Mandello, il sindaco cita Parodi: “Uomini come lui hanno fatto grande l’Italia”

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Il sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli, pronuncia il discorso commemorativo davanti al monumento ai Caduti.
Il sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli, pronuncia il discorso commemorativo davanti al monumento ai Caduti.
Il sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli, pronuncia il discorso commemorativo davanti al monumento ai Caduti.

 

MANDELLO – “Al termine della Grande guerra 1915-18 gran parte delle famiglie italiane aveva subìto lutti gravissimi. Il Paese era devastato eppure, nelle trincee e intorno ad esse, era nato un forte sentimento di condivisione di un comune destino. Con la vittoria trovava anche compimento il percorso lungo e travagliato del Risorgimento. Dobbiamo essere tutti consapevoli di quanti sacrifici sia costato ed essere immensamente grati a quanti, sui campi di battaglia, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle città e in ogni casa ne sono stati protagonisti”.

Franco Raffaldi, classe 1924.
Franco Raffaldi, classe 1924.

Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello, ha introdotto così, domenica 6 novembre davanti al monumento ai Caduti in piazza Garibaldi, il suo discorso commemorativo pronunciato nella ricorrenza della Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate.

Preceduto dalla deposizione di una corona di alloro e dalla benedizione impartita dall’arciprete di “San Lorenzo”, don Donato Giacomelli, l’intervento del primo cittadino ha preso le mosse dalla constatazione che “nelle coscienze delle attuali generazioni è purtroppo rimasto ben poco dello spirito che più di 100 anni fa diede vita all’unificazione italiana”.

“Non è solo il tempo ad avere affievolito il ricordo – ha detto il sindaco – ma è anche il modo in cui oggi affrontiamo il nostro tempo. Libertà, democrazia e rispetto sono il frutto di una lunga e faticosa lotta durata decenni e probabilmente non ancora terminata. Ma libertà, democrazia e rispetto sono vicendevoli: non possiamo cioè pretendere ciò che non siamo disposti a concedere agli altri”.

Fasoli ha quindi evidenziato come la crisi economica sia ormai divenuta una situazione irreversibile che costringe ciascuno a ripensare il proprio futuro. “Ma partecipazione, senso civico, responsabilità e un rinnovato amore per la propria terra e la propria nazione – ha specificato – sono gli ingredienti per invertire la rotta”.

Il primo cittadino ha quindi citato Giorgio Parodi e la sua lettera-testamento ai figli. “Preoccupatevi degli interessi del nostro Paese più che del vostro – scriveva il cofondatore della Moto Guzzi, aviatore pluridecorato al valor militare – Non circondatevi di troppi agi, non sottraetevi al pagamento delle tasse. Siate indulgenti con gli altri e severi con voi stessi”.

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“Probabilmente parole d’altri  tempi – ha affermato Fasoli – ma  la storia ha dimostrato che uomini come lui, con questi princìpi, hanno fatto grande l’Italia e il nostro territorio. E’ allora compito di ognuno di noi far sì che la nostra società non si sgretoli. E’ compito di ognuno di noi dare valore a ogni nostra singola libertà, a ogni nostro singolo diritto e a ogni nostro singolo dovere, perché ognuno di noi, nel suo piccolo, è costruttore di unità nazionale”.

Non è mancato, nel discorso del sindaco, il riferimento alle forze armate e agli uomini in arme “che in Patria e nei diversi scenari esteri operano nel  rispetto dei propri impegni, per la salvaguardia del bene comune e la difesa della pace, della libertà e della democrazia”.

“Credo che ognuno di voi – ha detti rivolgendosi direttamente alle forze dell’ordine – sia orgoglioso di portare la divisa, ma nessuno sia felice di dover portare un’arma, perciò la speranza è sempre quella di non doverla usare. Vi esorto allora a continuare a essere rispettosi della vostra divisa e del ruolo che ricoprite. Vi esorto a non dimenticare che dietro ognuno di voi vi sono idealmente, ben protetti, i cittadini italiani che, proprio per questo, nutrono in voi grandi speranze e aspettative”.

Infine un appello alla cittadinanza: “In una società preda del nervosismo e dell’incapacità di riconoscere i propri errori, chiedo indistintamente a tutti i cittadini un indubitabile rispetto delle forze armate. Dobbiamo tutti porci come obiettivo il vivere civile senza la necessità di repressione o sanzioni. Le istituzioni, dal canto loro, devono garantire una certezza di diritto che ci dia modo di perseguire tale intento”.

Alla cerimonia ha presenziato tra gli altri Franco Raffaldi, classe 1924.

DI SEGUITO, NEL SERVIZIO FOTOGRAFICO DI CLAUDIO BOTTAGISI, LE IMMAGINI DELLA CERIMONIA DI DOMENICA 6 NOVEMBRE A MANDELLO DAVANTI AL MONUMENTO AI CADUTI