Ministro Delrio a Lecco: “Rivedere il patto di stabilità può essere una risorsa”

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LECCO – Incontro lungo e partecipato quello che si è svolto nel pomeriggio di lunedì 1 luglio tra il ministro degli Affari Regionali e le Autonomie Graziano Delrio e gli amministratori locali del territorio lecchese. I sindaci hanno esposto al ministro le proprie preoccupazioni e i propri timori in merito al riassetto degli enti locali, l’abolizione delle province, il tema della programmazione amministrativa, ma soprattutto quello dei vincoli del patto di stabilità che pesano e spesso bloccano le risorse delle amministrazioni più virtuose.

“In un momento così difficile – ha esordito il sindaco di Lecco Virginio Brivio – c’è la possibilità di riprendere in mano alcune riforme costituzionali, oppure dovremo aspettarci dei singoli provvedimenti più pragmatici? Quanto al patto di stabilità – ha proseguito Brivio – abbiamo milioni di euro fermi in cassa: aiutiamoci a capire che non deve esserci contrapposizione tra risanamento dei conti pubblici, specie per gli enti locali virtuosi, e rilancio economico”.

“L’azzeramento totale della spesa corrente negli ultimi cinque anni – ha osservato il presidente della provincia Daniele Nava – è un problema incredibile per una provincia virtuosa come quella di Lecco ed è assurdo che uscire dai vincoli del patto significa avere delle grane anche penali”. Secondo il sindaco di Oggiono, invece, “è importante che nella futura riforma organica si sappia chi fa cosa e con quali risorse portare avanti le nostre iniziative, eliminando tutta quella schizofrenia normativa che c’è attualmente”.

“Viviamo in un paese pieno di storture – ha dichiarato il sindaco di Mandello Mariani – la riforma tenga conto di questo e sia improntata a un’equità di comportamento, affinché non siano sempre i più deboli a pagare il prezzo più alto”. “Toglieteci un po’ di burocrazia – ha implorato il primo cittadino di Galbiate – ma soprattutto prendete delle decisioni, che piacciano o no, senza più rinvii o inutili attese”.

“Il patto di stabilità va eliminato, non allentato – ha tuonato il sindaco di Barzago – altrimenti non si va da nessuna parte, specie per i comuni più piccoli a cui dobbiamo ridare dignità”.

Sulla necessità di avere norme certe si è espresso anche il sindaco di Osnago: “il 2013 ormai è perso, metteteci almeno nelle condizioni di approvare per bene il bilancio del 2014, con norme certe che non cambino ogni giorno”.

“Dubito che il governo possa fare le riforme costituzionali richieste – ha affermato il primo cittadino di Merate – perciò sarebbe meglio concentrarsi su un paio di cose fondamentali, come valutare seriamente i criteri di virtuosità degli enti e poi, visto che il patto di stabilità non si può abolire in tempi brevi, usare gli avanzi di bilancio per fare investimenti, promuovendo piccole opere eseguibili in un anno e legate ad Expo”.

Le richieste le posizioni dei sindaci presenti all’incontro sono state quindi riassunte dall’intervento del presidente dell’ANCI Attilio Fontana: “vogliamo tornare a essere sindaci e non subire le umiliazioni da parte di tutti i governi che si succedono: il recente condono approvato dal governo per chi ha sforato il patto di stabilità è stato uno schiaffo per gli enti più virtuosi, che hanno fatto sacrifici per restare entro i vincoli”. “Dateci delle risposte certe – ha proseguito Fontana – e la possibilità di approvare i bilanci a gennaio, potendo fare un minimo di programmazione per i cittadini: è una sconfitta per tutte le istituzioni sentire dal govenro che a luglio non si sa quanti soldi saranno destinati ai comuni”.

Tutte domande e osservazioni a cui il ministro Graziano Delrio ha cercato di dare risposta: “Non posso dire di non comprendere le cose che avete detto, perché sono cose vere e il paese in questo momento ha bisogno di sentirsi dire la verità con franchezza”. “Il patto di stabilità così com’è non funziona – ha affermato Delrio – non condivido la struttura con cui è stato concepito: dobbiamo superare la logica dei tagli lineari e attuare una revisione dei criteri del patto stesso. Solo superando il patto di stabilità possiamo liberare risorse per interventi strutturali puntuali di messa in sicurezza, magari da legare a Expo o ai fondi europei: il vero stimolo all’economia italiana resta però la revisione dei criteri del patto di stabilità, che intendo proporre già entro settembre”. “Relativamente alla riforma delle autonomie che ci prestiamo a preparare – ha spiegato ancora il l’ex sindaco di Reggio Emilia – dovrà essere semplice e non un ulteriore appesantimento burocratico: voi sindaci però non potrete difendere la singolarità dei comuni o star fuori dall’Unione dei Comuni, se questo vuol dire servizi meno efficienti. E’ chiaro che, pur con le masse critiche variabili a seconda dei diversi territori, non si può tenere in piedi una municipalizzata che raccoglie rifiuti con 200 dipendenti quando ne bastano 100”.

Quanto alla sorte delle province, ha spiegato il ministro per gli Affari regionali, “si farà con una legge costituzionale e non con un decreto legge: è vero che l’abolizione delle province non risana il bilancio, ma rende più immediato e semplice tutto il processo amministrativo”. “Nella mia idea di riforma – ha spiegato Delrio – metterò in campo il modello delle città metropolitane sull’esempio tedesco, mentre le funzioni amministrative resteranno ai comuni, che le gestiranno all’interno dell’area vasta corrispondente alle attuali province, che infine verranno inquadrate come enti di secondo livello”. “L’obiettivo della riforma – ha concluso Delrio – è quello di dare chiarezza ai cittadini, alle famiglie, alle imprese e ai comuni: la liberazione dal patto di stabilità per i comuni più virtuosi può essere una nuova risorsa per questo paese, così come sono convinto che sia utile liberare la forza e il protagonismo degli enti locali: ai più virtuosi dico di aiutare il paese a crescere e creare nuovo lavoro”.