Per 30cm i mezzi non passano e non puo’ andare a casa

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LECCO – Ha vissuto per 29 anni abbarbicato sui verdi prati che stanno ai piedi del monte Medale ridando vita a una vecchia cascina, chiamata La Cua, ora divenuta un’accogliende baita. Ha trascorso la vita tra conigli, galline, capre, qualche mucca, e tutte quelle attività di montagna: prati da tagliare, alberi da potare, l’orto, fare legna per l’inverno… Insomma una vita all’aria aperta e con lui la moglie Paola e i figli Giulio e Massimo. Ma Giacomo Redaelli, classe 1931, dallo scorso mese di ottobre non riesce più a raggiungere la sua abitazione, alcuni problemi di salute non gli permettono più di deambulare e così, l’unico modo raggiungere la sua casa, è quello di montare su un carretto trainato da un piccolo trattore guidato dai figli, il solo mezzo (eccezion fatta per le motociclette) che passa tra le strette viuzze di Laorca e capace di sfilare in un punto critico, dove nessun altro veicolo a motore riesce transitare. Così, da qualche mese, il signor Redaelli è ‘relegato’ tra le mura di un appartamento a San Giovanni, malinconico e col cuore triste.

 

Eppure, un modo per risolvere il problema ci sarebbe, allargare di soli 30 centimetri un piccolissimo tratto di strada (quattro metri o poco più in lunghezza) giusto quanto basta per guadagnare quel po’ di spazio e consentire il transito di un quad biposto (quelle specie di moto a 4 ruote) sul quale poter far sedere comodamente il signor Giacomo facendogli comppiere un viaggio ‘umano’ e, ma soprattutto sicuro e in caso di urgenze un trasporto celere.

“Siamo disposti a fare l’intervento a nostre spese  – spiega il figlio Giuglio – non chiediamo nulla a nessuno, ma vedere il papà soffrire così è davvero brutto. Basterebbe davvero poco, anche perchè è un lavoro che si riesce a fare in una sola giornata”. E a dire il vero Giulio si è già informato per poter intervenire: “Siccome il punto critico è tra l’inizio di via Crogno e la scalinata che porta al cimitero di Laorca, ho chiesto a don Emilio Colombo il permesso di poter effettuare l’allargamento. Lui si è reso subito disponibile, ma pochi giorni dopo mi ha richiamato informandomi che via e scalinata sono del Comune e non della parrocchia. Così ho cercato di dialogare con gli uffici comunali, ma è sempre difficile farsi ascoltare e così sono passati ormai sette mesi con l’estate che bussa alle porte. Chiediamo solo che chi di dovere ci dia ascolto e ci permetta di fare questo piccolo intervento. O forse è vero che esistono cittadini di serie A e di serie B?”.

Il punto critico