Omicidio stradale, mamma Croce: “E’ solo una presa in giro”

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Croce Castiglia
Croce Castiglia
Croce Castiglia

 

LECCO – Attendeva quella legge da quasi cinque anni, tanti ne sono passati dal drammatico incidente che ha provocato la morte di suo figlio Matteo, eppure il via libera al Senato per il reato di omicidio stradale ha lasciato tanta amarezza in Croce Castiglia:

 

“Ci hanno dato un contentino e dovremo lottare ancora per averne un altro. Si prendono gioco del sangue dei nostri figli”. E’ il commento durissimo della madre di Matteo La Nasa riguardo al disegno di legge approvato giovedì a Palazzo Madama.

Matteo La Nasa
Matteo La Nasa

Era il 18 luglio 2010 quando l’auto condotta da un 20enne è uscita di strada e dopo un volo di diverse decine di metri si è abbattuta sul giardino del bar “Caminetto” a Versasio travolgendo il giovane Matteo, di soli 18 anni, seduto a un tavolino con fidanzata e parenti.

Dopo sedici mesi di coma, il ragazzo non ce l’ha fatta ed è morto all’ospedale di Lecco il 21 novembre 2011. Nel settembre dello scorso anno il Tribunale ha condannato Davide Vassena, il giovane alla guida dell’auto che ha travolto Matteo, a due anni di reclusione con pena sospesa. Una sentenza che ha lasciato basita la famiglia La Nasa che si sarebbe aspettata di vedere aprirsi le porte del carcere per il responsabile della morte del proprio figlio.

La decisione del giudice non ha fatto che alimentare la rabbia e inasprire la battaglia portata avanti da Croce Castiglia fin dai mesi successivi al tragico incidente di Versasio, per chiedere “pene giuste” nei confronti dei pirati della strada.

Il luogo dell'incidente al Caminetto di Versasio
Il luogo del drammatico incidente al Bar Caminetto di Versasio

La legge in discussione in Parlamento, che dopo il “sì” al Senato dovrà tornare alla Camera, prevede il carcere da otto a dodici anni per omicidio colposo commesso da un conducente in stato di ebbrezza alcolica, con un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro, o sotto l’effetto di droghe, e tra i sette e i dieci anni di carcere se l’omicidio colposo stradale viene commesso in stato di ebbrezza alcolica con tasso alcolemico superiore a 0,8 ma non superiore a 1,5 grammi per litro.

La stessa pena verrebbe applicata se l’incidente mortale è causato da un eccesso di velocità, pari o superiore al doppio del limite consentito. La patente potrà essere revocata tra i 15 e i 20 anni se il conducente risulta ubriaco o drogato e 30 anni se, oltre allo stato di alterazione, ha superato il limite di velocità.

Noi e le associazioni come la nostra chiedevano una legge che prevedesse l’ergastolo della patente ma non vogliono farlo passare perché ci sono troppi interessi in ballo. Cinque mila morti all’anno sulle strada corrispondono a 5 mila guidatori che, senza patente, non pagherebbero più assicurazioni, benzina, bolli…. Questa è una lobby e non il valore della vita che sta vicendo” spiega Croce Castiglia.

Croce Castiglia
Croce Castiglia alla “Vita in diretta”

A pesare sul giudizio della madre di Matteo La Nasa, presidente dell’omonima associazione dedicata alle vittime della strada e ai loro famigliari, è anche l’approvazione di due emendamenti a firma dei senatori Luis Orellana (ex M5S) e Marco Filippi (Pd) che escludono l’estensione dell’omicidio stradale (con pena fissata tra i 7 e gli 10 anni di carcere) ai casi di morte causata a seguito di passaggio con semaforo rosso, guida contromano o sorpasso in corrispondenza di un attraversamento pedonale.

“Se fai inversione a “U” e ammazzi qualcuno non sarà omicidio stradale, neppure se travolgi e uccidi un pedone sulle strisce pedonali o se provochi un investimento sorpassando. Personalmente reputo i politici e giudici, che non applicano le leggi che già esistono, complici dei nostri assassini. L’ho detto anche a Renzi”.

Croce Castiglia ha avuto l’occasione di incontrare il premier all’esterno degli studi della Rai, dopo essere stata ospite della “Vita in Diretta”, mentre il presidente del Consiglio usciva dallo studio di Porta a Porta (il video)

“Ho avuto modo di parlare con Renzi per una decina di minuti prima che salisse in auto e gli ho detto chiaramente ciò che penso, ovvero che la politica non vuole davvero questa legge. Lui mi ha dato il suo numero di telefono dicendomi di contattarlo dopo le elezioni per fissare un incontro. A fine settimana lo chiamerò. Sicuramente saremo ancora più agguerriti perché quanto approvato ieri è una vergogna e una presa in giro”.