Pubblico impiego in calo, scuola e sanità 1° per occupazione

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lavoro uffici

LECCO – Istruzione al primo posto per numero di addetti, seguita dalla sanità ed infine dagli enti locali e statali: è questo il quadro della Pubblica Amministrazione nella provincia lecchese disegnato dallo studio realizzato dall’Osservatorio Provinciale del mercato del lavoro e curato dal Gruppo Clas, presentato giovedì mattina in Provincia.

Nel 2011 erano 11.700 i  dipendenti pubblici nel lecchese, un numero in calo del 3% circa (-350 lavoratori) rispetto al 2001 e di poco in crescita guardando al censimento del 1991, quando gli operatori erano 11.368.

La statistica colloca Lecco tra le province lombarde con minor peso rispetto al numero di residenti, circa 38 addetti ogni mille abitanti (4° provincia lombarda) e si stima che gli operatori pubblici rappresentino  il 9,3% del totale dei lavoratori in provincia (5° posto rispetto alle altre province in Lombardia).

Nel 2013 il numero degli addetti è sceso a 11.580, di oltre mille unità rispetto ai dati di fine 2005. In questi anni sono diminuiti i contratti a tempo determinato, dal 13,5% del 2005 all’11,5% del 2013. Il tutto è dovuto alla riduzione delle assunzioni e alla norme restrittive in materia di spesa pubblica.

“Con l’istituzione della Provincia di Lecco si temeva un aumento dei lavoratori pubblici – spiega Gianni Menecatti del gruppo Clas – invece dal 1995 non si  è generata una particolare crescita. Nella Pubblica Amministrazione esiste una larga presenza di lavoratrici femminili e i nuovi ingressi sono rappresentati da personale qualificato, in genere laureati che vengono assunti nel mondo scolastico, sanitario e negli enti amministrativi”.

Un virtuosismo che differenzia Lecco da altre province italiane ma il rischio è quello di avere enti sottorganico e meno efficienti nell’erogare servizi al cittadino: “La competitività di un territorio dipende anche da servizi chiari, trasparenti e tempestivi – sottolinea il segretario generale della Camera di Commercio, Pulsoni – il venir meno dell’efficienza della Pubblica Amministrazione apre alla desertificazione territoriale”.

Lo sa bene il segretario generale della Provincia di Lecco che, in occasione della presentazione dello studio, ha ricordato il taglio del 50% del personale di Villa Locatelli che andrà ad  imporre la legge di stabilità al vaglio del Governo.

scuolaSCUOLA

Il sistema dell’istruzione è quello che in provincia di Lecco vanta il maggior numero di addetti: circa 4600, corrispondente al 39% del totale dei lavoratori pubblici. Un numero in leggera flessione rispetto al 2009, quando i lavoratori del settore avevano superato quota 5.300.

A ridursi in misura rilevante è la presenza di docenti a tempo determinato che da mille unità nel 2009 è scesa a 370 nel 2013.  Da sottolineare che per alcuni di questi lavoratori è scattata l’assunzione in ruolo ma nell’ultimo quinquennio si è registrato un aumento di 200 dipendenti a tempo indeterminato contro i 900 che invece hanno perso l’impiego precario.

Negli istituti superiori si contano 200 lavoratori in meno dal 2009 mentre nelle scuole secondarie di primo grado il taglio è stato di 240 insegnati. Meno pesante la riduzione di personale nella scuola primaria (-160 docenti) e in quella dell’infanzia (-30 lavoratori) anche se in quest’ultima i numeri complessivi del personale rappresentano una fetta limitata sul totale dei lavoratori del mondo scolastico (9,2%).

medicoSANITA’

Il sistema sanitario, dopo quello dell’istruzione, rappresenta il secondo ambito occupazionale per la Pubblica Amministrazione lecchese: si parla di 3800 lavoratori, in aumento del 13% (450 dipendenti) rispetto al 2015.

Di questi, oltre 2 mila hanno trovato occupazione all’Ospedale di Lecco che rappresenta l’ente pubblico con maggiori addetti in provincia, seguito dall’ospedale di Merate con 820 dipendenti e dall’ASL con 541 lavoratori.

Non a caso la crescita di occupazione ha toccato in modo particolare l’azienda ospedaliera (+12% dal 2009) con l’incremento maggiore di lavoratori al Manzoni (+250 lavoratori).

Ad incrementare è stato soprattutto il numero di personale infermieristico (+160), quello tecnico e degli assistenti sociali (+60), del personale OTA-OSS (+50) di medici e dirigenti (+40) e del personale amministrativo (+20).  A diminuire è il solo personale ausiliario e dei servizi assistenziali (-40 unità).

L’ASL di Lecco a fine 2013 erano invece presenti 541 addetti, con un leggero trend negativo rispetto al 2005 quando si contavano 571 lavoratori.

Comune - ENTI LOCALI E STATALI

Se la scuola si mantiene stabile a livello occupazionale e nel comparto sanitario si è addirittura verificata una crescita, negli enti locali e statali il numero di addetti è invece in forte flessione. Questo comparto in provincia di Lecco concentrava il 13,7% dei dipendenti pubblici nel 2005 ed è sceso al 10% nel 2013.

I tagli dal 2008 hanno provocato una perdita di 250 posti nell’area lecchese (-18%). Calano di una ventina i posti di lavoro nelle sedi territoriali del ministero della Giustizia e dell’Interno (tribunale, procura, prefettura, questura…) , così come nelle agenzie (dell’Entrate, del Territorio,  delle Dogane).

Pressoché invariata invece l’occupazione nelle sedi del ministero dell’Istruzione e della Ricerca, ovvero al CNR e al Politecnico, mentre si riduce del 10% circa il personale delle sedi di enti pubblici non economici come l’Inps e l’Inail, ancor più consistente la riduzione occupazionale nell’insieme degli altri uffici ministeriali  e degli altri enti e istituzioni pubbliche.

L’ente locale con il numero più consistente di addetti è  il Comune di Lecco che negli ultimi quattro anni ha ridimensionato il suo personale passando da 360 a 330 unità (-8,3%).  La Provincia di Lecco ha invece tagliato 40 posti di lavoro tra il 2009 e il 2013.