Leggermente Off, in 250 per Mario Giordano: “Difendiamo il nostro Paese”

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Pienone a Calolzio per l’appuntamento con la rassegna dedicata ai libri organizzata da Confcommercio

Mario Giordano presenta il suo ultimo libro: “Impariamo a difendere le nostre radici, non lasciamo ai nostri figli un Paese devastato”

CALOLZIOCORTE – Leggermente Off incassa un nuovo brillante successo: 250 persone a Calolziocorte per l’incontro con Mario Giordano.

“Ma quanti siete?” ha esclamato il giornalista, stupito, quando è salito sul palco prima di scattare una foto.

La rassegna organizzata da Confcommercio Lecco continua a raccogliere consensi in tutto il territorio e l’appuntamento di ieri sera, venerdì, è stato l’ennesima conferma.

A fare gli onori di casa Cristiana Valsecchi, assessore comunale e presidente di Confcommercio zona Valle San Martino. Presenti anche il sindaco di Calolzio Marco Ghezzi e alcuni amministratori.

Mario Giordano fotografa il folto pubblico

“L’Italia non è più italiana” questo il titolo dell’ultimo libro del giornalista. Incalzato dalle domande del giornalista Lorenzo Bonini, Giordano ha spiegato il senso del suo nuovo lavoro.

Mario Giordano e Cristina Valsecchi

“Dobbiamo imparare a dire che difendere il nostro paese non è una cosa brutta. Non possiamo lasciare ai nostri figli un paese devastato. Dobbiamo ricordarci chi siamo e difendere le nostre radici, solo così possiamo dialogare con gli altri”.

Il giornalista Lorenzo Bonini con Mario Giordano

Mario Giordano ha raccontato un’Italia smontata pezzo per pezzo e venduta al miglior offerente: “L’Italia non è più italiana a partire dall’economia: ogni 48 ore un’azienda passa in mani straniere. Così perdiamo occupazione e la possibilità di decidere”.

Lo stesso vale per la nostra lingua e per il cibo: “Dico sempre che siamo vittime del cous cous clan: stiamo perdendo il gusto per la tradizione e le ricette locali. Importiamo sushi e kebab e intanto spariscono le ricette delle nostre nonne. Stiamo perdendo le nostre radici”.

Spazio anche a una riflessione sull’Europa definita come una “folle macchina burocratica costruita sul nulla che non è stata capace di valorizzare l’unico cemento che aveva: la sua storia e le sue radici cristiane. Questa Europa non ha nessun tipo di futuro”.

In fila per un autografo sul libro

L’incontro si è chiuso con le domande di un pubblico partecipe e generoso di applausi: “Vale la pena vivere in Italia? Non è vero che non cambia mai niente. Purtroppo, per ottenere cambiamenti, bisogna urlare a dismisura”.

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