell’edilizia – ha spiegato l’on. Tentori – Tutto questo influisce profondamente sull’economia del territorio, che nell’attuale periodo di crisi rischia di essere ancora più vulnerabile alle infiltrazioni mafiose”.

Nel mirino della parlamentare lecchese anche le frodi in campo agroalimentare, verso le quali si è recentemente mossa anche la Coldiretti con manifestazioni in difesa del made in Italy:

“Un’illegalità pericolosa non solo per gli altri operatori economici – ha denunciato la Tentori – ma che può mettere a repentaglio anche la salute dei consumatori”.