Striscione anti-islam, il sindaco: “Un gesto inqualificabile”

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FN LECCO STRISCIONE

LECCO – “Un gesto inqualificabile compiuto da persone irresponsabili”. E’ il commento severo del sindaco Virginio Brivio alla notizia dello striscione contro la comunità musulmana appeso nella notte ai cancelli esterni del centro culturale islamico di Chiuso.

Un atto rivendicato da Forza Nuova, movimento di estrema destra che, in una nota, ha dichiarato il “fallimento dell’integrazione” e la preoccupazione per i casi di terrorismo con arresti che hanno riguardato anche Lecco.

“Lecco cristiana, mai musulmana” è la scritta riportata sul lenzuolo appeso di fronte al luogo di ritrovo della comunità islamica lecchese che ha risposto con il dialogo al gesto di intolleranza subito. “Lecco è cristiana e noi rispettiamo i cristiani – ha replicato il coordinatore del centro, Moez Samti (leggi l’articolo) – questo posto è aperto a tutti, non solo ai musulmani ma tutti i lecchesi di altre fedi religiose, è un luogo pubblico, è un centro culturale di Lecco”.

Il sindaco Virginio Brivio
Il sindaco Virginio Brivio

Più dura è la presa di posizione del primo cittadino: “Un gesto inqualificabile. L’integrazione è un processo complesso, semplificarlo con messaggi del genere è da irresponsabili. Esiste la libertà di religione in Italia, sancita dalla costituzione, non esiste invece una relazione tra presenza di moschee e terrorismo, tanto che i soggetti attenzionati dalle forze dell’ordine erano apparentemente ben integrati nella società. Questi messaggi non portano da nessuna parte”.

Il “blitz” di Forza Nuova giunge dopo settimane di appelli da parte di Anpi e di altre associazioni legate alla sinistra lecchese che hanno chiesto con forza al primo cittadino di non concedere spazi in città per le iniziative promosse dai movimenti di ispirazione neofascista.

Ne discuteremo nei prossimi giorni con la Questura e la Prefettura, competenti in materia – spiega il sindaco – il Comune non può discriminare le richieste che giungono dal territorio, non sempre direttamente riconducibili a chi fa apologia del fascismo. Certo è che, con questi atteggiamenti, c’è chi si mette di suo in una posizione di indisponibilità verso quei principi democratici sanciti dalla nostra costituzione”.