Migranti. I sindaci chiedono al Ministero di fermare gli arrivi

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Filippo Galbiati, presidente dell'assemblea dei sindaci
L’assemblea dei sindaci riunita mercoledì sera nella sala conferenze dell’ATS

 

LECCO – Una lettera invita al Ministero dell’Interno per chiedere di fermare il flusso di richiedenti asilo sul territorio lecchese: una moratoria richiesta dai sindaci dell’area lecchese dove l’accoglienza ai migranti deve fare i conti, non solo sul continuo aumentare degli arrivi, ma con un problema non da poco, lo svuotamento entro metà luglio dell’Hub del Bione la cui area dovrà essere restituita allo stesso Ministero per iniziare i lavori di costruzione della nuova stazione dei pompieri.

La lettera porta la firma del sindaco Virginio Brivio, del presidente della Provincia, Flavio Polano, di Carlo Signorelli, presidente della Comunità Montana della Valsassina, e di Filippo Galbiati, primo cittadino di Casatenovo e presidente dell’assemblea dei sindaci che coordina l’azione dei comuni sul fronte dell’emergenza immigrazione.

Filippo Galbiati, presidente dell’assemblea dei sindaci

 

“Il nostro territorio ha già dato e prima di altri ha deciso di governare questo fenomeno” ha spiegato Galbiati riferendosi al varo, nel dicembre del 2015, del piano di accoglienza diffusa dei migranti che ancora, però, non è entrato a regime: solo 25 su 88 comuni lecchesi hanno aderito al progetto.

Nel frattempo, come detto, gli sbarchi continuano ad incrementare (con 361 mila arrivi in Europa di cui 180 mila solo in Italia secondo i dati UNHCR) di conseguenza aumentano in Lombardia, regione che assorbe il 13% degli arrivi, e nel lecchese: i dati di giugno stimano a 1277 il numero di richiedenti asilo presenti nella nostra provincia. In aumento è anche il numero di donne e minori, persone con traumi psicologici, dovuti all’esperienza vissuta, che necessitano una risposta anche dal punto di vista sanitario.

 

 

“La loro distribuzione è oggi disomogenea” fa notare Galbiati mostrando i dati dell’accoglienza complessiva relativi ai distretti in cui è suddivisa l’area provinciale: 312 quelli accolti nell’ambito Bellano che comprende anche la Valsassina, 765 nell’ambito di Lecco ed infine 200 nel meratese.

“Servono dei passi avanti e la soluzione ideale è quella di trovare strutture di medio piccole dimensioni, aumentare i Comuni dove sviluppare progetti di accoglienza con numeri minori di ospiti per favorire convivenza e integrazione”.

“Se tutti i Comuni facessero la propria parte avremmo risolto il 90% dei problemi” si è rivolta ai colleghi il sindaco di Airuno, Adele Gatti, il cui paese ospita uno dei centri maggiori in provincia di ospitalità ai richiedenti asilo. Lo stesso appello lanciato da Flavio Polano, sindaco di Malgrate e presidente della Provincia, che dal 2015 accoglie nel suo territorio comunale 42 migranti. Polano ha anche insistito affinché si agevoli la procedura per coinvolgere questi ragazzi nei lavori socialmente utili, “spesso – ha detto Polano – troviamo resistenze negli enti gestori”

Riccardo Mariani, assessore comunali alle Politiche Sociali di Lecco

 

Con lo svuotamento del Bione, l’assessore Riccardo Mariani ha assicurato che anche Lecco farà la sua parte cercando altre strutture più piccole dove ricollocare parte di quelle 230 persone. “Non siamo per una collocazione indiscriminata sul territorio, al contrario. Oggi abbiamo però delle tempistiche certe”.

Meno di un mese per sgombrare il centro di accoglienza e già Carenno ha accolto i primi ospiti del Bione. Una ventina a cui se ne sono aggiunti altri cinque mercoledì, come annunciato dal vicesindaco Gabriella Zaina: “Il problema è l’informazione, noi non siamo avvisati di questi arrivi e l’unica risposta alle domande dei cittadini è ‘non lo sappiamo’. Questo crea angoscia nella popolazione che si riversa su noi amministratori”.

Mauro Artusi, sindaco di Primaluna, insieme ad Alessandra Consonni, sindaco di Ballabio

 

Per lo stesso motivo Alessandra Consonni, di Ballabio, ha parlato agli altri sindaci: “Non dovremmo neanche essere qui, i cittadini ci accusano di non fermare l’invasione. Anche l’amministrazione precedente a Ballabio era stata tenuta all’oscuro di tutto. Non siamo noi sindaci ad aprire le porte a questo flusso di stranieri, ne rispondano a Roma i parlamentari e i responsabili di partito”.  “Non fateci subire altri arrivi” ha esortato il sindaco di Torre De Busi, Eleonora Ninkovic.

“Siamo stati avvisati solo un’ora prima del loro arrivo dal vice prefetto – si è sfogato il sindaco di Primaluna, Mauro Artusi, riguardo all’arrivo di otto migranti in paese – Perché trovano posto in Valsassina? Perché qui gli affitti costano meno e restano più soldi in tasca a queste associazioni. Non è possibile prevedere canoni uguali da Osnago a Colico?” si è chiesto il primo cittadino.

 

La Valsassina è uno dei luoghi dove hanno trovato e potrebbero trovare ancora spazio i migranti, per la presenza di seconde case ed ex strutture alberghiere; un rischio non nascosto da Ruggero Plebani, coordinatore dell’ufficio di piano del distretto di Lecco.

“Alcuni comuni si sono fatti avanti, con la Comunità Montana stiamo cercando soluzioni compatibili con le loro realtà e che permettano di svuotare il Bione e alleggerire le strutture con un numero maggiore di ospiti” ha spiegato quest’ultimo.

Carlo Signorelli, presidente della CM, e il vicepresidente Guido Agostoni

 

La Comunità Montana, insieme all’assemblea dei sindaci, sta gestendo la complicata situazione, “non ha creato problemi, ha permesso di risolverli” ha spiegato Filippo Galbiati chiedendo la solidarietà degli altri sindaci per Carlo Signorelli, presidente della C.M., attaccato politicamente nella giornata odierna dal segretario provinciale della Lega Nord, Flavio Nogara. Un invito rispedito al mittente da Ferdinando Pucci Cereda, consigliere comunale di Oggiono ed esponente del Carroccio.

Anche Roberto Maroni, presidente della Lombardia, a suo tempo aveva avuto “un’uscita infelice” nei confronti di Signorelli, come l’ha definita lo stesso presidente dell’ente montano, annunciando anche la fine della gestione da parte della C.M. dell’emergenza migranti entro la conclusione del 2017. Dovrà subentrare un altro ente.

“Lo abbiamo incontrato e ci ha detto una cosa sola – ha riferito Signorelli del suo incontro con Maroni – la questione profughi è ineluttabile, bisogna gestirla, che l’accordo va bene e dobbiamo verificare che i numeri non siano superiori ad quelli di altre province. Lecco oggi è nella media regionale”.