Migranti: accordo per un’accoglienza diffusa su più Comuni

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Alcune delle tende allestite al Bione: attualmente il numero dei migranti qui ospitati supera le 100 presenze

 

LECCO – Ammontano a 740 le presenze dei migranti sul territorio lecchese, gli ultimi 12 dei quali giunti tra martedì e mercoledì. Nuovi arrivi – si parla di una decina di persone –  sono previsti nei prossimi giorni. È Lecco ad ospitare il maggior numero di profughi, con le 117 presenze attestate sia al Ferrhotel che alla tendopoli del Bione, per un totale di 234 persone. A livello regionale, il capoluogo lariano si attesta al 5% sulla percentuale di accoglienza.

 

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La commissione che si è riunita ieri a Palazzo Bovara

 

L’argomento, in vista della seduta consiliare in programma lunedì 28 settembre, è approdato ieri sera tra i banchi della specifica commissione: a fare il punto della situazione è stato l’assessore ai Servizi Sociali, Riccardo Mariani.

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Riccardo Mariani, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Lecco

“La cosa importante – ha spiegato – è che si sta lavorando per un progetto di accoglienza diffusa, all’interno di quell’accordo territoriale ove sono coinvolti i tre ambiti distrettuali di Lecco, Merate e Bellano. Il progetto è oramai pronto e vede la totale condivisione della Prefettura, entro il mese di ottobre si vorrebbe giungere ad un’assemblea dei sindaci per sottoscrivere un documento-guida dei diversi livelli di accoglienza da adottare a livello territoriale”.

La situazione, tuttavia, rimane complessa, come non hanno mancato di sottolineare nei rispettivi interventi i consiglieri comunali della commissione: al centro delle “polemiche” più o meno accese il problema della tendopoli del Bione, con la stagione fredda in avvicinamento, e quello – sempre più crescente – dell’integrazione tra i migranti.

Tra le priorità, come spiegato dall’assessore, c’è lo smantellamento del centro di accoglienza del Bione: “Non appena si trovassero altre strutture di accoglienza il Bione sarà liberato”. Prevista  per oggi, giovedì, la collocazione di alcune casette prefabbricate in sostituzione delle tende per 4-8 persone.

“Mi chiedo se le vedremo davvero queste case – ha detto Alberto Anghileri (Con la Sinistra Cambia Lecco) – visto che è settimane che se ne parla ma quei poveretti stanno ancora in tenda a prendersi l’acqua. Auspico un maggiore coordinamento tra le diverse strutture e cooperative che stanno gestendo l’accoglienza. Questi ragazzi staranno qui per almeno un altro anno, visto che i tempi della Prefettura sono lunghi, si parla di 13 mesi per l’interrogatorio che stabilirà se potranno rimanere o tornare a casa. Occorre dar loro modo di vivere il meglio possibile questo tempo”.

 

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Già, perché è soprattutto il problema di come le oltre 200 persone accolte tra Bione e Ferrhotel, ma anche i 37 profughi ospitati ai Resinelli, passeranno il loro tempo. Diversi i gruppi di volontari che si sono mobilitati dall’inizio dell’ “emergenza”, organizzando dei corsi di lingua italiana e altre attività per i ragazzi. Ma il lavoro da fare, a detta di molti, dovrebbe essere esteso in un programma dalla più ampia progettualità:

Filippo Boscagli
Filippo Boscagli

“Parliamo di 120 persone chiuse in uno spazio relativamente ristretto, alcune anche molto giovani, che non hanno niente da fare tutto il giorno e che non riescono ad integrarsi nemmeno tra loro – ha detto Filippo Boscagli (Ncd)sarebbe bello riuscire a coinvolgerli in lavori socialmente utili, anche se conosco le difficoltà, oppure trovare qualche accordo con le società sportive, per far sì che accettino di far allenare i ragazzi nonostante l’assenza della copertura assicurativa. Sono solo proposte – ha proseguito – il dato di fatto è che queste persone sono qui, e fino a quando ci resteranno sarebbe utile condividere con loro un pezzo di percorso della loro vita”.

È stato il consigliere Ivano Donato (Appello per Lecco), per quanto riguarda l’accoglienza, a ricordare la proposta risalente a 5 anni, quando la città si trovò ad affrontare il problema dei migranti, che prevedeva di ospitarli presso il centro di accoglienza di Sala al Barro. Una proposta poi accantonata. “Penso che il compito della politica territoriale è esigere delle regole e presentarle al tavolo della Prefettura, perché senza quelle non si va da nessuna parte e vale soprattutto per la questione volontariato e cooperative. La situazione che stiamo affrontando è in parte colpa dei comuni limitrofi che non hanno voluto aiutare Lecco nel gestire questi arrivi. Se facciamo il calcolo, 740 persone divise nei 90 comuni della Provincia di Lecco vorrebbe dire 8 persone per Comune… sotto tutti i punti di vista sarebbe molto più semplice gestire la situazione”.

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Lorenzo Bodega

Arriva invece dai 5 Stelle, per voce del consigliere Massimo Riva, la proposta di organizzare incontri pubblici con la cittadinanza per informare i cittadini di cosa sta succedendo e promuovere le diverse iniziative in corso.

Dalla minoranza l’appello a trovare una soluzione alla “nullafacenza” dei profughi: “È chiaro bisogna dare alcune linee guida a queste persone – ha detto Lorenzo Bodega – vederle bivaccare per le strade del centro e avere comportamenti non convenienti crea disagio ai cittadini. Se poi quanto ha detto il consigliere Donato sull’esistenza di un progetto di accoglienza a Sala al Barro andato in fumo, che dire…qualcosa non ha funzionato all’interno della precedente amministrazione”.

Intanto, nella mattinata di ieri (mercoledì), la Prefettura ha incontrato i rappresentanti del terzo settore e i responsabili delle cooperative che stanno gestendo i migranti, ai fini di cercare un migliore coordinamento tra le diverse iniziative. “Specifico che le cooperative che hanno in carico questa situazione – ha concluso l’assessore Mariani – si sono aggiudicate un bando di gara tra aprile e marzo scorsi”.