Montagna e soccorsi a pagamento. “Una legge controproducente”

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Franco Lozza
Franco Lozza
Franco Lozza

LECCO-  “Premessa: mi chiamo Franco Lozza di professione Videoreporter Giornalista, da quasi  trent‘ anni membro e Tecnico del CNSAS , Soccorso Alpino Speleologico in Lombardia .

Negli ultimi anni complice la mia professione ,  con i miei compagni cerchiamo di documentare con non poche difficoltà , l’attività del CNSAS . Reportage dentro gli interventi con servizi che vanno in onda nei TG Regionali e Nazionali . Una attività che per il terreno d’azione ci richiede una preparazione Tecnica e fisica intensa da Volontari Professionisti . Chiusa la premessa.

Voglio fare alcune considerazioni e dare un contributo di riflessione  in merito alla nuova legge di  Regione Lombardia  che impone la  partecipazione ai costi dei soccorsi in montagna .

Finalmente una legge inutile e controproducente. Si vuole , cosi si dice ,  educare e responsabilizzare , stabilire un deterrente per sensibilizzare le persone incaute e evitare inutili rischi dei soccorritori evitando anche la sottrazione di risorse ad altre situazioni gravi di soccorso e non da ultimo un risparmio sui costi . Pagheranno gli sprovveduti illesi ma non quelli feriti , pagheranno i codici bianchi diagnosticati in ospedale .   Detta così non fa una piega , con il plauso di molti , peccato però che l’ ambiguità della legge  potrebbe diventare controproducente  alle intenzioni .  Non si fa Prevenzione con una sanzione e tanto meno si educa . O meglio la sanzione , dove può servire , deve affiancarsi ad un percorso intrapreso in cui la Prevenzione produce degli effetti di riduzione del danno .

I programmi di prevenzione dove funzionano , sono gestiti da professionisti in materia che sanno di cosa parlano e producono progetti mirati . Con questa legge si introduce una sanzione e un ticket e si fa riferimento a presunte iniziative di prevenzione che rimangono scritte sulla carta . Il ragionamento sanzionatorio  porta anche a un aggravio di costi  .

Una persona sprovveduta o in panico  , sapendo che dovrà pagare l ‘ intervento tenderà sicuramente a rimandare la chiamata con il risultato che se ora è solo uno sprovveduto  illeso ,  fra un’ ora o più sarà ferito o deceduto , con i costi , a questo punto Sanitari  che si moltiplicano e non sono più sanzionabili . Si abbasserà il numero di interventi inutili di persone illese e aumenterà il numero di interventi sanitari . Non basterà il deterrente della sanzione per far rimanere a casa gli sprovveduti o farli ripensare su dove vanno e come ci vanno ,  mancandogli gli strumenti di formazione , di cultura e di esperienza della montagna .

E c’è un altro punto , sfido qualunque alpinista o escursionista di qualsiasi livello a confessare nella propria esperienza e attività , quante volte è stato incauto e ha sbagliato a valutare . Così prima o poi anche una percentuale di bravi e accorti alpinisti che oggi plaudono alla sanzione diverranno secondo la norma degli incauti .

Siamo al paradosso, per la legge se sei sprovveduto , incauto , non attrezzato con tutte le aggravanti , ma sei ferito con un problema sanitario sei assolto, se sei illeso paghi . Se  per qualsiasi ragione e variabile , e in montagna ve ne sono tante , viene diagnosticato il codice bianco paghi .  Quando poi si parla del rischio dei soccorritori non cambierà nulla perché in ogni caso noi del soccorso dovremo intervenire .

Quando  si dice che un intervento inutile con l’ elicottero potrebbe distogliere da necessità più  gravi ci si dimentica che negli interventi , con le basi integrate la priorità va sempre per gravità .

I costi maggiori delle basi di elisoccorso sono costi fissi , di servizio sia che vengano o no utilizzate. Sono 1000 gli interventi annui di soccorso alpino ,  1,2 per cento  dei circa 80 mila interventi di emergenza in regione Lombardia . Il numero degli interventi  così detti inutili in zone di montagna sono qualche decina e sono in percentuale così bassa sul totale che farli pagare non inciderà a diminuire i costi ma come ho spiegato li aggraverà . Se si vuole introdurre un Ticket o una partecipazione ai costi lo si faccia su tutti gli interventi , compresi quelli di imprudenza stradale e quant’altro .

Non si usi l ‘ alibi degli Sprovveduti  che sempre ci saranno e non solo in montagna , per nutrire il senso comune del cittadino che pensa che è giusto far pagare perché è giusto , ma si faccia un ragionamento diverso e si intervenga sui costi veri,  dove forse si può anche risparmiare .

Per fare un esempio, sapete quanto costano le decine e centinaia di interventi dell’ elisoccorso per i recuperi sulle piste da sci ?.  Costi , questi si  che dovrebbero a mio avviso essere coperti da una assicurazione integrativa del giornaliero ma che invece sono a carico del servizio pubblico . La relatrice della legge se ne è guardata bene dal toccare l’argomento.

E’ più semplice intervenire su quei pochi interventi agli  sprovveduti in montagna che fa più clamore senza cambiare nulla con l’ illusione di educare e cambiare le statistiche . E’ più semplice fare leva sulla percezione veicolata dalle cronache dei media e smentita dalle statistiche di una montagna frequentata da sprovveduti e dalla retorica di soccorritori semi eroi che rischiano la vita .

La superficialità e la mancanza di analisi è preoccupante e ancor più , concedetemi la provocazione , quando arriva ed è pontificata dai guru e dai predicatori professionisti della montagna . Se si vuole iniziare a fare prevenzione , La Montagna e le realtà ad essa collegate devono uscire dalla logica del  “ è giusto o sbagliato far pagare “ , ma devono aiutare la politica ad intraprendere iniziative vere di prevenzione , così da  investire oggi per il domani , dove si spera ci sarà  qualche Sprovveduto in meno. Per ragioni economiche abbiamo massificato la frequentazione della montagna e la maggior parte degli interventi sono agli  “ escursionisti della domenica “ .

Ne è prova che sul totale dei soccorsi solo circa il cinque per cento è iscritto al Cai e coperto da assicurazione . Questo dimostra anche che dove si fa cultura della montagna il problema è minimo . La prevenzione per questa massa di incompetenti consumatori passa dal fare rete con un sistema informativo  . Una cartellonistica dettagliata  dei luoghi e dei percorsi , la manutenzione dei sentieri e delle vie di arrampicata , il coinvolgimento degli operatori e gestori del territorio montano .

Se poi il problema dei costi è reale lo si dichiari e lo si affronti in generale . Non si introducano norme ridicole e a mio avviso anticostituzionali come lo sconto del 30 per cento ai lombardi  . E’ chiaro che esiste un problema che è un problema trasversale dalla montagne alla pianura  e pone delle domande e risposte diverse , anche qualora ci fosse un obbligo assicurativo a coprire i costi . Bisogna iniziare un percorso che non parta dalla sanzione e  non si utilizzi la Montagna come il campo di prova per limitare dei servizi essenziali”.

Franco Lozza