Somana al parroco don Massimo: “Com’è difficile rinunciare a te”

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Don Massimo durante la messa di saluto oggi nella chiesa parrocchiale di Somana.
Don Massimo durante la messa di saluto oggi nella chiesa parrocchiale di Somana.

 

MANDELLO – Una festa con tanti sorrisi, abbracci sinceri e molte strette di mano. Ma anche con qualche lacrima e una tangibile commozione. Una festa vera per il saluto a don Massimo Rossi, il parroco di Somana che sabato 10 ottobre farà il suo ingresso a Moltrasio, sua nuova destinazione dopo tredici anni trascorsi tra la comunità della frazione mandellese.

Una festa, insomma, velata dalla nostalgia, “perché non è facile – come è stato detto in apertura della messa celebrata oggi, domenica 4 ottobre, nella chiesa di Sant’Abbondio – rinunciare a don Massimo”. E perché quel sacerdote giunto a Somana nel 2012 mancherà a molti, non soltanto alla gente di Somana.

“Ma rimarrà il tesoro rappresentato dagli insegnamenti che ci ha donato in tutti questi anni – è stato detto sempre in un passaggio introduttivo del rito eucaristico – durante i quali gli abbiamo affidato le nostre esigenze e le nostre necessità”.

Ma don Massimo mancherà, alla comunità di Somana. Perché il suo impegno, i suoi consigli e le sue parole, che pure rimarranno come guida preziosa e incoraggiamento, hanno lasciato il segno, così come la sua semplicità, la sua saggezza e il suo saper porsi all’ascolto di tutti.

“E’ stato bastone per i nostri anziani – hanno ricordato i parrocchiani di Somana nella preghiera dei fedeli – ed è stato amico di ognuno di noi. E ora chiediamo al Signore di guidarlo nel suo nuovo incarico e a lui di pregare affinché la nostra comunità possa essere una famiglia autentica, dove l’unica legge che ci lega sia l’amore scambievole”.

Semplicità e saggezza, si è detto, i due tratti salienti della personalità di don Massimo. E la conferma la si è avuta anche oggi, perché le prime parole del parroco in procinto di approdare sull’altro ramo del Lario sono state una richiesta di perdono “per i momenti di fatica, di stanchezza e di incomprensione incontrati durante il mio cammino nei tredici anni trascorsi a Somana”.

 

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“Ho rivisto in questi giorni di trasloco – ha detto il sacerdote durante l’omelìa – le foto della mia prima messa e quelle dell’ingresso a Somana. Ho rivisto il percorso di tante persone e di tanti volti familiari che sono rimasti nel mio cuore e che ho accompagnato all’incontro con il Signore”.

“Ho cercato di tenere aperta il più possibile questa nostra chiesa e di mostrare alle persone il volto di Gesù – ha aggiunto – ma soltanto il Signore vede il segreto del mio cuore”.

Poi un commosso pensiero ai suoi genitori Enrica e Mario, venuti a mancare proprio a Somana a distanza di pochi anni uno dall’altro. “Cosa avrei fatto senza di voi alla morte di mia madre e di mio padre?”, si è chiesto don Massimo. “Mi avete aiutato – ha aggiunto – e mi siete stati vicini. Il Signore saprà ricompensarvi”. Quindi un appello: “Non siate mai cristiani tristi e fate di tutto per essere sempre di aiuto ai vostri preti”.

All’offertorio sono stati portati all’altare il pane e il vino (“diventino per ciascuno di noi compagni di viaggio per sostenerci nel cammino della vita”), un cero simbolo della fede, i fiori segno della bellezza e della varietà del Creato e la pisside “tanto amata dal nostro don Massimo”. “La nostra comunità parrocchiale – è stato detto – è felice di donargliela come ricordo e come nutrimento condiviso con i nostri fratelli nella fede di Moltrasio”.

Don Massimo ha anche ricevuto la raccolta dei vari numeri del periodico “El Sumanell” stampati in questi anni (“affinché rimangano per lui un ricordo indimenticabile di tutti noi, come lui lo rimarrà per noi”) e le offerte segno dell’affetto e della riconoscenza dei parrocchiani nei suoi confronti.

Al termine della messa è stato rivolto il saluto di ringraziamento al parroco. “Qui a Somana sei cresciuto e ci hai fatto crescere – è stato sottolineato – e hai saputo conciliare la tua indole umile e riservata con le esigenze della comunità. In questi tredici anni abbiamo imparato a conoscerti e a volerti bene e tu ci hai aperto la tua casa e ci hai aiutato a camminare insieme come un unico gregge”.

 

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“Quanta premura hai avuto verso i più bisognosi – è stato aggiunto – e ora con la tua partenza ci viene a mancare anche un padre e, per alcuni, un figlio. A volte abbiamo caricato tutto sulle tue spalle e tu, per noi, hai rinunciato anche al riposo e a legittimi svaghi, ma sappi che oggi a Somana tante cose parlano di te, a partire dal nuovo oratorio. Perciò, anche se non fisicamente, tu rimarrai sempre con noi”.

A indirizzare a don Massimo l’ultimo indirizzo di saluto è stato il sindaco. “La sua figura è stata centrale per la gente di Somana e non solo – ha detto Riccardo Fasoli rivolgendosi direttamente al sacerdote – e sappia che anch’io ho sempre ammirato e apprezzato le sue intense omelìe”. “E oggi – ha concluso il primo cittadino – le chiedo di continuare a ricordarsi nelle sue preghiere di Somana e di tutta Mandello”.

Un lungo applauso, poi la benedizione e il congedo.

DI SEGUITO, LE IMMAGINI DELLA MESSA DI SALUTO A DON MASSIMO CELEBRATA DOMENICA 4 OTTOBRE A SOMANA