Metalmeccanici, scontro tra sindacati: Fiom e Fim contro la Uilm

Tempo di lettura: 5 minuti
I rappresentanti di Fim e Fiom, alla conferenza stampa indetta per parlare dei rapporti con la Uilm
I rappresentanti di Fim e Fiom, alla conferenza stampa indetta per parlare dei rapporti con la Uilm

 

LECCO – Divisi, come mai in passato: è crisi ‘nera’ tra i sindacati dei metalmeccanici di Lecco, con Fim Cisl e Fiom Cgil da una parte e la Uilm dall’altra, isolata . Una guerra che si gioca nelle fabbriche tra gli iscritti e sulla stampa a colpi di dichiarazioni.

“Una questione di regole – spiega Diego Riva, segretario della Fiom di Lecco – regole che da quarant’anni i sindacati confederali hanno sempre rispettato. Oggi c’è invece chi le stravolge”.

La frecciata è diretta a Enrico Azzaro, dal 2014 alla guida della Uilm,  giunto a Lecco dalla segreteria nazionale del sindacato. “Chiede di poter fare assemblee di organizzazione nelle aziende storicamente gestite dal nostro sindacato. Lo può fare,  convocando  i suoi di iscritti. Non si può però organizzare assemblee parlando agli iscritti di altri sindacati per cercare di rubarli. Queste maniere ‘furbe’ non ci piacciono e non dovrebbero appartenere alla cultura di un sindacato confederale come la Uil e sta creando grossi disagi nel settore metalmeccanico”.

Regole che nel 2015 Fiom e Fim hanno messo nero su bianco chiedendone l’accettazione al referente della Uil, ma la sua firma è non stata apposta.

Enrico Azzaro – Uilm

Non accetto il termine scorrettezza – ha replicato Azzaro – per loro è corretto quando la nostra organizzazione sindacali convoca assemblee di organizzazione e si presentano i loro segretari generali? Questa situazione è avvenuta in più aziende,  l’abbiamo resa pubblica e manifestata anche alla Confindustria. Le regole dicono che se un’organizzazione ha anche solo un iscritto in un’azienda può indire delle assemblee. Il fatto poi che ci siamo presentati in tanti incontri è perché Fiom e Fim hanno deciso di non sedersi al nostro stesso tavolo”.

“Abbiamo sempre provato a ricercare una soluzione con Enrico Azzaro, segretario dei metalmeccanici della Uil, ma non ci siamo mai riusciti – spiega Riva – Ora sta cercando di spararle grosse sui media per avere maggiore visibilità sul territorio e aumentare gli iscritti, ma non è così che si fa. L’anno scorso la Fiom è stata capace di portare 1.148 nuovi iscritti in tutta la provincia e questo grazie a un lavoro nelle fabbriche”.

Wolfango Pirelli, segretario generale della Cgil di Lecco aggiunge che “non ci sono problemi con la Uil, anzi, abbiamo rapporti molto cordiali. Solo con la Uilm si è creata questa situazione che non ci piace per nulla”.

Un problema di “serietà e affidabilità” commenta dalla Fim Cisl, Giorgio Ciappesoni. “Non vogliamo escludere la Uilm ma in più occasioni, in tante vicende aziendali, si sono discusse e concordate delle linee, poi lui agisce in autonomia, anche su questioni delicate, senza curarsi del lavoro fatto dagli altri sindacati. Così facendo danneggia tutti”.

Ma Azzaro non ci sta: “Probabilmente le due grandi organizzazioni non hanno accettato che c’è una terza organizzazione che parla chiaro ai lavoratori e rispondere alle loro esigenze. I risultati degli ultimi giorni sul rinnovo delle rappresentanze ci sta dando ragione, siamo partiti da sottozero ed oggi siamo a un migliaio di iscritti, questo è il frutto del nostro lavoro quotidiano nelle aziende”.

“La Fim Cisl ritiene che il rispetto delle regole sia una questione basilare perché è da lì che passa il rapporto di trasparenza e fiducia con le lavoratrici e con i lavoratori, sale del nostro impegno quotidiano – ha ribattuto Andrea Donegà, segretario Fim Cisl Lombardia e Reggente pro tempore della Fim Cisl Monza Brianza Lecco – Siamo sempre stati disponibili a discutere con la Uilm a patto che la discussione riparta dal documento del 4 giugno 2015 che Fim Fiom Uilm, a livello provinciale, avevano già condiviso con Confindustria in merito a relazioni sindacali e rapporti tra le organizzazioni. Un confronto dal quale la Uilm si era sottratta, facendo venire meno storici accordi provinciali che prevedevano che in caso di disdetta e di nuova iscrizione la trattenuta sindacale continuasse a favore del Sindacato di provenienza per poi passare a quello nuovo dal gennaio successivo. Anche l’Accordo Interconfederale, che viene citato a sproposito, parla di delega annuale con passaggio in caso di disdetta, in termini puramente di conteggio degli iscritti ai fini della rappresentanza, alla nuova Organizzazione dal mese successivo demandando le modalità, anche economiche, a successive intese”.
“Certamente, aver ricevuto dichiarazioni di nostri iscritti che che si sono trovati iscritti alla Uilm senza aver mai firmato consapevolmente una disdetta è una cosa che lascia sbalorditi come pure aver appreso di essere stati registrati durante assemblee e incontri sindacali -ha proseguito Donegà –  Non si può soffiare e aspirare allo stesso tempo e, quindi, troviamo quantomeno singolare essere accusati dalla Uilm di poca unitarietà quando convochiamo assemblee nelle aziende dove abbiamo delegati sindacali e poi scoprire che quella stessa Organizzazione convoca assemblee o richiede incontri in solitaria senza nemmeno avvisare Fim e Fiom che in quelle stesse aziende sono presenti con iscritti e delegati.  L’onanismo sindacale non ci appartiene, noi siamo solo interessati a continuare a tutelare quotidianamente i lavoratori con passione e impegno e questa responsabilità ci viene riconosciuta in termini di crescita organizzativa. Siamo disponibili a marciare con chiunque condivida questi obbiettivi, nel rispetto delle persone e delle idee differenti. A chi pensa di utilizzare la denigrazione e la Fim come mezzo per entrare in nuove aziende in un’ottica unicamente di competizione organizzativa diciamo che da noi non c’è spazio per il turismo sindacale dal momento che ci interessa solo il bene delle persone e il futuro dell’occupazione in provincia”.