Uno zio scrive: “Cara Elisa, com’erano belli i tuoi disegni”

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Elisa Redaelli, morta a Mandello a soli 21 anni.
Elisa Redaelli, morta a Mandello a soli 21 anni.

MANDELLO – “Carissima nipotina, saprai e vedrai anche tu che i tuoi cari stanno pensando a te, giorno e notte. Parlando proprio in questi giorni con un amico mi ha detto che per lui è stato un trauma il passaggio dal liceo all’università e che ci sono voluti mesi per prendere il ritmo giusto. Anche tu, immagino, avrai sofferto questo passaggio…”.

Comincia così la tenera lettera che uno zio di Elisa Redaelli ha indirizzato idealmente alla ventunenne morta poco più di una settimana fa a Mandello e della quale giovedì 23 ottobre sono stati celebrati i funerali nella chiesa parrocchiale del “Sacro Cuore”.

“Dai bei disegni che facevi di fiori, paesaggi, visi e nudi, riproducendo le bellezze del Creato con il corso appena iniziato – scrive lo zio Francesco all’adorata nipote – non disegnavi semplicemente persone ma dovevi entrare in loro per capire il funzionamento di ogni organo e saperlo gestire con la massima cura. Sì, sono belli i tuoi disegni che accompagnavano gli scritti, fatti ultimamente sul quaderno degli appunti, con il percorso del sangue e con varie parti del nostro corpo”.

“Se il motivo che ti ha spinto a lasciarci – scrive sempre lo zio – consiste nel non avere avuto fiducia nelle tue capacità, nel timore di tradire le aspettative dei tuoi genitori, di affrontare una strada troppo irta di ostacoli, ma anche se dietro quella tua scelta vi erano altri motivi che non c’entrano con lo studio, sappi Elisa che bastava esternare i tuoi timori alla mamma e al papà. Loro ti avrebbero capita e ti avrebbero aiutata”.

Poi un bonario quanto altrettanto tenero rimbrotto: “Hai iniziato gli studi per scoprire il nostro corpo e forse non eri ancora riuscita a scavare più in profondità, fino ad arrivare ai sentimenti e all’anima. Accetta allora il rimprovero di uno zio brontolone, che per penitenza ti prega di raddoppiare la tua intercessione, presso il Signore e la Madonna, per i tuoi genitori, per tua sorella, per i tuoi fratelli e per tutti noi. Ne abbiamo bisogno”.

Quindi il congedo: “Un abbraccio, tuo zio Francesco”.