Mandello San Lorenzo. “Ecco la nostra chiesa, ora è un gioiello”

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MANDELLO – Era la sera del 14 maggio di quest’anno, un sabato. Un furioso incendio devastò parzialmente il tetto della chiesa di San Lorenzo, a Mandello. In poco tempo le fiamme – scaturite dalla centrale termica posta all’esterno dell’edificio religioso, alle spalle della cappella di Santa Marta – avvolsero il tetto, dando vita a un enorme rogo con un fumo nero che si levò alto nel cielo, catturando lo sguardo di molti mandellesi attoniti.

Sul posto giunsero le autobotti e un’autoscala dei vigili del fuoco di Lecco con una quindicina di pompieri, che lavorarono alacremente fin oltre la mezzanotte per avere ragione delle fiamme. Sul posto anche una squadra del gruppo comunale di Mandello di Protezione civile, che presidiò l’area della chiesa per tutta la notte.

Nei giorni immediatamente successivi il primo passo fu rappresentato dalla messa in sicurezza e dalla copertura con teli del tetto distrutto dalle fiamme. “Certamente da rifare – si disse subito – sarà anche l’impianto elettrico dell’edificio, così come si dovrà mettere mano alla bonifica delle parti strutturali, dei dipinti e degli arredi inevitabilmente intaccati dal fumo”.

A scampare fortunatamente alle fiamme fu invece l’organo dell’arcipretale. “Né il fuoco né l’acqua – scrisse qualche giorno dopo sulla sua pagina Facebook Aldo Locatelli, organista titolare della chiesa di San Lorenzo – hanno intaccato i mantici e le fiamme sono state fermate dalla porta pesante e spessa da cui si accede all’organo, porta che si è ridotta in cenere ma che appunto ha evitato che l’incendio danneggiasse irrimediabilmente la manticeria”.

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A distanza di poco più di sette mesi dall’incendio, venerdì 16 dicembre la chiesa arcipretale si è ripresentata quasi totalmente senza impalcature (e in tutto il suo splendore) ai fedeli e al pubblico intervenuto per assistere al concerto per l’Unicef proposto dall’Associazione Oratorio San Lorenzo e dalla Scuola di musica a sua volta intitolata al patrono di Mandello.

“La chiesa è stata rinnovata e migliorata”, ha detto in apertura di serata l’arciprete, don Donato Giacomelli, che ha subito aggiunto: “E’ stata una vera e propria corsa contro il tempo, perché fino a ieri c’erano ancora le impalcature”.

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“Resta ancora molto da fare – ha poi specificato l’arciprete – perché si deve ancora intervenire sulla cappella di Santa Marta e sulla sacrestia, ma il risultato questa sera sotto i nostri occhi è un autentico gioiello”.

La parola è poi passata alle voci dei due cori protagonisti del concerto. E durante l’esibizione del Coro “Sine Nomine” e della Corale Laurenziana di Chiavenna gli sguardi dei presenti sono andati ripetutamente alla volta della navata centrale, al nuovo impianto di illuminazione, alle grandi tele collocate ai lati del presbiterio e alla struttura dell’organo.