Mandello: i 90 anni di Lozza, una vita tra Cai, artigiani e fotografia

Tempo di lettura: 5 minuti
Nino Lozza taglia sabato 8 agosto il traguardo dei 90 anni.
Nino Lozza taglia sabato 8 agosto il traguardo dei 90 anni.

 

MANDELLO – “Dalla ricostruzione del rifugio Elisa all’impegno per far conoscere a tutti le sue belle montagne, dall’esecuzione della segnaletica su tutti i sentieri delle Grigne a propugnatore della scuola di alpinismo “Gino Carugati” e dello Sci Cai Mandello. Nino Lozza è l’anima dell’azione sezionale. Ha fondato la prima scuola di comportamento in montagna in Italia per giovani dai 6 ai 12 anni ed è presente da sempre nella squadra di Soccorso alpino. Ricercatore e collezionista di minerali, è assertore intransigente del rispetto dovuto alla natura”.

Così si legge sull’Antologia alpinistica mandellese data alle stampe dal Cai Grigne di Mandello nel 1974 in occasione del cinquantesimo di fondazione della sezione. La “scheda”, che nel capitolo dedicato ai “soci animatori” si aggiunge a quelle di Franco Vercelloni e Carlo Cesana, racconta Antonio “Nino” Lozza, il cui nome si lega in effetti a filo doppio al Cai e alla storia del sodalizio mandellese fondato nel 1924.

Sabato 8 agosto Lozza compie 90 anni. Un traguardo importante in un percorso di vita che lo ha visto attivamente impegnato su più fronti, non soltanto all’interno del Cai.

E’ stato ed è tuttora un grande appassionato di fotografia, Lozza. E ben noto è anche il suo legame con il territorio, il lago e, appunto, la montagna.

Da sempre vicino al mondo dell’artigianato, ha ricoperto cariche di responsabilità all’interno dell’Anap, l’associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi degli anziani e dei pensionati di Confartigianato.

Il Cai Grigne, di cui Nino Lozza fu presidente dal 1974 al 1978, occupa in ogni caso un posto… in prima fila nei ricordi di Nino Lozza. Ci sono, in particolare, una data e un evento impressi nella sua memoria. E’ il maggio 1963 e quell’anno il Club Alpino Italiano celebrava il centenario di fondazione.

 

Maggio 1963: il Cai Grigne di Mandello consegna a Papa Giovanni XXIII la teca contenente una piccozza. Si riconoscono Nino Lozza, l’allora sindaco Antonio Tagliaferri e Giovanni Zucchi. Di spalle don Luigi Bianchi.
Maggio 1963: il Cai Grigne di Mandello consegna a Papa Giovanni XXIII la teca contenente una piccozza. Si riconoscono Nino Lozza, l’allora sindaco Antonio Tagliaferri e Giovanni Zucchi. Di spalle don Luigi Bianchi.

 

Per l’occasione la sezione Grigne – costituita nel 1924 – organizzò un viaggio a Roma che prevedeva anche un’udienza in Vaticano da Papa Giovanni XXIII ottenuta grazie all’interessamento di don Luigi Bianchi, socio e cappellano del sodalizio, per lunghi anni prevosto a Gera Lario (guidò quella parrocchia dal 1956 al 2006), scomparso all’inizio del 2015 all’età di 93 anni.

A quella trasferta parteciparono ben 130 mandellesi. Tra loro vi erano il presidente del Cai Grigne Nilo De Battista (a lui sarebbe subentrato quello stesso anno Ezio Fasoli), il sindaco di Mandello Antonio Tagliaferri, il responsabile delle guide alpine Giovanni Zucchi e Nino Lozza.

“Quella con il Papa – ricorda Lozza – fu l’ultima udienza concessa dal pontefice, da tempo malato e che sarebbe morto soltanto un paio di settimane dopo. Al Santo Padre donammo una piccozza argentata con incisa la scritta “Cai Mandello”. Il Papa la apprezzò e attualmente quella piccozza è custodita presso il museo allestito a Sotto il Monte, nella casa natale di Papa Giovanni”.

A Villa Monastero di Varenna nel 2013 con l’ultranovantenne Jack Steinberger, statunitense, premio Nobel per la fisica nel 1988.
A Villa Monastero di Varenna nel 2013 con l’ultranovantenne Jack Steinberger, statunitense, premio Nobel per la fisica nel 1988.

“Ricordo che il Papa – aggiunge – si rivolse a me, mi mise una mano su una spalla e mi disse di conoscere bene le nostre montagne e in particolare le Grigne. Fu una grande gioia incontrarlo, un’emozione che il tempo non ha cancellato”.

Nei ricordi di Nino Lozza vi è anche un’altra data: il 26 aprile 1976. Quel giorno Giovanni Spagnolli, presidente del Senato, già ministro della Repubblica e negli anni Settanta presidente del Cai centrale, partecipò a Mandello – con un’ottantina di delegati provenienti da tutta la Lombardia – al convegno regionale del Cai ospitato a Pramagno, dove oggi sorge il centro sportivo comunale.

“Arrivò in paese su un’auto blu – ricorda Lozza, che appunto due anni prima aveva assunto la presidenza del Cai Grigne subentrando a Ulisse Guzzi – su cui vi era la bandiera azzurra del Senato. Con lui, soltanto l’autista”.

“Avevo conosciuto Spagnolli nel ’75 a Salò in occasione proprio dell’annuale convegno regionale del Cai – spiega – e così l’avevo invitato a Mandello per l’anno successivo. “Il posto è molto bello”, gli disse il suo segretario. Chissà, forse fu proprio quella frase a convincerlo. Fatto sta che a Pramagno quel giorno di fine aprile di quasi 40 anni fa ebbi l’onore di ospitare quell’illustre esponente politico. Fu un vero onore, lo ripeto, e tra l’altro quel giorno la Grigna si mostrò a lui e a tutti i convegnisti stupendamente imbiancata per via di una fitta nevicata”.

Vi sono altri aneddoti nella testimonianza di Lozza riferita a quell’appuntamento mandellese. “A Pramagno mangiammo alborelle tutti insieme in un clima di grande cordialità – ricorda – e con noi c’era anche l’allora sindaco di Mandello, Mario Sforza”.

Finito il convegno, il senatore Spagnolli andò a casa di Lozza e visitò la sua collezione di minerali. “Ne rimase entusiasta e apprezzò moltissimo ciò che ebbe modo di vedere – dice l’ex presidente del Cai – e io gli donai un bel quarzo della Val Malenco”.

Per Nino Lozza quel 26 aprile del ’76 fu insomma una giornata da ricordare. “Rividi il senatore Spagnolli l’anno successivo a Legnano sempre in occasione di un evento del Cai – spiega – e fu un piacere, per me, tornare a incontrarlo. E lui non aveva dimenticato Mandello e la Grigna imbiancata”.

Lozza ha avuto poi un ruolo importante nella storia della squadra di Soccorso alpino del Cai, nata ufficialmente nel 1956 e della quale fu inizialmente vicecapogruppo (a guidarla era Tullio Venini).

Fu proprio Lozza, sul finire degli anni Settanta, a ritirare il premio di bontà “Viettone” assegnato alla squadra di soccorso del Cai per l’attività svolta.

Buon compleanno, Nino!

 

Nino Lozza in una foto che lo ritrae con la campionessa di sci Claudia Giordani.
Nino Lozza in una foto che lo ritrae con la campionessa di sci Claudia Giordani.