Pakistano espulso per terrorismo, l’Imam di Lecco lo difende

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Usama al Santawy

 

Usama al Santawy
Usama al Santawy

LECCO – “Aftab Farooq è una vittima dell’ingiustizia. Mi fido di questo ragazzo, di questo mio fratello. Una delle persone più calme e dolci mai conosciute. Che il Ministro Alfano mi dimostri la sua colpevolezza”.

L’Imam del Centro Culturale Assalam di Chiuso Usama El Santawy ha commentato pubblicamente, attraverso un post su facebook, l’arresto del 26enne pakistano arrestato lo scorso lunedì ed espulso dal paese con l’accusa di essere un aspirante combattente dello Stato Islamico. Secondo le autorità il giovane, residente a Vaprio d’Adda ed ex giocatore della nazionale di Cricket italiana, stava progettando un attentato all’aeroporto di Orio al Serio. Le manette sono scattata lunedì a Varese e per il 26enne, magazziniere, è stato emesso un decreto di espulsione immediato da parte del Ministro dell’Interno Angelino Alfano.

Aftab Farooq è così tornato in Pakistan dove attualmente si trova a piede libero: una contraddizione che non ha mancato di suscitare perplessità e solidarietà tra i membri delle comunità musulmane, tra cui quella lecchese. E’ stato proprio l’Imam El Santawy a difendere pubblicamente il 26enne, in un messaggio lasciato sulla pagina facebook: “Aftab verrà rimpatriato in Pakistan per non aver commesso nulla ma per il semplice dubbio di qualcuno – ha scritto l’Imam – che Allah ti sostenga fratello mio, trattengo le lacrime. Non dispiacerti se i grandi nomi di questa comunità non diranno una sola parola in tuo favore…hanno la loro immagine e il loro personale progetto da portare a termine. In questo progetto non c’è quel del salvaguardare l’onore degli oppressi”.

 

“Io non posso garantire per nessuno e non posso sapere cosa pensa la gente – ha spiegato al telefono El Santawy – ma Aftab era conosciuto da molti: si parla di un Comune intero, di associazioni con cui collaborava, persino di un’associazione sportiva, quella del cricket, che hanno testimoniato tutte a suo favore. Il minimo che viene richiesto in questi casi è giustizia: io ho la stessa preoccupazione di ogni cittadino e penso che la sicurezza sia importante, ma in questo caso è stato deciso tutto troppo in fretta, quest’uomo è stato arrestato ed espulso, senza nessuna accusa formale”.

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Angelino Alfano, Ministro dell’Interno

Così l’Imam si è schierato in difesa del 26enne: “Si è innocenti fino a prova contraria, e qui siamo di fronte ad un caso di innocenza fino a prova contraria. Penso che un politico come Alfano che ha tutti i mezzi per distinguere un vero terrorista, da uno presunto, a un innocente, debba utilizzarli al meglio e non prendere provvedimenti così duri stando a voci e ipotesi” ha proseguito El Santawy, per il quale la vicenda del pakistano è stata una vera e propria “esecuzione pubblica”: “Questa storia è stata buttata nel teatro mediatico, si pensa di aver risolto un problema con questa espulsione ma in realtà se ne sono creati altri: un’intera famiglia è stata distrutta e i cittadini continuano a non essere tranquilli, in più tra due o tre anni lui potrebbe chiedere il risarcimento per i danni subiti e l’Italia sarà costretta a pagarli, è già successo, non è una novità”.

A sostenere la tesi dell’innocenza di Aftab vi sarebbe poi la circostanza che ha visto il giovane essere rimpatriato senza scorta e, ora, vivere in Pakistan da uomo libero: “Se uno è un vero criminale viene trattato di conseguenza, non si lascia a piede libero, hanno paura possa compiere attentati solo in Italia? Non potrebbe farli anche in Pakistan?” ha domandato El Santawy.

L’auspicio, per l’Imam, è che presto venga fatta giustizia su una vicenda che contribuisce a gettare i cittadini nell’ombra della paura, alimentata da provvedimenti affrettati, secondo l’Imam “non verificati a fondo”: “La sicurezza è importante, sono d’accordo: l’Italia dovrebbe impegnarsi meno in guerre e viceversa investire nei mezzi che lo Stato ha a disposizione per la protezione dello stesso. Ritengo l’intelligence di questo Paese molto competente rispetto a quanto accade in altri paesi europei, forze dell’ordine e reparti di sicurezza vanno rinforzati, non indeboliti, anche per evitare casi come questi” ha concluso El Santawy.