Mandello, striscione e teatro contro la violenza sulle donne

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Una scena dello spettacolo teatrale "Angeli" che verrà rappresentato a Mandello la sera di venerdì 4 dicembre.
Una scena dello spettacolo teatrale “Angeli” che verrà rappresentato a Mandello la sera di venerdì 4 dicembre.

 

MANDELLO – Uno striscione sulla facciata del municipio e all’esterno dello stabile di via Manzoni in cui ha sede la “Struttura 1” e uno spettacolo teatrale. Così Mandello si appresta a celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per dar voce e spazio a un dramma di portata mondiale, che si consuma sempre più spesso all’interno della mura domestiche, ma non soltanto, senza distinzione di età, ceto e Paese d’origine.

La data in cui cade la Giornata contro la violenza sulle donne è quella di mercoledì 25 novembre.

“La questione femminile – dicono Serenella Alippi e Luca Picariello, assessori a Mandello rispettivamente alle Pari opportunità e ai Servizi sociali è un problema principalmente culturale, che rispecchia una situazione di arretratezza del Paese anche nei rapporti uomo-donna, dal momento che le donne vengono uccise proprio in quanto donne”.

Obiettivo dello striscione che verrà esposto come detto all’esterno del palazzo municipale in piazza Leonardo da Vinci e della “Struttura 1” è quello di sensibilizzare la popolazione su questo stesso tema.

Inoltre la sera di venerdì 4 dicembre, alle ore 21, presso il teatro comunale “Fabrizio De Andrè” verrà messo in scena lo spettacolo “Angeli”, da un progetto teatrale liberamente ispirato al romanzo Amabili resti di Alice Sebold.

10 euro il biglietto d’ingresso intero (5 euro fino a 25 anni), acquistabile la sera stessa dello spettacolo, a partire dalle ore 20.

Nella presentazione dello spettacolo si legge: “Susie ha 14 anni ed è stata assassinata da un uomo che abita a due passi da casa sua: adescata da questo signore dall’aria per bene, che abusa di lei e poi la uccide. Una storia che toglie subito il fiato, per la violenza, la crudezza e lo strazio, una storia che non vorremmo ascoltare mai più”.

E ancora: “In tanto dolore irrompe, inaspettatamente e con forza dirompente, la vitalità di Susie: perché sarà proprio lei, dall’alto del suo personalissimo “cielo” (ovunque esso si trovi), che ci narrerà – dopo la morte – la sua storia. E lo farà con candore, delicatezza e spirito allegro e senza i compromessi dell’adolescenza”.