Ai Resinelli l’addio a Gigi Alippi: “Sapeva parlare con il cuore”

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PIANI RESINELLI – Al centro della piccola chiesa dedicata al Sacro Cuore, lassù ai 1.300 metri dei Piani Resinelli, la bara di Gigi Alippi. Sopra, un cuscino di fiori. E’ l’arancio la tonalità dominante, quella delle rose e delle gerbere. Ma anche il colore dei tulipani sull’altare.

Accanto alla bara il labaro dell’Associazione nazionale atleti olimpici e azzurri d’Italia , il gonfalone del Comune di Lecco listato a lutto e i gagliardetti dei Ragni e del Cai. Tra i banchi, “maglioni rossi” e gente di montagna di ieri e di oggi, uomini di sport , rappresentanti delle istituzioni ed esponenti dell’associazionismo lecchese.

 

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E’ monsignor Luigi Prandi, parroco a Vassena di Oliveto Lario e cugino del grande alpinista morto il lunedì dell’Angelo all’età di 80 anni, a presiedere il rito funebre. Al suo fianco il parroco di Abbadia Lariana, don Vittorio Bianchi, don Marco Conconi, parroco di Crebbio, la frazione di Abbadia nel cui cimitero Alippi riposerà per sempre, e don Agostino Frasson, responsabile della “Casa don Guanella” di Lecco.

E’ l’episodio della trasfigurazione il brano di Vangelo del rito eucaristico. E da lì inizia don Prandi per ricordare all’omelia suo cugino Gigi, guida alpina e “ragno” dal 1966. “Quella che precedette la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor fu una cordata mistica”, dice il sacerdote.

Le montagne, già, quelle che Alippi tanto amava, “dove arriva il primo raggio di sole e dove l’ultimo indugia alla fine della giornata”.

Il celebrante ricorda gli anni in cui, giovanissimo, d’estate saliva ai Resinelli. “Mi mandavano qui a fare il barista – afferma – e per dissuadermi dall’entrare in seminario. Avevo 20 anni e da Gigi ho imparato ad andare per boschi e il rispetto per la natura”.

“Mi portava a caccia con lui – aggiunge – anche se in verità la montagna non mi ha mai attratto particolarmente. Ma lui insisteva e mi parlava col cuore. Mi parlava del profumo delle cime e mi diceva che in montagna si sente più che in ogni altro luogo il bisogno di essere uniti. Sì, aveva un cuore generoso al di là del suo carattere burbero, critico e puntiglioso”.

 

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Don Luigi ricorda poi l’episodio di quando, nel 1961, durante la discesa dal Mc Kinley diede i suoi scarponi a Jack Canali, amico e compagno di spedizione, e con i soli calzettoni scese dal “campo 3” al “campo 2”. “Che bel gesto, quello del Gigi!”, sottolinea il sacerdote, che subito aggiunge: “Questo vuol dire essere veri cristiani”.

Legge anche alcuni passaggi della lettera che Alippi, di ritorno da quella stessa spedizione alla montagna più alta dell’Alaska, scrisse ai propri genitori. E poi un’altra lettera che l’alpinista indirizzò a sua moglie Aurora nel maggio 2012 in cui le chiedeva scusa, anzi perdono, per non averla lasciata accanto a sua mamma e alla sua Premana. “Sono egoista – scriveva il Gigi – e ti voglio vicina per sempre”.

Alla Comunione, dentro la chiesa risuonano le note del Signore delle cime. Fabio Palma, presidente dei Ragni, va al microfono e dice che le due grandi qualità di Alippi erano la tenacia e la forza. “E la tenacia – specifica – gliela leggevi negli occhi”.

Poi Giuseppe Orlandi, per tutti il “Calumer”, oggi presidente del Cai Ballabio, legge la preghiera dell’alpinista. E alla fine aggiunge, con la voce rotta dal pianto e rivolgendosi direttamente all’amico Gigi: “Vorrei fare con te ancora qualche racolata. Quante ne abbiamo fatte, ogni volta che ci incontravamo. Discutevamo anche animatamente, ma poi il giorno dopo ci si ritrovava e tutto, a cominciare dalla nostra amicizia, era come prima”. “Vorrei parlarti – dice ancora – ma non so come farlo, perciò ti dico, semplicemente, ciao”.

A indirizzare l’ultimo saluto ad Alippi è don Agostino Frasson. “Io di Gigi, ex allievo del “Don Guanella”, ho conosciuto soltanto il suo lato più tenero – dice il responsabile della comunità educativa lecchese – Ho conosciuto un uomo che quando arrivava al “Don Guanella” ritornava bambino e si commuoveva e che ai nostri ragazzi ha saputo comunicare l’esperienza di un nonno capace di parlare ai più piccoli”.

Dentro e fuori la chiesa sale alto l’applauso. E il feretro con le spoglie di Gigi Alippi lascia i Resinelli per raggiungere Crebbio.