Treni. Lettera da una pendolare: “Non solo i ritardi, pure i pidocchi!”

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LECCO – Non c’è pace per i pendolari dei treni: ritardi, disagi e tra gli altri c’è chi, come questa nostra lettrice, riferisce di aver preso anche i pidocchi dopo aver viaggiato sul convoglio diretto a Milano. Riceviamo e pubblichiamo la sua lettera:

“Mi chiamo Daniela Rimicci, ho 35 anni, vivo a Mandello, sono originaria di Lecco e lavoro a Milano da molti anni. Prendo il treno sin dai tempi dell’università, sono più di 15 anni. E, come molti altri, ne ho viste di cotte e di crude. Ma evidentemente non c’è mai fine a quello che può succedere a bordo dei treni di Trenord e all’interno delle stazioni di FS.

Ho contratto lendini (uova di pidocchi) su uno dei treni della direttrice Tirano-Milano e viceversa. Solitamente salgo a bordo del 6.59 (n. 2555) da Mandello a Milano Centrale, mentre la sera sul 18.20 (n. 2572), in pochi casi prendo treni in altri orari, sempre su questa linea. Ne sono abbastanza certa perché non ho avuto contatti con bambini se non dopo che avevo già da giorni un prurito fastidiosissimo alla nuca. Ma le lendini o i pidocchi non si vedono all’istante…ci è voluto un po’ per capire che qualcosa non andava e vedere effettivamente delle lendini.

Dopo un paio di settimane di prurito alla nuca via via sempre crescente a un certo punto insostenibile sono apparse/ho notato le lendini grazie a un farmacista… E lo schifo, vergogna e indisposizione che si provano sono indicibili. Ok, ci sono lozioni apposite e il tutto passa anche in breve tempo. Ma non è questo il punto. Non deve essere questo il punto! Dopo aver inoltrato un reclamo tramite il sito di Trenord (attendo risposta entro 30 giorni, questo il tempo che ci impiegano a gestire una risposta a un reclamo), loggata, quindi sanno perfettamente chi sono, decido di scrivere alla vostra redazione, nella speranza che possa essere utile a smuovere coscienze e ‘culi’.

Noi pendolari abbiamo una vita già abbastanza faticosa: potremmo scrivere libri interi/raccolte di storie di ordinaria amministrazione che a raccontarle spesso sembrano irreali e la gente sgrana gli occhi incredula. Ritardi che sembrano una tassa da pagare ogni giorno per qualsiasi motivo immaginabile (a volte solo 5-10 minuti come tassa quotidiana, altre volte va peggio con 30-60 minuti), treni vecchi e logori, temperature calde o fredde inumane, capi treno che spariscono per non dare spiegazioni e per non rischiare aggressioni di ogni sorta da pendolari veramente incazzati… perché l’azienda non ne da nemmeno a loro (e mi dispiace lavorino per un’azienda indecente); sporcizia e degrado. Ma non basta. Anche lendini e pidocchi. E chissà quali altri animali, virus, batteri e schifezze ci sono a bordo dei treni e nelle stazioni!

Ora ho deciso di acquistare un abbonamento di prima classe, meno frequentata, nella speranza sia un poco più pulito, ma ho seri dubbi. E in ogni caso questo abbonamento dovrebbe essere pagato a titolo  di risarcimento da chi è responsabile di quanto accaduto. Trenord e/o la ditta che gestisce le operazioni di pulizia a bordo dei convogli. Non trovo giusto che io debba pagare di più perché in seconda classe c’è tutto lo schifo del mondo, e in ogni caso nella speranza comunque incerta che il servizio di sanificazione sia un poco migliore.

Il ritardo, non quotidiano, ci può anche stare, perché le criticità capitano, sono fortuite. Incidenti, malori ecc.  E questo lo capiamo anche noi pendolari incazzati, soprattutto a fronte di mesi (settembre-ottobre) dove più volte siamo praticamente stati sequestrati per ore su treni rotti e nessun convoglio o servizio in sostituzione. E ancora, questo può succedere. Ma il degrado e la sporcizia non capitano. Non sono un caso. Non si tratta di sfortuna… Si tratta di mancanze gravi, inadempienze. E in alcuni casi potrebbero anche essere più gravi di lendini e pidocchi… Chi ce lo assicura?

La pulizia e il decoro sono una cosa seria. Tanto più se si tratta di un servizio a pagamento, elevato pagamento… è inaccettabile e non si può tacere, fare finta di nulla, rassegnarsi… perché “tanto in Italia è così”. Non deve essere così. Non può essere così. Non lo possiamo permettere. Sui mezzi pubblici, soprattutto quelli utilizzati dai pendolari, è indubbio che i treni non possano rimanere lindi e sani come fossero “casa nostra”. Ma qualcosa in più si può e si deve fare. Questo Paese è allo sfascio, ma ognuno nel proprio piccolo può fare qualcosa: ripartendo dall’ABC dello stare al mondo.

Trenord cosa fa? Ora nulla. Cosa potrebbe fare? Tanto. Per esempio assumere più personale addetto alle pulizie e comprare loro tutti gli strumenti necessari a sanificare (sanificare davvero) i treni tutti i giorni. E fare in modo che le squadre di pulizia svolgano le proprie mansioni adeguatamente, pulendo il treno da cima a fondo. Li vedo a volte quando i treni arrivano in stazione e ho l’impressione che svuotino solo i cestini. E il resto? La gente si appoggia ovunque…cammina, tocca… la gente è tanta. I treni vanno puliti seriamente, disinfestati. Per noi, a malincuore (vista la situazione costantemente indegna), sono come una seconda casa. Siamo sui treni 1-2 ore tutti i giorni, qualcuno anche di più… E ognuno come la pulisce e tiene pulita la propria casa? Il capo di Trenord usa i mezzi? Vede lo sfacelo del servizio che vende a caro prezzo?

Tempo fa ci fu un servizio delle Iene con i risultati di una ricerca scientifica: in pratica appoggiare la testa sul wc o sul poggiatesta era la stessa cosa in termini di numero di batteri/altro di indefinito, anche potenzialmente grave/pericoloso… Beh, oggi ho le prove che evidentemente è davvero così. Il poggiatesta è come la tavoletta di un bagno utilizzato da 1000-2000 persone tutti giorni e che viene pulito sommariamente solo ogni tanto. E io ho preso le lendini. Se ci fosse altro di ancora più serio? Se un batterio pericoloso attaccasse un bambino? Temo che Trenord non abbia chiaro che la salute e il benessere pubblico dipendano anche dalla qualità del loro servizio, sia a livello nazionale sia locale, come anche le altre aziende di trasporto pubblico. Se non fosse di pubblica importanza si chiamerebbe ‘servizio qualcos’altro’, non pubblico.  E allora si attivassero per fornire un servizio degno di questo nome.

Se i treni, in ogni loro parte, venissero sanificati per bene tutti i giorni nessuno dovrebbe preoccuparsi di batteri, malattie ecc. Si dice che non c’è lavoro in Italia, ecco, in Trenitalia e Trenord mi pare che si possa ampliare la gamma delle possibilità lavorative. Non mi sembra molto complicato.

Per un servizio che merita questo nome, saremmo disposti anche a spendere qualcosa in più. Ma con la certezza di viaggiare bene e nel pulito. Come in una casa. Perché per chi prende il treno come me tutti i giorni si tratta di questo: una seconda casa”.