Protesta all’inceneritore, appello ai sindaci contro il Teleriscaldamento

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VALMADRERA- Proteste fuori dalla sede di Silea nel giorno in cui i sindaci lecchesi sono chiamati a confermare l’atto di indirizzo sul teleriscaldamento, a partire dall’acquisto della nuova turbina per l’inceneritore di Valmadrera.

Si tratta di un investimento da 8,5 milioni di euro per un turbo-gruppo, l’anticamera del progetto di Teleriscaldamento che consentirebbe al forno di Valmadrera di diventare un termovalorizzatore e scaldare, con l’energia prodotta, le case dei comuni vicini, compresa parte del capoluogo, ma che ha creato anche forte contrarietà per il timore della necessità di incrementare la mole di rifiuti prodotti. Quasi 400 manifestanti sono sfilati in corteo lo scorso sabato chiedendo lo spegnimento dell’inceneritore, privilegiando una gestione differente dei rifiuti, più attenta alla salute dei cittadini.

“Oggi si decide il destino del forno – ha spiegato Felice Airoldi del coordinamento – se acquisteranno la turbina, ci terremo l’inceneritore per i prossimi 40 anni. E’ una mossa propedeutica al Teleriscaldamento, si rammoderna il forno per metterlo in condizione di poter realizzare quel progetto. La paura dei cittadini è che con una nuova turbina, il massimo carico di rifiuti bruciati venga aumentato ancora una volta”.

Per questo il coordinamento ha inviato in questi giorni una mail ai sindaci lecchesi chiedendo di ‘mettere nero su bianco la chiusura dell’inceneritore entro il 2014 (data di rientro dei precedenti investimenti) senza sostituire la turbina’ e di affossare il Teleriscaldamento, dal costo complessivo di 80 milioni di euro.

 

“Questa spesa – ha scritto ai sindaci il coordinamento – saremo costretti ad ammortizzarla importando i rifiuti, sicuramente oltre il 2024 e addirittura oltre il 2030 (fine dell’Autorizzazione Integrata Ambientale), e chissà per quanti anni ancora a venire, visto che quelli che produciamo noi come Provincia, già ora, non sono sufficienti per tenere economicamente in vita il forno. Quello che vi chiediamo è di tutelare la nostra salute e, perché no, anche i nostri soldi”.

La vecchia turbina, sottolinea dal coordinamento Marco Malpetti, “non necessiterebbe di una sostituzione, sappiamo che lo scorso anno ha incrementato la propria capacità. Prima di prendere questa decisione si sarebbe dovuto almeno attendere l’esito dello studio epidemiologico sugli effetti che l’inceneritore produce sui cittadini”.

Il coordinamento ha già annunciato che potrebbe ricorrere alla magistratura, presentando un esposto per valutare il sussistere di reati quali inquinamento ambientale, omissione di atti di ufficio e abuso di ufficio.