Sciopero alla SAB. I sindacati: “Condizioni inaccettabili”

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LECCO – “Con un colpo di spugna è stata cancellata un’intera storia di contrattazione aziendale”. I sindacati spiegano le motivazioni dello sciopero dei dipendenti della SAB: autisti e personale della società di autotrasporti pubblici incroceranno le braccia il prossimo martedì, 12 settembre, data che coincide con l’inizio dell’anno scolastico.

“I disagi per gli studenti saranno ridotti al minimo, sono previste delle fasce di garanzia, dalle 6 alle 8.30 e dalle 12 alle 15.30 proprio per non creare difficoltà all’utenza – spiegano i referenti di Filt Cgil e Fit Cisl che hanno indetto la mobilitazione – questo grazie al grande senso di responsabilità dei lavoratori che garantiscono il servizio come sempre, pur essendo cambiate le loro condizioni contrattuali”.

Lo scontro sindacale riguarda proprio la contrattazione aziendale “azzerata – sottolineano i rappresentanti dei lavoratori – dal 1° aprile, con tagli fino a 400 euro sulla busta paga dei lavoratori”, oltre un quarto di retribuzione decurtata su stipendi che mediamente toccano i 2 mila euro.

Una cancellazione dei contratti aziendali imposta dal Gruppo Arriva che dal 2003, giungendo in Italia prima sotto la guida inglese poi acquisito dalla Deutsche Bahn , ha acquistato SAB, società con circa 480 dipendenti dei quali, da inizio anno, fanno parte anche gli 85 lavoratori lecchesi della SAL, società di autotrasporti inglobata per fusione da SAB.

Salvatore Campisi (Filt Cisl) e Luigi Caputo (Fit Cisl)

 

Le intenzioni del gruppo erano note dallo scorso anno, all’annuncio di Arriva è seguita una lunga trattativa, iniziata a dicembre e interrotta a maggio. “Eravamo giunti ad un’ipotesi di accordo – spiegano Salvatore Campisi (Filt Cgil) e Luigi Caputo (Fit Cisl) alla presenza anche di Luigi Pirelli della RSU – ma l’irrigidimento dell’azienda su alcune tematiche vitali per i lavoratori ha rimesso tutto in discussione. Così abbiamo deciso di non firmare e di interrompere il confronto”.

Strappo’ dovuto all’incremento del nastro orario (comprensivo del servizio effettivo all’utenza e degli spostamenti verso la rimessa) dalle attuali 12 ore a 14 ore al giorno, richiesto dall’azienda. “Parliamo di lavoratori che si fanno carico anche della sicurezza delle persone che trasportano, in questo modo si accentua il loro stress lavorativo a danno del servizio, oltre a togliere tempo alla loro vita familiare”.

Il secondo terreno di scontro tra azienda e sindacati riguarda invece il premio aziendale, che SAB vorrebbe fissare a 272 giorni di presenze annue, “impossibile da raggiungere – secondo i sindacati – vorrebbe dire per i lavoratori rinunciare a ferie e mutua per malattia”.

Un autobus della SAL, la società lecchese si è recentemente fusa con SAB

 

Oltre all’azzeramento dei contratti aziendali, si sta ancora gestendo la delicata fase di fusione tra SAB e SAL con il passaggio dal contratto nazionale di riferimento Asstra a quello di Anav, ritenuto dai sindacati meno vantaggioso per i lavoratori.

Tutto questo, fanno notare i referenti di Cgil e Cisl, accade in un momento “positivo per l’azienda, al punto che lo scorso anno sono stati distribuiti ben 4,5 milioni di euro di dividendi agli azionisti ed altri 5,5 milioni presi degli anni precedenti e attinti dalla riserva”.

Se non si troverà una quadra, fanno intendere i sindacati, le azioni di protesta non si fermeranno e se seguiranno altri scioperi potrebbero anche estendersi alle 48 ore di servizio. Quello del 12 settembre riguarderà allo stesso modo anche i lavoratori della SAB di Bergamo. Nel frattempo si preparano le vertenze individuali per recuperare le parti di retribuzione decurtate.