Mandello e il 25 Aprile: “Tanti eroi ci hanno consegnato il futuro”

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MANDELLO – In mattinata l’omaggio ai caduti con una delegazione del Comune e delle associazioni combattentistiche e d’arma presso le lapidi e i monumenti in loro ricordo, poi il corteo che da piazza Leonardo da Vinci – aperto dal corpo musicale mandellese – ha raggiunto il cimitero del capoluogo e lì la messa celebrata dal parroco del “Sacro Cuore”, don Pietro Mitta, seguita dal discorso ufficiale del sindaco. Così Mandello ha celebrato oggi il 25 Aprile, anniversario della Liberazione.

Introducendo la celebrazione eucaristica, il sacerdote ha esortato “a vivere e ad accogliere i valori della vita, della solidarietà e della pace”, non mancando di sottolineare come “il 25 aprile del ’45 ha significato, per chi l’ha vissuto, guardare avanti con più fiducia e con speranza”.

Don Pietro ha quindi insistito sul concetto di operare in ogni campo “con umiltà e spirito di servizio”, prima di auspicare che “ciascuno, radicato in Cristo, possa costruire un mondo di pace”.

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Nel suo discorso seguito al rito eucaristico e alla benedizione impartita dal parroco, il sindaco Riccardo Fasoli non ha esitato a definire il 25 aprile 1945 “la data simbolo del risveglio della coscienza nazionale e del riscatto morale e civile dopo un periodo buio per gli italiani”.

“Nel preparare il mio discorso – ha detto Fasoli, al suo primo 25 Aprile con la fascia tricolore di sindaco di Mandello – ho fatto più volte visita  a questo monumento. Rappresenta un partigiano morente mentre in un ultimo sforzo alza la fiamma della libertà, conquistata con grandi sacrifici. In questo partigiano vedo trasfigurata la nazione intera, reduce da una dittatura e da una guerra che ne hanno minato lo spirito, ma che, seppur esausta, mantiene alta la fiamma che rappresenta il proprio futuro di libertà, democrazia, giustizia e pace”.

“Tanti eroi – ha poi aggiunto – hanno dato la vita per consegnare a noi questo futuro, in azioni di guerra partigiana o a seguito di rappresaglia, delazioni o tradimenti. Centinaia di migliaia di soldati vennero rinchiusi nei campi di concentramento per il rifiuto, dopo l’8 settembre, di combattere o di lavorare per l’esercito tedesco. Altri affrontarono la  morte nelle isole greche o nei Balcani per restare fedeli alla patria. A loro dobbiamo affiancare gli eroi che salvarono vite umane, dando rifugio a partigiani ed ebrei”.

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“Non ci abbagli però – ha proseguito il primo cittadino – la volontà di trovare tra noi, tra i partigiani o tra i giovani soldati partiti verso i fronti, dei vincitori o dei vinti. Questa volontà ha scavato un fossato tra gli italiani difficile da colmare. Oggi possiamo riconoscere che nella lotta  partigiana vi furono, accanto ai tanti  eroismi personali e ai tanti straordinari atti di generosità, anche gravi episodi di violenza e colpevoli reticenze. Ciò non muta il giudizio storico sulle forze che consentirono al Paese di riconquistare la sua indipendenza e la sua dignità”.

Avviandosi a concludere il proprio discorso e dopo avere invitato “a guardare al presente e al  nostro agire quotidiano” e a chiedersi “quanto impegno, quanta solidarietà o sacrificio per la comunità e per la democrazia ci sono nella nostra vita”, Riccardo Fasoli ha detto: “I nomi  su questo e sugli altri monumenti cittadini, sulle troppe lapidi del nostro territorio e anche su alcune lontane da Mandello ci ricordano quanti mandellesi hanno perso la vita per la libertà. Il 25 aprile ricorda la libertà conquistata ma anche la nostra responsabilità. La vera commemorazione è vivere con senso civico, rispetto e partecipazione tutti i liberi giorni che qualcuno, 71 anni fa, ci ha donato”.

DI SEGUITO, NEL SERVIZIO FOTOGRAFICO DI CLAUDIO BOTTAGISI, LE IMMAGINI DEL CORTEO E DELLA CERIMONIA DEL 25 APRILE A MANDELLO