50 anni di giornalismo, Aloisio Bonfanti premiato dall’Ordine

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LECCO – Il 26 marzo prossimo, al Circolo della Stampa di corso Venezia 48 a Milano, sarà premiato per i suoi 50 anni di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti. Una carriera invidiabile quella di Aloisio Bonfanti, 75 anni, giornalista, scrittore, volto televisivo, voce radiofonica, ma prima ancora vera e propria memoria storica della Città di Lecco. 

Nato a Lecco nel famoso cortile di via Ghislanzoni al quale nel 1999 dedicò il libro “Il cortile delle botti e dei sassi di via Ghislanzoni”,  si sposa nel 1967 con Ebe Poletti dalla quale avrà una figlia, Marta. Con la moglie prima trasloca in viale della Costituzione sempre a Lecco poi approdare a Laorca, in via Paolo VI, dove tutt’ora risiede.

Una lunga, lunghissima storia la sua che inizia al Giornale di Lecco quando aveva la sede a Pescarenico: “Ricordo ancora l’odore dell’inchiostro – racconta Bonfanti – quando c’erano ancora le bozze e la stampa in linotype. Furono anni densi di appuntamenti e di attività. La novità del giornale fu quella di uscire il lunedì, dando ampio spazio alle notizie e agli eventi del fine settimana tra le quali le partite del glorioso Lecco che a quei tempi militava in Serie A e B con 12 – 15 mila spettatori paganti sugli spalti e oltre i 20mila in occasione della partite clou. Ricordo anche i consigli comunali, molti dei quali si svolgevano la domenica mattina per non ‘rubare tempo al lavoro’, come quello di Oggiono”.

Dopo l’esperienza al Giornale di Lecco, Aloisio approda in Comune come addetto stampa: “Qui ho vissuto in prima persona giornate tragiche e giornate memorabili dello storia di Lecco. Tra le pagine più cupe come non ricordare la frana del San Martino del 22 e 23 febbraio del 1969  che contò 7 vittime; mentre tra quelle felici ricordo il 14 marzo 1976, era una domenica, quando l’allora presidente della Camera Sandro Pertini conferì alla Città di Lecco il riconoscimento della medaglia d’argento per la lotta di liberazione”.
La parmanenza in comune si apre per Aloisio con l’allora sindaco Alessandro Rusconi e si chiude agli inizi degli Anni ’80 con Paolo Mauri alla guida della città.

Aloisio BonfantiChiusa l’esperienza a palazzo Bovara, Aloisio si avventura nel mondo televisivo lavorando per Tele Spazio con sede in via Caduti a Fossoli Lecchesi poi confluita nel 1992 nel progetto di Tele Unica. “Furono anche questi anni intensi, impossibile dimenticare la tragedia della Valtellina, l’aereo caduto sulla Conca di Crezzo sopra Oliveto Lario e ancora la tragedia di Castello”.

Lasciata la televisione, Aloisio varca la soglia della redazione de il quotidiano La Provincia di Lecco dove lavora per 15 anni fino ad arrivare ai giorni nostri con la collaborazione con Televalassina cominciata nel 2007 e che prosegue tutt’oggi.

Giornalista, ma anche scrittore. Aloisio Bonfanti è infatti autore di numerosi libri dedicati a Lecco e al suo territorio, tra i principali ricordiamo: “Vicende di antichi comuni lecchesi”, “Il vecchio Borgo”, “1874 – 1974. Cai Lecco un secolo di Storia” lavoro che gli valse la nomina a socio vitalizio del Cai Lecco; e ancora, il già citato  “Il cortile delle botti e dei sassi di via Ghislanzoni”, “Da Lecco alla Vlasassina. Lungo la vecchia strada della vallata del Gerenzone”, “Il lago di Lecco”, “Gli anni del boom a Lecco. Dal 1955 al 1967”, “Eventi di cinquant’anni. Per Lecco e il suo territorio”, “A centonovepass dalla chiesa di Laorca. Fede e storia intorno alle grotte”.

A tutto questo va ricordato il lavoro di speaker. La voce di Aloisio ha accompagnato numerosi eventi cittadini e non solo, dal Carnevale, alla festa della montagna, passando per la storica gara motociclistica Ballabio – Resinelli. “Venni assoldato per caso. In quegli anni facevo lo speaker durante la festa di San Luigi all’oratorio di Lecco del 21 giugno e in una di quelle occasioni ci fu una gimkana motociclistica alla quale era presente anche il dottor Giorgio Riccardo Zoboli, fu lui che mi avvicinò annunciandomi la prima edizione della Ballabio – Resinelli (correva l’anno 1961, ndr) proponendomi di fare da speaker… accettai, ovviamente, con grande entusiasmo, tant’è che venni richiamato anche nelle 9 edizioni successive”.

Da laorchese d’adozione qual è, Aloisio Bonfanti fece anche da cassa di risonanza per l’indomito e coriaceo Comitato SoS Lecco Ballabio, manipolo di laochersi che dal 1992 e per dieci anni consecutivi protestò e costrinse le istituzioni (Provincia, Regione e Anas in primis) a rimboccarsi le maniche per trovare un accordo con il quale realizzare la nuova Lecco – Ballabio (inaugurata poi nel febbraio del 2006).
“Storico fu il corteo del 2000 – ricorda Bonfanti – che partì dal Ponte della Gallina a Laorca e arrivò all’allora Circolo Bonfanti di San Giovanni, con un fiume di gente che prese parte alla clamorosa protesta organizzata dal Comitato”.

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Un giovane Aloisio Bonfanti mentre intervista l’atleta mandellese Piergiacomo Bonacina al termine della Camminata Manzoniana del 1973

Dai vecchi giornali, ai libri passando per la televisione e oggi che stiamo vivendo la rivoluzione digitale dell’informazione con i giornali cartacei in crisi, quale consiglio dà Aloisio Bonfanti ai giovani che si stanno avvicinando a questa professione? “Per fare il giornalista, ieri come oggi, ci vuole passione e, oserei dire, anche una certa vocazione. Per diventare giornalisti bisogna sacrificarsi, cercare di allacciare rapporti ovunque, darsi da fare. Per chi lavora nei giornali locali la cronaca della città la si vive non solo durante i grandi e sporadici eventi, ma anche e soprattutto nella quotidianità. Per questo è importante coltivare rapporti, perchè tutti possono essere fonte di notizie e di informazioni, e se uno entra in questa logica ecco che il lavoro diventa un divertimento e una gioia. Purtroppo oggi, in molti si affidano più alle ‘macchine parlanti’ piuttosto che recuperare rapporti diretti con le persone. Bisogna imparare a stare in mezzo alla gente e non affidarsi solo alle fonti ufficiali perchè molte informazioni e soprattutto molte notizie arrivano proprio dai rapporti che si riescono a costruire”.

E quando chiediamo ad Aloisio cosa gli ha lasciato il giornalismo, lui non ha dubbi: “Mi ha dato la possibilità di stare in mezzo e di imparare a stare con la gente diventato un cronista del popolo. Io mi trovo benissimo con la gente e prediligo gli eventi di piazza a quelli dei salotti, senza voler criticare nessuno, ma i rapporti diretti che nascono vivendo tra la gente laboriosa, e ce n’è ancora per fortuna, di una città come Lecco, li prediligo di gran lunga”.

E guardando al futuro? “Non ho progetti in cantiere, la crisi dell’editoria e della carta stampata si è fatta sentire – e a tal proposito aggiunge, concludendo – Se i giornali online non potranno essere battuti dai cartacei sul piano della tempestività e dell’immediatezza, sono convinto che la carta possa riprendersi il proprio spazio se saprà rinnovarsi e reinventarsi dando spazio ad approfondimenti e riattivando il confronto con i propri lettori”.