Mensa scolastica più cara: ad Acquate scatta la protesta

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Protesta dei genitori per l’aumento dei buoni pasto voluto dal Comune di Lecco. Lunedì mattina alcuni genitori accompagnati dai propri figli hanno banchettato all’esterno della scuola elementare “Cesare Battisti” di Acquate mangiando riso freddo e panini durante la pausa pranzo.

A essere in disaccordo con l’aumento sono le famiglie dei ragazzi non residenti a Lecco, da quest’anno costretti a pagare l’intero costo del ticket giornaliero ovvero 5,70 euro, cifra che per le famiglie residenti a Lecco viene calmierata dal Comune.

“I genitori chiedono la libertà di far portare ai bambini il proprio pranzo da casa – dichiara Lello Colombo, autore della singolare protesta – Si potrebbe far pagare loro solo il coperto, come fanno già in alcune scuole, però l’Asl ha detto che non è igienico portare cibi da fuori. Inoltre bisognerebbe metter mano anche all’appalto del servizio mensa fatto dalle Amministrazioni comunali precedenti. Sicuramente ci sono realtà lecchesi che possono far pagare qualcosa di meno”.

“Non siamo mai stati avvisati di questo cambiamento prima dell’inizio dell’anno scolastico – tiene a precisare Claudio Trentani, residente ai Piani Resinelli nel comune di Abbadia Lariana – Ho iscritto i miei due figli alla scuola di Acquate perché è pubblica e offre l’orario a tempo pieno. Si dice sempre che bisogna tutelare la montagna e quindi i suoi abitanti, ma così facendo si va nella direzione opposta: io già devo fare oltre 70 chilometri al giorno, e di questo non mi lamento, ma poi devo pagare anche 11,40 euro al giorno”.

Molti i genitori residenti fuori città che per svariati motivi portano i propri figli alla scuola elementare di Acquate. “Abito a Mandello del Lario – racconta Raffaella De Col – e ho iscritto mia figlia a Lecco già alla scuola materna perché da noi non ci sono scuole pubbliche che fanno il tempo prolungato”. Fino a giugno tutto bene, poi la brutta sorpresa è arrivata nei primi giorni di quest’anno scolastico: “Prima pagavo 2,60 euro ogni buono pasto – prosegue De Col – mentre da qualche settimana il costo è raddoppiato. Noi chiediamo che il prezzo di ogni pranzo torni come lo scorso anno, oppure vogliamo la libertà di dar da mangiare ciò che vogliamo ai nostri figli. Non possiamo permetterci di spendere chissà quanto”.

Anche chi abita altrove, ma sta cercando casa nel capoluogo ha lo stesso problema: “Risiedo a Bosisio Parini e porto i miei due figli in questa scuola perché voglio trasferirmi a Lecco – spiega Marsilia Paludi – Precisamente ho scelto questo istituto perché in molti me lo hanno consigliato dicendomi che è il migliore nella zona. Ora però mi trovo a pagare 228 euro al mese di sola mensa, senza contare la benzina del tragitto casa-scuola; tutto questo fino a quando non trasferirò la residenza”. La soluzione trovata da Marsilia per risparmiare qualche euro sembra paradossale, ma facendo i dovuti conti si scopre che per ora è davvero più economica: “Nella pausa pranzo andiamo a mangiare al bar o al McDonald’s, dove in ogni caso un menù costa meno di un buono pasto”.