“Anas ci deve un milione per danni, aspettiamo da 9 anni”

LECCO – “I danni causati verranno risarciti”, così dichiarava ai media locali l’allora commissario Anas, Francesco Bonparola, nominato dall’ex ministro Lunardi. Era il 2005 ma da allora i residenti di via Cimabue dei soldi non ne hanno vista nemmeno l’ombra.

Perlomeno quelli della palazzina al civico 20, la più colpita dai danneggiamenti strutturali che, come appurato dalle verifiche di entrambe le parti, sarebbero stati causati dai lavori per la galleria della Lecco-Ballabio, realizzata proprio sotto il viale.

Si tratta degli ultimi 114 metri del ben noto “lotto zero” del raccordo stradale per la Valsassina: un nome che evoca la vicenda travagliata di un cantiere che ha atteso ben 13 anni di stop prima di poter partire, così come la dura battaglia dei residenti per far valere i loro diritti.

A riaccendere i riflettori sul questione è Giambattista Bianco, titolare della “Penta Ufficio”, esercizio commerciale situato al pian terreno del condominio di via Cimabue: “Ho visto l’articolo riguardo al cantiere della Lecco-Bergamo, le rassicurazioni date ai residenti e la visita del ministro, gli incontri in Provincia, tutte cose che abbiamo vissuto anche noi a suo tempo. Eppure, nonostante le assicurazioni che ci sono state date, ci ritroviamo ancora con le crepe nei muri e la casa pendente”.

Danni che si sono manifestati con l’inizio delle trivellazioni (nell’ottobre del 2004) e ancora oggi evidenti: come stimato dall’ingegner Paolo Saluzzi, nella perizia di parte realizzata nel 2009, l’edificio penderebbe di ben 10 cm verso il lato strada, costringendo i residenti a vivere e dormire “in pendenza”; a causarne l’inclinazione sarebbe stato l’abbassamento delle fondazioni dovuti agli scavi della galleria.

Da qui anche la formazione di enormi crepe sull’edificio, danni alla fognatura intasata dalle iniezioni di cemento che avrebbero dovuto rinforzare il terreno, cantine allagate.

Attualmente mancherebbero ancora i sotto servizi e le acque nere sarebbero state collegate ad altre linee pluviali di emergenza, l’area dei garage resta puntellata con il soffitto coperto per il rischio che possano crollare calcinacci e alcuni box non sarebbero più usufruibili; porte che non si aprono, finestre che non si chiudono sono cose all’ordine del giorno a causa della pendenza dell’edificio e allagamenti continui nel piano del cantinato.

I danni stimati dal referente dei condomini ammontano a 1,6 milioni di euro ai quali va sommata la svalutazione dell’edificio, per una richiesta complessiva dei residenti di 1,8 milioni di euro contro i 1,19 milioni valutati da Anas. Una proposta accettata dal condominio nel dicembre del 2010 e nel luglio del 2011, dopo quasi un anno, ANAS ha inviato le bozze delle transazioni su propria carta intestata.

“Da quel momento in poi – spiega Gianbattista Bianco – né noi né i nostri avvocati hanno più avuto risposte da Anas, che ha iniziato a ribalzarci dall’ufficio di Milano a quello di Roma e viceversa. La galleria l’hanno finita e noi restiamo in una situazione precaria senza sapere se ci pagano oppure no. Abbiamo una strada che quando piove diventa un fiume e il Comune se ne frega della nostra situazione. Dov’è il sindaco Brivio? A Maggianico si è fatto vedere, così come hanno fatto prima di lui gli altri politici in via Cimabue. Ora, la Lecco-Ballabio è stata aperta e noi siamo ancora qui ad aspettare”.

Così, stanchi della situazione, i residenti si preparano ad affrontare la via giudiziaria, ricorrendo al tribunale. “Visto quello che ci è successo – conclude il titolare della “Penta Ufficio” – invitiamo i residenti di Chiuso, in vista degli scavi della Lecco-Bergamo, a rivolgersi a noi per ogni informazione che può essere utile. Di esperienza, ahimè, ne abbiamo fatta”.