Mandello. Manara alle Iene: “La vita è bella, nonostante tutto”

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Max Manara, mandellese, nelle immagini del servizio trasmesso ieri sera da Italia Uno alla puntata delle "Iene".
Max Manara, mandellese, nelle immagini del servizio trasmesso ieri sera da Italia Uno alla puntata delle “Iene”.

 

MANDELLO – “Nonostante tutto, la vita è bella”. E’ il titolo del servizio televisivo, ma sono anche le parole con cui si è congedato dal cronista delle Iene che lo intervistava in riva al lago, il “suo” lago verrebbe da dire visto che Max Manara le acque antistanti Mandello le solca ogni giorno. O per meglio dire ogni notte, considerato che di mestiere fa il pescatore, nonostante tutto.

Nonostante dall’età di 17 anni (e oggi di anni lui ne ha 45, essendo nato nell’agosto del ‘70) sia affetto dal Parkinson giovanile, malattia neurodegenerativa, a evoluzione lenta ma progressiva, di cui sono colpiti circa 50.000 giovani in Italia e che coinvolge principalmente alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio.

Domenica sera la popolare trasmissione di Italia Uno ha mandato in onda il servizio realizzato da Riccardo Spagnoli e Matteo Viviani, con Sabrina Angiolini. In poco più di 17 minuti Max ha raccontato la sua vita, la sua malattia, le sue sofferenze. Le sue ansie e le sue angosce, ma soprattutto la sua voglia di vivere, di continuare a fare il pescatore e di restare accanto a sua moglie e ai suoi tre figli.

 

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“Mi sono accorto della malattia perché perdevo l’equilibro e cadevo – ha raccontato davanti alle telecamere delle Iene – poi è iniziato il tremore a una mano. Già, sono stato forse uno dei primi casi, in Italia, con il Parkinson giovanile e quando mi è stato diagnosticato è stato un colpo, lo ammetto, perché pensi che certe cose possano succedere soltanto agli altri”.

“Dopo qualche anno i medici mi hanno però trovato un “cocktail” di farmaci efficace – ha aggiunto – Prendevo dodici pastiglie al giorno ma sono stato decisamente meglio per una decina d’anni e nel frattempo mi ero anche sposato. Un bel giorno, però, in farmacia mi è stato detto che la medicina che prendevo era stata sospesa, che non la producevano più. Così la malattia è andata avanti, inesorabilmente”.

Massimo-Manara_Mandello_Le-Iene (4)Nel 2000 Max perde il posto di lavoro. “Ma anche allora non ho voluto arrendermi – ha detto alle Iene – non ho voluto farla finita e ho cambiato il mio atteggiamento mentale. Mi sono inventato pescatore e oggi se dovessero propormi un posto in banca non lo accetterei…”.

“Sento mio il lavoro che svolgo e voglio continuare a farlo – ha sottolineato – anche perché sono rimasto uno tra i più giovani pescatori del lago. Non la fa più nessuno, ormai, questa professione… Qualche volta mentre sono a pesca sto male, perdo l’equilibrio, ma torno a riva e vado avanti”.

Ora per il mandellese si apre però una nuova speranza, rappresentata da un intervento chirurgico. A parlarne sono stati, nel servizio trasmesso da Italia Uno, il professor Angelo Franzini e il dottor Francesco Dimeco, primario e direttore del dipartimento di Neurochirurgia dell’Istituto “Carlo Besta” di Milano. “E’ un’operazione complessa ma comunque a basso rischio – hanno spiegato – Consiste nell’introdurre piccoli fili all’interno delle strutture cerebrali e collegarli a dei pacemaker come quelli che si usano per il cuore. La corrente elettrica interagisce con questi circuiti cerebrali e la malattia ne trae un enorme beneficio”.

Dopo un’attesa durata mesi, adesso l’intervento è alle porte. Questione di giorni, addirittura. “Non vedo l’ora e non ho paura. Va bene sicuro – ha detto Max all’intervistatore – Che mi rendano bionico, così almeno… Te lo dico io che va bene, perché la vita è degna di essere vissuta, in ogni caso. Nel bene e nel male”. QUI IL VIDEO

 

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