Palazzina “pendente” di via Cimabue: disagi e costi per gli inquilini

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LECCO – Pavimenti che si sollevano, porte che non si aprono, box da puntellare, crepe che vengono controllate quotidianamente: questo scandisce la giornata degli inquilini del condominio di via Cimabue che dal 2005 vivono in una palazzina “pendente” (di 10 cm verso il lato strada) a causa dei danni che sarebbero stati provocati durante gli scavi per la galleria per la Lecco –Ballabio.

Danni calcolati dagli inquilini per oltre 1,8 milioni e stimati da Anas in poco più di 1 milione di euro; soldi che, ad oggi, i residenti non hanno ancora ricevuto.

Danni condominio via Cimabue (5)“Abbiamo già stilato la lista delle opere necessarie per ripristinare immobile ma si tratta di lavori onerosi per i residenti e potremo realizzarli sono quando ci sarà elargito il rimborso – spiega l’avvocato Eugenio San Gregorio, amministratore della palazzina per l’Isolago Gestimmobili – L’unica cosa che ci fa stare tranquilli è che i tecnici hanno escluso situazioni di pericolo, ma i disagi per gli abitanti restano elevati”.

Disagi e costi: secondo quanto calcolato finora, la lunga trattativa legale è costata i residenti circa 150 mila euro.

“Alla fine di questo percorso i condomini hanno firmato il verbale di accettazione, pur mandando giù un boccone amaro visto l’importo proposto da Anas – ha proseguito l’avvocato – accordo che hanno accettato purché il pagamento venisse in tempi brevi. Da almeno un anno e mezzo, però, agli uffici milanesi della società ci riferiscono che la pratica è gestita da Roma che per ora tace”.

Così i residenti hanno deciso di intraprendere la via giudiziaria: “Se ci fosse stata un’alternativa l’avremmo presa in considerazione – ha spiegato l’amministratore – ma davanti a un muro di gomma ci aspettiamo che sia ora la magistratura a sbloccare la situazione”.

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