Società Escursionisti Lecchesi. Mauro Colombo: “Il mio primo mandato da presidente”

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Mauro Colombo, presidente della Società Escursionisti Lecchesi

 

LECCO – Per Mauro Colombo si sta per concludere il primo mandato da presidente della Società Escursionisti Lecchesi. Sabato alle 18, alla Casa sul Pozzo di Chiuso, è in programma l’assemblea dei soci con il rinnovo del consiglio direttivo.

Dopo sei anni nel consiglio come tesoriere, Colombo, 62 anni ex dirigente di banca, è stato eletto alla guida dello storico sodalizio: “Sabato si riproporrà il consiglio, me compreso, con un paio di rinunce e qualche novità. Una lista di 13 candidati per il consiglio direttivo e rinnoveremo anche il consiglio dei revisori dei conti”.

Come è il bilancio al termine di questi primi tre anni di presidenza?
“Sicuramente positivo. Ho trovato collaborazione e abbiamo cercato di dare una impostazione un po’ più nuova al gruppo sfruttando la comunicazione con i Social e riattivando il sito (www.sel-lecco.org). In questi tre anni abbiamo lavorato prevalentemente sulla sistemazione di alcuni aspetti che riguardano i nostri rifugi, cercando di coinvolgere il più possibile la squadra. Molto è stato fatto, ma di sicuro abbiamo ancora molte cose da fare; proprio per questo mi sento anche in dovere di rinnovare il mio impegno per cercare di portare a termine quei progetti che sono ancora in sospeso”.

Croce e delizia della Sel sono i “suoi” quattro rifugi: l’Azzoni sul Resegone, la Grassi all’ombra del pizzo Tre Signori, il Sassi Castelli ad Artavaggio e il Rocca-Locatelli ai Resinelli.
“Un patrimonio prezioso ma che sicuramente non è semplice gestire. Oggi, rispetto a qualche anno fa, ci sono da rispettare molte più normative per ciò che concerne impiantistica, sicurezza, certificazioni e bisogna prestare molta attenzione. Abbiamo quattro rifugi situati tutti in posti magnifici e con caratteristiche uniche. Partendo dall’Azzoni, dallo scorso anno c’è stato un avvicendamento nella gestione: a Maurizio Valsecchi, storico capanatt, è succeduto il figlio Stefano. Abbiamo riformulato un contratto di gestione a lunga scadenza e siamo molto soddisfatti perché Stefano è molto coinvolgente e ha un gruppo di amici che lo seguono. Nel 2017 abbiamo messo mano ai primi lavori per quanto riguarda le canne fumarie della cucina, un impegno abbastanza importante. In preventivo abbiamo la conclusione dei lavori con il rifacimento di una parte del tetto, la rivisitazione del bivacco e la tinteggiatura dell’esterno. Ad Artavaggio la gestione è affidata alla famiglia Aluvisetti, di fatto abbiamo rinnovato il contratto per ulteriori sei anni, il rifugio va molto bene e cerchiamo sempre collaborazione con i comuni limitrofi per ciò che concerne gli impianti di sci. Quest’anno abbiamo in progetto tutto il rifacimento dell’impianto di scarico per la fognatura. Poi c’è il rifugio Grassi affidato ad Anna Bortoletto e Amos Locatelli con un contratto che arriva al 2025, anche qui abbiamo fatto degli interventi per l’istallazione di un parafulmine a protezione dei pannelli solari e del tetto”.

Un’immagine dell’Assalto al Resegone, storico evento organizzato dalla Sel

 

Un discorso a parte merita il rifugio Rocca-Locatelli ai Piani Resinelli.
“Tre anni fa avevamo convocato una assemblea straordinaria perché sembrava che qualcuno fosse interessato alla vendita del rifugio. Non era nelle nostre corde e nei nostri programmi farlo però, stante tutte le difficoltà, avevamo messo in conto anche questo discorso. L’idea era quello di mettere a disposizione l’eventuale cifra della vendita per rimodernare e mettere a norma gli altri tre rifugi. La cosa non è mai andata in porto e ci sono stati un po’ di alti e bassi con l’avvicendamento di alcune gestioni. A dicembre del 2016, conclusa la positiva esperienza con il Mato Grosso, il rifugio è rimasto chiuso per tutto il 2017. Negli ultimi 6 mesi del 2017 abbiamo fatto una operazione con la Cooperativa Il Gabbiano per ospitare un gruppo di migranti che hanno occupato solamente la sala di ristorazione e la cucina, mentre il pernottamento era previsto nella casa della Comunità Montana accanto al rifugio. Siamo soddisfatti di questa esperienza perché i ragazzi hanno contribuito a fare delle piccole opere di manutenzione. Ciò che ci rende più felici, però, è l’aver trovato una nuova opportunità di affitto con un contratto di lunga scadenza: ora il rifugio è in mano a Mauro Cariboni, ex gestore della Rosalba, e Fabio De Rocchi, ex socio e cuoco della trattoria di Montalbano. Un uomo che conosce il mondo dei rifugi e della montagna e una persona con una esperienza pluriennale nel mondo della ristorazione. A oggi, se dobbiamo fare un bilancio di questo primo mese di attività, siamo molto contenti dei risultati della struttura. Il rifugio nella bella stagione sarà aperto tutti i giorni, mentre adesso è aperto dal mercoledì alla domenica. Le camere sono ancora un po’ da sistemare, ma anche qui c’è già un progetto di sistemazione visto che si conta, da Pasqua, di aprire anche ai pernottamenti”.

Quale è il volto della Sel oggi?
“La società conta 480 soci, compresi i vitalizi. Le nostre attività sono prevalentemente di escursionismo e l’anno scorso abbiamo avuto un buon successo con il ‘Cammina Sel’, il nostro programma di gite. Cerchiamo sempre proposte abbastanza interessanti e il merito è della commissione gite guidata da Lucilla Nava che cerca sempre di trovare qualche novità, calibrando la difficoltà per soddisfare gli escursionisti più e meno allenati. Anche per quest’anno il programma è ottimo e, come di consueto, si inizierà con un trekking urbano il 18 marzo a Torino”.

Infine un appello ai giovani per dare continuità a una associazione storica.
“Cercheremo di mettere in atto qualche progetto che possa avvicinare i giovani alla Sel. In montagna ci va un sacco di gente pochi però si avvicinano al mondo dell’associazionismo e garantiscono il loro impegno. Sarebbe bello che i giovani, oltre a un ricambio generazionale, possano portare nuove idee all’interno dell’associazione. Per farlo, ovviamente, serve impegno. Se si considera che io sono tra i più ‘giovani’ del consiglio si capisce che c’è la necessità di un rinnovamento”.