Mandello, i 5 Stelle: “L’Amministrazione vive nel paese di balocchi”

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MANDELLO – “Oggi a Mandello i commercianti riceveranno una lettera in cui il sindaco, Riccardo Fasoli, spiegherà che sull’area Cortesi non sorgerà un centro commerciale ma soltanto un medio supermercato! Secondo il primo cittadino non verranno venduti elettrodomestici e giocattoli ma solo alimentari, frutta e verdura, con l’aggiunta di una nuova farmacia. In pratica, secondo Fasoli, roba di poco conto. I negozianti di Mandello, insomma, stiano tranquilli, non subiranno alcuna concorrenza”.

Comincia così la nota inviata alla stampa da Aldo Gallo, Flavio Angeli, Giuseppe Iovino e Maurizio Scola, attivisti del Movimento 5 Stelle di Mandello.

“Qualcuno dovrebbe però spiegare al sindaco e anche alle opposizioni in consiglio comunale – continuano i pentastellati – che il danno derivante dal nuovo insediamento commerciale potrebbe essere di natura sociale. L’ubicazione periferica della distribuzione alimentare, con il rischio di chiusura di qualche altro supermercato ubicato in centro e anche di piccole botteghe, impoverirebbe di fatto i quartieri e potrebbe mettere in seria difficoltà persone anziane con problemi di mobilità e alle quali diventerebbe difficile  acquistare anche un semplice litro di latte e una michetta”.

“E’ chiaro e palese – aggiungono Gallo, Angeli, Iovino e Scola – che l’amministrazione comunale mandellese vive nel “paese dei balocchi”, ignara delle esperienze negative evidenziate da tantissimi comuni italiani, dove la grande distribuzione ha spazzato via le piccole botteghe, trasformando i rioni in isolati dormitori”.

“Il vero problema – concludono – è di natura sociale. Bisogna ripopolare le piazze con avvenimenti e manifestazioni diurne che possano creare movimento di persone, quindi possibilità commerciali ai pochi esercenti che sopravvivono. Ma a Mandello il vicesindaco, delegato al commercio, sventola orgogliosamente un nuovo regolamento che disciplina i mercati, senza capire che non c’è bisogno di nuove regole e di nuova burocrazia bensì di sostanza”.