“L’uomo delle parole incrociate”, Giorgio Spreafico svela una Lecco inedita e dimenticata

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Gianfranco Scotti e Giorgio Spreafico

LECCO – “Verticali, come le montagne. Orizzontali, come il lago”. Si intitola “L’uomo delle parole incrociate” l’ultima fatica di Giorgio Spreafico. Nel pomeriggio di ieri, giovedì, il giornalista esperto di montagna e scrittore ha presentato il suo ultimo libro a Palazzo del Commercio, nell’ambito di Leggermente Off.

Un libro che mette un po’ di ordine nella storia dell’enigmistica mondiale ma, soprattutto, riportare alla luce vicende storiche cadute nelle oblio accendendo i riflettori sulla figura del lecchese Giuseppe Airoldi, impiegato comunale e inventore delle parole incrociate.

La scena si svolge in una Lecco di fine Ottocento e la vita di Airoldi si intreccia con quelle dei personaggi che hanno fatto la storia della città, Ghislanzoni, Ponchielli, Gomes, Cermenati, Stoppani… “Verticali, come le montagne. Orizzontali, come il lago” così sono state concepite le parole incrociate, indicando prima la Corna di Medale e poi il golfo di Lecco, dal sagrato di una basilica che non aveva ancora il suo campanile.

Un libro pieno di curiosità e aneddoti che squarcia il velo su un pezzo di storia di Lecco che in pochi ricordano: la nostra città, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, è stata la capitale degli enigmografi. Con la partecipazione di Gianfranco Scotti che ha letto alcuni brani del romanzo, Spreafico è riuscito creare curiosità nel pubblico promettendo un vero e proprio viaggio fatto di scoperte, pagina dopo pagina, alla ricerca di tracce che sono ancora visibili nella Lecco moderna.