Profughi a Mandello. “Confrontiamoci, ma non faremo la guerra ai poveri”

Tempo di lettura: 4 minuti
Un momento dell'incontro all'Oratorio"Sacro Cuore" sul progetto di accoglienza dei migranti.
Un momento dell’incontro di mercoledì 16 novembre all’Oratorio “Sacro Cuore” di Mandello sul progetto di accoglienza dei migranti.

 

MANDELLO – “La cosa più triste sarebbe fare la guerra ai poveri. E’ un errore che non dobbiamo commettere”. E ancora: “Non dobbiamo fare neppure una guerra politica con chi è chiamato a gestire queste situazioni ai più alti livelli, ma invece dobbiamo farci trovare pronti ad affrontarle e a viverle nel migliore dei modi”.

E’ racchiuso in queste due considerazioni – la prima del sindaco di Abbadia Lariana, Cristina Bartesaghi, la seconda del primo cittadino di Mandello, Riccardo Fasoli – il senso del progetto di accoglienza dei profughi (in totale una decina) destinati a essere ospitati proprio a Mandello in un’abitazione in via alle Villette, costituita da due appartamenti, messa gratuitamente a disposizione da una privata cittadina.

Per illustrare l’iniziativa e al tempo stesso dar voce alla cittadinanza mercoledì 16 novembre si è tenuto nel salone dell’Oratorio Sacro Cuore un incontro pubblico. A guidarlo – con il parroco don Pietro Mitta e, come detto, con i due sindaci di Mandello e Abbadia Lariana – Renato Ferrario e Roberto Castagna, rispettivamente presidente e responsabile del “progetto migranti” della Cooperativa Arcobaleno, incaricata dalla Caritas di gestire l’accoglienza.

Lo striscione esposto da CasaPound Italia durante l'incontro pubblico.
Lo striscione esposto da CasaPound Italia durante l’affollato incontro pubblico.

 

“Non è già tutto deciso come qualcuno potrebbe pensare – ha premesso don Pietro – perciò questa sera vogliamo confrontarci su ciò che è stato ipotizzato in previsione dell’attuazione del progetto portato avanti dalle parrocchie del vicariato di Mandello, dalle due amministrazioni comunali e dalla stessa cooperativa lecchese”.

Renato Ferrario, a sinistra, e Roberto Castagna, della Cooperativa Arcobaleno.
Renato Ferrario, a sinistra, e Roberto Castagna, della Cooperativa Arcobaleno.

Il parroco ha ripercorso il cammino, iniziato a inizio anno, che dovrebbe appunto sfociare nell’attuazione del progetto di accoglienza, prima che Renato Ferrario e Roberto Castagna presentassero l’attività svolta dalla cooperativa, che opera da 15 anni sul fronte dell’accoglienza agli stranieri che giungono nel nostro territorio, e le modalità di gestione del progetto stesso, con le problematiche che inevitabilmente si vengono a determinare.

“Dobbiamo riconoscere la dignità e le capacità delle persone che decidiamo di accogliere – hanno detto – e metterle in condizione di esprimere appunto le loro qualità nel miglior modo possibile, considerato tra l’altro che gli immigrati che potrebbero arrivare sul territorio saranno in prevalenza molto giovani”.

“Non siamo noi a prendere decisioni in merito al fenomeno immigrazione – ha affermato il sindaco Fasoli – ma realisticamente dobbiamo prendere atto che il problema c’è e affrontarlo con il giusto senso di responsabilità, facendoci trovare pronti a dare tutti una mano, senza aspettare che siano altri a risolverlo in un modo o nell’altro e senza dimenticare che la presenza di piccoli gruppi, come dovrebbe essere il caso del progetto portato avanti per Mandello, può favorire l’integrazione”.

Riccardo Fasoli e Cristina Bartesaghi, sindaci di Mandello e Abbadia Lariana.
Riccardo Fasoli e Cristina Bartesaghi, sindaci di Mandello e Abbadia Lariana.

“E’ positivo che le accoglienze siano sempre più concordate con le comunità locali come sta avvenendo – ha detto dal canto suo il sindaco di Abbadia, Cristina Bartesaghi – e in effetti il percorso a suo tempo avviato ci piace, perché se ci si confronta sul da farsi i problemi si superano”.

Decisamente animato il dibattito che ne è seguito, tra contrari e favorevoli all’accoglienza in paese degli immigrati. “Tra coloro che giungono in Italia i profughi sono la minoranza – ha obiettato un cittadino – e non tutti provengono da zone di guerra, perciò occorre porre un freno all’immigrazione”.

“Ci mettete di fronte al fatto compiuto – ha contestato un altro – e a un progetto politico di accoglienza che ormai c’è già”. “Vivevo a Milano e qualche tempo fa mi sono trasferito a Perledo – ha obiettato un altro giovane – ma purtroppo anche lì sto assistendo a un film già visto”.

“Aspettiamo a giudicare e a mettere qualsiasi etichetta su chi potremmo ospitare sul territorio comunale”, ha detto ancora il sindaco Fasoli prima che alcuni tra i presenti, poi allontanatisi dalla sala, srotolassero e mostrassero uno striscione con la scritta “No immigrazione” e la firma di CasaPound Italia.

incontro-profughi_mandello-7

Testimonianze a favore del progetto sono state tra l’altro portate da chi a Lecco insegna la lingua italiana ai richiedenti asilo. “Grazie a questa esperienza sono cresciuta tanto – ha detto una di loro – ed entrare in contatto con chi fugge dalla miseria e dalla disperazione è un vero e proprio arricchimento”.

“La paura è una cosa, la realtà è un’altra ed è ben diversa – ha evidenziato un’altra insegnante – perché loro sono ragazzi né più né meno come i nostri, soltanto più sfortunati”. “E a volte – ha aggiunto – la paura nasce dall’ignoranza”.