Maria Lidia Invernizzi: “I giardini di Mandello, il carnaio di sempre”

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MANDELLO – “Mi sono parzialmente arresa. Dopo anni di inutili proteste all’Aministrazione precedente e a quella attuale, che si comporta esattamente come la precedente, vedo che i giardini a lago nella stagione estiva continuano a essere il carnaio che sono sempre stati. Quindi, in attesa che l’assessore al Turismo Silvia Benzoni e la Giunta che amministra questo paese studino e propongano ai cittadini  un progetto turistico serio e consapevole, in grado di portare alla nostra Mandello turismo e benessere, teniamoci salviette multicolori e spazzatura strabordante, fino alla fine dell’estate. Ad maiora”.

Maria Lidia Invernizzi, capogruppo consiliare di “Mandello del Lario al Centro”, interviene in tema di turismo e sulla situazione dei giardini pubblici e della zona a lago del paese che tanto sta facendo discutere in questo inizio di stagione estiva.

“Manca un progetto vero, o più semplicemente mancano idee  costruttive, per un turismo vero – afferma – In consiglio comunale, nell’ultima riunione, dissi che il nostro turismo è basato soltanto sulla Moto Guzzi e sugli eventi che vengono costruiti man mano attorno al suo nome, in base alle necessità di coprire “vuoti di happening”. La Guzzi, per chi è di Mandello come me, è sempre stata il simbolo di Mandello e continua a esserlo e se in giro per il mondo vediamo il marchio con l’Aquila ci sentiamo a casa e siamo orgogliosi di pensare e dire che quel marchio è anche un po’ nostro! Questo per chiarire che le mie considerazioni sugli eventi targati Moto Guzzi non stanno a significare che sono troppi, ma che sono i soli”.

Maria Lidia Invernizzi aggiunge: “Ma torniamo al carnaio. I giardini pubblici non sono una propaggine delle rive del lago, ma un luogo a sè che dovrebbe dare frescura e relax a mandellesi e turisti che, magari  mangiando un gelato (ricordiamo peraltro che il chiosco ai giardini non funziona… Nato male, continua peggio), si possano sedere sulle panchine o si facciano un giretto sotto gli alberi, senza dover scavalcare nessun corpo spiaggiato. E’ così, non possiamo far finta di niente. Le spiagge sono quelle che sono, non siamo a Copacabana. C’è il Lido che  è bello e attrezzato e poco altro”.

“Non possiamo inventarci spiagge nuove e non vogliamo che il nostro verde venga shakerato ogni fine settimana – conclude – C’è soltanto da sperare che, dopo due anni, qualche buona idea esca finalmente  dal cappello a cilindro, ancora sigillato, che contiene (e speriamo non sia vuoto) i programmi degli amministratori di Mandello”.