Valmadrera celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

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VALMADRERA –  La pioggia, sabato mattina a Valmadrera, non ha fermato le celebrazioni organizzate per la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, in occasione del 4 novembre, data in cui nel 1918 entrò in vigore l’armistizio di Villa Giusti, che decretò la fine della prima guerra mondiale per la nostra nazione.

Alle 9.15 il tradizionale corteo incurante della pioggia è sfilato dal comune di Valmadrera sino al monumento dei caduti, dove sono state deposte due corone di fiori, dopo un breve momento di raccoglimento il corteo è ripartito con destinazione aula consigliare del municipio di Valmadrera e non al Santuario del San Martino come da programma, modificato a causa del maltempo.

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Giunti  in sala consigliare l’amministrazione comunale, i membri delle associazioni presenti  e i cittadini hanno potuto assistere al momento più toccante e significativo dell’intera mattinata, gli alunni delle scuole valmadreresi sono intervenuti con poesie e toccanti testimonianze di militi della prima guerra mondiale e riflessioni riguardanti le guerre dei giorni nostri, riportando i pensieri di Gino Strada, Margherita Hack, Spinoza, e di Malala Yousafzai premio Nobel per la pace nel 2014.

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Terminate le letture dei ragazzi il sindaco di Valmadrera Donatella Crippa ha letto un brano dal diario di guerra del tenente Carlo Sala:

Passato l’Isonzo, i reggimenti furono scagliati contro questa barriera del Carso… il terreno conquistato era coperto di morti; quasi tutti i reggimenti vennero pressoché annientati: non si poteva andare più oltre, senza artiglierà sufficiente, senza bombarde, senza nulla. Ma i comandi sembravano impazziti. “Avanti!” Non si può! “Che importa? Avanti lo stesso”. Ma ci sono i reticolati intatti! “Che ragione! I reticolati si sfondano coi petti o coi denti o con le vanghette. Avanti!” Era un’ubriacatura. Coloro che confezionavano gli ordini li spedivano da lontano; e lo spettacolo della fanteria che avanzava, visto al binocolo, doveva essere esaltante. Non erano con noi, i generali; il reticolato non l’avevano mai veduto se non negli angoli dei loro uffici territoriali, e non si capacitavano che potesse essere un ostacolo. “Arrangiatevi, ma andate avanti, perdio! Che si fa, si scherza?” Il fango impasta uomini e cose assieme. Nel camminamento basso i soldati devono rimanere accovacciati nel fango per non offrire bersaglio: i bordi ineguali del riparo radono appena le teste. Non ci si può muovere. questa fossa in cui siamo è ingombra di corpi pigiati, di gambe ritratte, di fucili, di cassette di munizioni che s’affastellano, di immondizie dilaganti.- tutto è conflitto nel fango tenace come un vischio rosso.

 

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Con la fascia il sindaco Donatella Crippa

 

“Non ci sono più testimoni della prima guerra mondiale, non abbiamo più tra noi chi ci  possa raccontare e ricordare come monito gli orrori vissuti – ha commentato Donatella Crippa – ma le voci dei soldati ci sono rimaste come testimonianze nelle lettere del fronte, nelle pagine di diario nelle quali, liberi dalla censura, i soldati potevano esprimere emozioni e riflessioni Leggere pagine come questa deve servirci per ricordare che la guerra non è azioni eroiche e parata di soldati in uniforme, la guerra è la tragedia dei caduti, dei reduci, dei feriti, dei mutilati e delle famiglie rimaste senza sostegno. Ricordare oggi i caduti di tutte le guerre – ha concluso il primo cittadino di Valmadrera – deve essere un monito di fronte alla tentazione di risolvere le controversie internazionali con le armi, lavorando ogni giorno per la pace”.

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La mattinata commemorativa si è poi conclusa con la Santa Messa al santuario di San Martino.

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