Mercoledì The Young Womens’s Choral Project, da non perdere!

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LECCO – È un programma squisitamente polifonico quello che sarà proposto questo mercoledì (3 luglio) sera alle ore 21 nella basilica di San Nicolò in Lecco – ingresso libero – nel secondo concerto della rassegna internazionale “Capolavori di musica religiosa” organizzata dall’associazione musicale lecchese Harmonia Gentium.

Il coro giovanile femminile The Young Womens’s Choral Project di San Francisco (Usa), diretto da Susan McName, eseguirà un programma di ampio respiro stilistico, accostando Monteverdi e Porpora al romanticismo di Mendelssohn. Interessante sarà poi la trattazione del repertorio tipicamente americano degli spiritual.

L’esibizione del coro statunitense sarà preceduta da quella del coro femminile lecchese Carmina Mea che, diretto da Anna Vascakova Benedetti, eseguirà la Little Jazz Mass, originalissima interpretazione della missa brevis latina composta nel 2004 da Bob Chilcott, uno dei più popolari compositori britannici di musica corale, per il Crescent City Choral Festival di New Orleans. Un tranquillo e rilassato Kyrie seguito da un Gloria dove sezioni ritmiche si alternano ad un nucleo centrale più espressivo, la musica del Sanctus potrebbe essere definita come una “ninna nanna jazz”, mentre il Benedictus vivacizza appena il tempo, per arrivare al forte sonoro dell’ Hosanna; chiaramente ispirato al blues, l’Agnus Dei prepara l’intenso Dona Nobis Pacem, prima di giungere alla rasserenante conclusione.

Il coro femminile di San Francisco aprirà il suo concerto con il terzetto “Tre angeli” dalla seconda parte dell’oratorio Elia di Felix Mendelssohn. Elia trova scampo nel deserto. Qui egli presenta a Dio la sua sofferenza, con la celebre aria tripartita «Basta, o Signore! O Signore, toglimi la vita». Tre angeli scendono a promettergli soccorso. È un lieve terzetto di sole trentanove battute elegantemente asimmetriche, che decenni or sono in Germania perfino i bambini imparavano a scuola, prima del decennio antisemita.

Il concerto continuerà con il brano di un anonimo compositore medioevale, “In paradisum”, con il brano rinascimentale “O magnum mysterium” di Jakob Handl Gallus e con una serie di composizioni italiane dal barocco al romanticismo: “Quam pulchra es” e “Ubi duo”, mottetti di Claudio Monteverdi; “Ave regina coelorum” di Isabella Lonearda; il Gloria e il Sicut erat dal “Magnificat” di Nicolò Porpora e le “Laudi alla Vergine Maria” di Giuseppe Verdi.

Saranno poi eseguite alcune composizioni contemporanee per concludere con una serie di inni sacri e spiritual della tradizione americana. Un termine che comprende vari tipi di musica religiosa, un genere che va visto e sentito per far “vibrare” chi la ascolta. Afferma Inez Andrew, figura leggendaria di spiritual e gospel: “Se non hai mai sentito la necessità di leggere la Bibbia, forse una canzone ti aiuterà a farlo. Quando sopraggiungono difficoltà e problemi, cerca qualcosa che ti aiuti a superarli. Se non è la Bibbia… è una canzone”.