Festa dell’Arma tra valori e commozione

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Si è celebrato in tutta Italia il 197° anno di vita dell’arma, nata nel 1814 con funzioni sia civili che militari, caratteristica ibrida che mantiene tutt’oggi, come  dimostra anche l’ultimo caduto dell’Arma, il tenente colonello Cristiano Congiu, morto due giorni fa in Afghanistan e oggi ricordato con commozione dal comandante provinciale Marco Riscaldati.

Location che all’ultimo è stata cambiata per via del maltempo, da piazza Garibaldi la kermesse è stata trasferita al Palataurus dove hanno sfilato tutti i reparti del comando provinciale di Lecco compresi gli sciatori e rocciatori, gli addetti alla motovedetta e le unità cinofile. A fianco dei carabinieri in servizio era inoltre schierata una rappresentanza del nucleo di protezione civile dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Lecco.

Alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose della provincia e di una rappresentanza degli alunni della scuola primaria Damiano Chiesa di Lecco sono stati premiati gli uomini, protagonisti di importanti azioni rilevanti.
Nella più martoriata Brianza le medaglie raccontano di rapine sventate, bottini recuperati e retate antidroga, a Lecco di una sventata rapina a una farmacia, arresti per traffico di cocaina a Calolziocorte, il salvataggio di una donna dalle acque del lago, l’arresto di un evaso per cui anche un bel cane lupo ha ricevuto la sua onorificenza. Leggi qui il nome dei valorosi carabinieri insigniti dalle onoreficenze e le motivazioni.

Se questi sono gli atti più eclatanti, per il tenente colonello Marco Riscaldati non sono le cifre e le statistiche a raccontare pienamente l’attività dei carabinieri, perché non rilevano quel essere ammortizzatori di piccoli scossoni sociali, quali le liti private, magari in famiglia, tra vicini, tra adolescenti e nelle situazioni di disagio. “I Carabinieri sanno essere confessori, difensori e tutori, rivolti sia a chi è deviato nello spirito sia a chi è vittima … Sovente l’attività del carabiniere incide sul destino di uomini in situazioni di inferiorità o di sofferenza, vittime o delinquenti, schiavi di deviazioni e vizi. Ebbene, in presenza di tali circostanze, coscienza, sobrietà e discrezione non sono meno importanti di perizia, abilità e competenza. E questo impegno spesso trova la sua unica, silenziosa gratificazione nell’apprezzamento e nell’affetto della gente“. Ha affermato il comandante, aggiungendo poi un forte appello alla società civile per un maggiore contributo all’azione di prevenzione: “Tutti devono sentirsi protagonisti e coinvolti, nel proprio ambito di responsabilità, secondo le proprie competenze, specificità e possibilità. Non solo le Istituzioni a ciò preposte e le Forze di Polizia, ma anche gli enti locali, la scuola, l’associazionismo, il volontariato, la famiglia, ogni singolo cittadino. Insomma, ogni presidio sociale deve ergersi a sentinella per poi coagularsi, catalizzando su di sé forme di prevenzione“.

Il discorso del comandante dopo i saluti di rito, ( leggi qui il testo integrale)  aveva preso il via da un forte riferimento alla storia dei Carabinieri che ha visto tutti gli eventi storici dell’Italia unita ad iniziare dalla sua nascita ed ha avuto una impuntatura di commozione e lacrime al ricordo di Cristiano Congiu, l’ufficiale freddato un paio di giorni fa in Afghanistan. Riscaldati lo conosceva, ne è stato collega nei primi anni di servizio nell’Arma.

Prima della cerimonia del Palataurus, Riscaldati ha reso omaggio ai caduti dell’Arma deponendo una corona d’alloro ai piedi del monumento che si trova nella sede provinciale.

L’Arma dei Carabinieri fu fondata, ricordiamo, da Vittorio Emanuele i di Savoia il 13 luglio 1814, con l’istituzione del corpo dei Carabinieri Reali. La festa viene peroò celebrata il 5 giugno poiché in tale data, nell’anno 1920, l’Arma venne insignita della medaglia d’oro al valor militare quale tributo per le gesta compiute da numerosi reparti nel corso della 1^ guerra mondiale.