Serata per la legalità a Calolzio: parla il procuratore Nobili

Tempo di lettura: 5 minuti

Calolziocorte_legalità (6)

CALOLZIOCORTE – Sequestri, droga ed edilizia sono queste le tre tappe fondamentali della trasformazione della Mafia, argomento che è protagonista  del secondo appuntamento del percorso “Vivere in legalità” organizzato dall’associazione giovanile “Liberamente” di Calolziocorte; incontro che ha letteralmente riempito la sala Civica “Don Bolis” di Via Galli

Ospite principale della serata è stato Alberto Nobili, Procuratore aggiunto di Milano, che ha spiegato come la mafia e il suo modo di operare siano cambiati attraverso gli anni.

“Negli anni 70/80 la Mafia – ha esordito Alberto Nobili – si dedicava soprattutto al sequestro di persona, soprattutto bambini , la maggior parte dei sequestri si è risolta  in maniera positiva, altri purtroppo no. La mafia dagli anni 80 in poi, si è dedicata invece allo spaccio di droga, che si è affermato come vero e proprio business che dura ancora oggi e che ha permesso, e permette, ai mafiosi di accumulare grandi quantità di denaro; questi soldi  vengono poi reinvestiti nell’edilizia, che rappresenta al giorno d’oggi uno dei settori dove  la mafia è  maggiormente diffusa. I mafiosi – ha spiegato Nobili – sono persone manipolatrici di animi umani e che agiscono soprattutto per il dio denaro e per i quali l’unica cosa che conta è il business”.

Calolziocorte_legalità (3)alberto_Nobili
Il Procuratore aggiunto Alberto Nobili

Alla luce di tutto è  ormai chiaro che le organizzazioni criminali siano presenti in maniera rilevante anche al nord , riguardo a ciò Nobili ha spiegato che “La mafia è diffusa sia al Nord che al Sud, ma con una sostanziale differenza, mentre al sud si respira “Aria di Mafia”, basti pensare che non molto tempo fa,  in una scuola media di Scampia , una maestra ha assegnato un tema in cui chiedeva ai suoi studenti che cosa significasse per loro la Camorra: la maggior parte di loro ha risposto che non gli interessava, ma che la ringraziava perché garantiva lavoro al proprio padre e proteggeva la propria famiglia; una risposta che fa riflettere perché il lavoro e la protezione dovrebbero essere due doveri minimi che uno stato dovrebbe garantire ai propri cittadini e non dovrebbero essere invece assicurati da un’associazione mafiosa; al Nord questa aria di mafia non si respira, ma è proprio qui che la mafia fa i suoi veri affari, basti pensare alle vicende che hanno coinvolto la città di Lecco, la stessa Calolziocorte e lo scandalo Expo 2015 e ciò accade perché il mafioso sapendo che la mafia non è così  sentita come al sud, si rafforza e diventa  consapevole  di avere la possibilità di  lavorare tenendo un profilo basso senza destare sospetti”.

La mafia è riuscita a dilagare in tutta Italia e a diffondersi in vari settori poiché sin dall’inizio nessuno si è opposto alla sua crescita. non accorgendosi in tempo della sua pericolosità; ma ciò non vuol dire che la Mafia non si possa più combattere e  distruggere; due sono le cose indispensabili per sconfiggerla: “la confisca di tutto ciò che il mafioso è riuscito ad acquistare con i soldi sporchi, perché il mafioso che non ha più nulla non viene più considerato dai suoi “colleghi”, e soprattutto la cultura, ma non intesa solo come saper enciclopedico, ma bensì  come conoscenza e rispetto delle leggi e del sapere vivere civilmente e come consapevolezza di essere parte di una società in cui ogni individuo fa la sua parte,  perché se un mafioso si presenta ad una società cosi forte  lo si riesce a cacciare a calci nel sedere, se invece  si trova di fronte  una società fragile in cui non esiste il senso della collettività riuscirà ad  insediarsi facilmente”.

“Per questo motivo- sottolinea Nobili- ci stiamo muovendo nelle scuole per cercare di diffondere questa cultura tra coloro che saranno le nuove generazioni spiegandogli  che ogni singola persona deve fare del suo meglio nella propria vita, non dimenticando però il senso di appartenenza alla comunità”. Oltre a tutto ciò è importante, anche e soprattutto, il coraggio di denunciare e non aver paura perché lo stato italiano è sempre pronto a difendere i cittadini che lo aiutano a combattere  la Mafia”. 

Umberto Filacchione
Umberto Filacchione

Il Procuratore ha chiuso il suo intervento con la speranza che “In tutte le scuole vengano letti e studiati i primi dodici articoli della costituzione, soffermandosi in modo particolare sul quarto (“ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” ) che ci ricorda  come l’indifferenza sia anticostituzionale e praticandola si finisce per fare un regalo alla mafia, alla quale non bisogna regalare più nulla“.

Terminato l’intervento  la parola è passata a Umberto Filacchione, cronista  esperto delle vicende di Mafia nel lecchese, che ha proposto al procuratore aggiunto alcuni argomenti su cui riflettere.

Degna di nota è stata la riflessione sui collaboratori di giustizia e di come essi si siano ridotti drasticamente con il passare degli anni: inizialmente quando   la collaborazione riguardava solo l’aspetto militare della vita mafiosa, vi era addirittura una lista d’attesa che vedeva coinvolti circa 700 collaboratori,  ciò avveniva anche  grazie alle diverse leggi che lo stato aveva emanato a loro favore (riduzione della pena in primis) ; ma non appena si iniziò a indagare sull’ambiente politico ed economico le leggi a favore dei collaboratori vennero modificate rendendole meno favorevoli rispetto a prima,  e ciò comportò uno scoraggiamento da parte dei collaboratori che si ridussero drasticamente. Tutto ciò non toglie la grande importanza che essi hanno avuto, e hanno,  nelle indagini perché è soprattutto grazie a loro che si è arrivati  a catturare diversi  boss mafiosi.

La serata si è conclusa con il dono di un libro riguardante Calolziocorte al Procuratore aggiunto Alberto Nobili,  che ha ringraziato e ha sottolineato come “La grande presenza alla serata dimostra che tra i cittadini vi è una grande voglia di farla finita con questa grande vergogna internazionale; inoltre questa presenza rappresenta un tassello in più per la lotta contro la malavita.

Il prossimo e ultimo appuntamento con il percorso “Vivere in legalità” si terrà il giorno 27 febbraio presso l’oratorio di Sala di Calolzio e avrà come protagonista Nando Dalla Chiesa, figlio del Generale Dalla Chiesa e Presidente onorario dell’associazione LIBERA dalle Mafie di Don Ciotti,  e avrà come titolo :” Come lottare e vincere la mafia da cittadino”.