Speleologia e geologia, un seminario ricorda Alfredo Bini

Tempo di lettura: 4 minuti
Alfredo Bini. A un anno dalla scomparsa si terrà a Milano un seminario a lui dedicato.
Alfredo Bini. A un anno dalla scomparsa, martedì 3 maggio si terrà a Milano un seminario a lui dedicato.

MANDELLO – Un anno fa, era il 30 aprile 2015, moriva Alfredo Bini, geologo e docente universitario. Un lutto per Mandello (dove viveva con la moglie, la professoressa Luisa Zuccoli, dal 2014 dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Alessandro Volta”) ma più in generale per la scienza e per la speleologia, altra sua grande passione a cui si dedicava con impegno e dedizione e che l’aveva portato a essere il primo direttore di Speleologia, la rivista della Società Speleologica Italiana, e il primo curatore del Catasto speleologico lombardo, oltre che a ricoprire la carica di presidente del Gruppo Grotte Milano.

Aveva seguito da vicino il progetto “InGrigna!” coordinando le attività esplorative e di ricerca dei vari gruppi speleologici che operano nelle aree carsiche della Grigna settentrionale e del Pian del Tivano e fu tra i primi esploratori e ricercatori a censire  e a studiare le grotte del massiccio che sovrasta l’abitato di Mandello.

In qualità di responsabile del Catasto grotte per la provincia di Lecco, aveva partecipato a una serie di progetti promossi dalla Comunità montana della Valsassina sulla geologia e i siti geologici.

Il giorno dei funerali, celebrati a Mandello nella sala civica di via Dante presenti numerosi suoi amici, colleghi, allievi e ex allievi, i ricordi felici di significativi momenti vissuti in famiglia, in università o sui luoghi di lavoro e di ricerca si erano intrecciati con una serie di testimonianze. E tra un ricordo e l’altro, una serie di citazioni tratte da testi da lui particolarmente amati e la lettura di poesie, alcune delle quali scritte proprio da Alfredo Bini.

Era stata la professoressa Zuccoli, come detto sua compagna nella vita di ogni giorno, la prima a leggere una poesia sulla vita scritta da Costantino Kavafis. “Si intitola Itaca – aveva spiegato – e descrive perfettamente il modo in cui noi andavamo in vacanza”.

Alfredo-Bini_1Poi il suo ricordo personale del marito: “Alfredo era una persona senza se e senza ma, apparentemente spigolosa ma tutta poesia, tutte stelle da guardare nella notte. Aveva vizi e virtù madornali, ma senza difetti. Ha letto e scritto moltissimo e l’altra sua caratteristica era il “sentire”. Tutto ciò che entrava in lui, veniva rielaborato. E’ stato una dolcezza assoluta”.

Ora, a distanza di un anno dalla sua morte, l’Università di Milano, la Società Speleologica Italiana, Geologia Insubrica (la rivista di cui Bini era cofondatore) e la moglie del compianto geologo e speleologo organizzeranno in memoria di Bini, prezioso punto di riferimento per la comunità speleologica italiana, un seminario dal significativo titolo “In un pozzo di scienza”.

Il seminario si terrà martedì 3 maggio presso l’Università degli Studi di Milano in via Mangiagalli a partire dalle ore 8.45 e toccherà vari temi della speleologia e della geologia. La giornata si articolerà intorno a quattro tematiche: carsismo e speleogenesi, glaciazione e geomorfologia, geologia del Quaternario e divulgazione e didattica.

Piace anche ricordare quanto la Federazione speleologica lombarda ebbe a scrivere sul proprio sito Internet nei giorni successivi alla scomparsa del professor Bini. “Alfredo – si leggeva – ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile per l’amicizia, la storia, la cultura e la capacità comunicativa che diveniva una sintesi ben bilanciata nella sua persona. La sua perdita ha scosso tutti noi speleologi lombardi e non solo. La prima azione che ci è venuta in mente per dare un giusto riconoscimento al nostro amico è di dedicargli uno dei frutti più belli delle esplorazioni del passato e del presente della speleologia lombarda. Così il complesso del Releccio sarà denominato Complesso del Releccio Alfredo Bini”.

E ancora: “Nessuno più di lui merita di vedersi dedicato tale complesso di grotte che con i suoi 23 chilometri di sviluppo e i 1.313 metri di dislivello continua a fomentare sogni e aspettative, sia esplorative sia scientifiche. Il complesso carsico della Grigna Settentrionale, montagna tanto cara ad Alfredo, è stata oggetto dei suoi studi da tempo immemore”.

Poi queste altre considerazioni: “Ogni speleologo che ha messo piede sulla Grigna ha sfogliato almeno una volta nella vita le pagine del libro Il carsismo del Moncodeno di Alfredo Bini, Luisa Zuccoli e Alberto Pellegrini per cercare dati e informazioni e pianificare nuove ricerche sulla Grigna. Ora gli speleologi della Grigna e tutti quelli che hanno una parte di cuore speleologico in quella montagna hanno deciso di dedicargli il risultato più completo, che lega spiritualmente diverse generazioni di speleologi e che farà ancora parlare di sé negli anni a venire”.