Provincia: i lavoratori si mobilitano contro i tagli del Governo

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Provincia - Villa LocatelliLECCO – Contro i tagli e la riforma del Governo, i lavoratori della Provincia di Lecco hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione che sarà revocato solo in caso di revisione della manovra economica riguardante gli enti provinciali prevista dalla legge di Stabilità.

“Gli obiettivi di contenimento della spesa pubblica assegnati alle Province, perseguiti in modo convergente da manovre di finanza pubblica già vigenti e da quelle proposte dal Governo, sono gravidi di conseguenze negative. I dipendenti della Provincia di Lecco, preoccupati degli effetti che tali obiettivi produrranno sulla capacità dell’ente di erogare i servizi e di assicurare il mantenimento dell’occupazione, denunciano la loro insostenibilità” spiegano i rappresentanti sindacali della RUS e dei sindacati del settore pubblico di CIGL, CISL e UIL.

Gli effetti denunciati dai sindacati riguardo alle manovre finanziarie in atto “consistono nella drastica riduzione di vitali risorse finanziarie per il funzionamento dell’Ente, sia alla ulteriore riduzione di spesa che la Provincia di Lecco, unitamente alle altre Province, sarà costretta a subire se saranno confermate le previsioni contenute nel DDL stabilità 2015-2017.”

Il tutto per minori risorse alla Provincia di Lecco pari ad oltre 3 milioni di euro secondo quanto spiegato dai sindacati rispetto alle norme già in vigore e in 8 milioni nel 2015, circa 15 milioni di euro nel 2016 e circa 28 milioni di euro nel 2017 se verrà confermata la manovra ora in discussione.

“Pertanto, Limitandosi al solo 2015, il bilancio provinciale subirebbe un taglio di risorse di almeno il 20%! – denunciano i sindacati – È di tutta evidenza che l’esiguità delle risorse di cui disporrebbe la Provincia di Lecco, determinerebbe inevitabilmente una grave situazione di squilibrio finanziario, con inevitabili riflessi sia sulla capacità di rispetto del patto di stabilità, alla cui violazione sono associati anche effetti sanzionatori, sia sulla configurazione di una situazione di dissesto finanziario, non dovuta a dissennatezze amministrative ma, paradossalmente, quale effetto di una apparente rigorosa pianificazione delle manovre finanziarie in atto!”

È importante evidenziare, altresì, che minori risorse finanziarie per il contenimento della spesa, seppure in misura relativa assai inferiore rispetto alle Province, sono previste anche a carico di Regioni e Comuni. Tali enti sono coinvolti direttamente nel processo di riforma previsto dalla Legge 56/2014, dalla quale si attende un profondo riordino amministrativo che, tuttavia secondo i sindacati, non avrebbe trovato ancora compimento, mancando i provvedimenti regionali che dovranno definire il trasferimento di funzioni, beni, risorse e personale.

“Non sfugge, perciò, la problematicità connessa al fatto che questi enti, a fronte di importanti tagli di risorse finanziarie ai propri bilanci, sono chiamati a farsi carico di nuove funzioni che dovranno acquisire dalle Province, le quali intanto e in attesa che siano ridefinite le competenze tra enti di area vasta, comuni, regioni e stato, sono tenute a garantire i servizi, pur venendo private delle necessarie risorse finanziare – proseguono i rappresentanti dei lavoratori – Nello stesso tempo non sfugge che con uno scenario come quello descritto, allo stato attuale tutt’altro che ipotetico, le incertezze sul futuro assetto dell’ente di area vasta e le relative funzioni sono destinate ad accentuarsi. Sono ben oltre la condizione di rischio le risorse destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria e al riscaldamento delle scuole superiori, alla sicurezza e gestione della rete stradale, al dissesto idrogeologico – più che mai attuale- e a numerosi altri servizi, fra cui quelli per la formazione e i centri per l’impiego”.

Particolarmente incerto risulterebbe il futuro dei lavoratori precari, ancora e dopo anni senza un piano di stabilizzazione, che in Provincia di Lecco ammontano a 8 unità .

“Dal quadro descritto emerge, con tutta evidenza, un attacco fortissimo ai servizi ai cittadini, poiché non basta proclamare le riforme, ma occorre finanziarle. Per assicurare l’occupazione e il lavoro, la manutenzione delle strade, la pianificazione del territorio e la salvaguardia dell’ambiente, la gestione delle scuole e i servizi cui hanno diritto i cittadini, il Governo deve avere ben chiaro che non bastano la forza del pensiero e le battute ad effetto, ma sono necessarie scelte politiche e di governo coerenti e tangibili”.