Dario Brini contro il sindaco: “La peggior amministrazione di sempre”

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Dario Brini, presidente della Carpe Diem Calolzio

CALOLZIOCORTE – “Un sindaco deve essere capace, deve avere idee e soprattutto deve fare. Tutte caratteristiche che non appartengono a Cesare Valsecchi”.

Dario Brini

 

Non usa mezzi termini Dario Brini, la sua è una bocciatura senza appello. Presidente della Carpe Diem Basket, consigliere comunale per una decina di anni, Brini nel 1994 è stato il candidato sindaco della coalizione di Centrosinistra, sconfitto per una manciata di voti da Marco Avogadri. Oggi ha la tessera del Partito Democratico, la stessa del sindaco e di tanti componenti della giunta calolziese, ma non risparmia le critiche: “Io non sto zitto, questa è stata la peggior amministrazione di sempre”.

Al centro della discussione c’è la gestione delle strutture sportive comunali che vede Brini coinvolto in un contenzioso con il comune che si trascina da anni. La vicenda, negli ultimi quattro anni, ha avuto diversi risvolti e nei giorni scorsi ha visto protagonista anche l’Ac Calolzio a cui non è stata prorogata la gestione degli impianti (vedi articolo).

“Una situazione che era sbagliata in partenza – spiega Brini che in un primo momento aveva vinto il bando -. Il bando fatto nel 2014 formalmente era riservato alle associazioni sportive dilettantistiche e agli enti di promozione sportiva, ma di fatto era lo stesso bando che si può fare per la gestione di una qualsiasi opera pubblica. Il rapporto era puramente commerciale e in più si chiedeva alle associazioni sportive di costruire un nuovo campo di calcio e di realizzare l’impianto di illuminazione del campo intitolato a Marco Scola. Noi abbiamo fatto subito presente che c’era qualcosa che non andava: il bando  diminuiva complessivamente l’investimento del comune, non valorizzava il volontariato e il ruolo sociale delle attività sportive che venivano trattate alla stregua di attività con finalità di lucro. Nel bando, poi, era compresa la pulizia dei bagni pubblici in piazza del mercato che nulla hanno a che fare con l’attività sportiva. Era un tentativo di scaricare addosso alle associazioni tutte le responsabilità. Oltretutto inizialmente non mi ero accorto di un’altra norma: il comune chiedeva una fideiussione sugli investimenti che venivano fatti dalle associazioni sportive; per noi erano 300 mila euro”.

In questi 300 mila euro erano compresi sostanzialmente la costruzione del nuovo campo e lavori di efficientamento energetico delle strutture sportive, ossia il palazzetto del Lavello e la palestra della scuola primaria del Pascolo: “Decidiamo di partecipare al bando, Carpe Diem come capofila assieme a Polisportiva Foppenico e Pallavolo Sala. In pratica tutti gli sport principali erano rappresentati. Non dimentichiamo che nel 2014 venivamo da 15 anni di gestione durante i quali avevamo già fatto circa 60 mila euro di investimenti”.

La Carpe Diem partecipa, ma quando arriva al punto di definire la situazione per passare al contratto il comune è irremovibile sui 300 mila euro della fideiussione: “Non ci consentivano nemmeno di scomputare 40 mila euro di investimenti fatti nel periodo tra la vittoria del bando e la firma del nuovo contratto e cioè la sostituzione degli impianti di illuminazione al palazzetto del Lavello e alla palestra del Pascolo; lavori che hanno consentito un notevole risparmio al comune in tutti questi anni. Senza contare che al Pascolo l’impianto era fuori legge visto che non c’erano le luci di emergenza, mentre al Lavello non funzionavano”.

Brini, quindi, decide di abbandonare la gestione: “In un incontro con il sindaco Valsecchi e il vice sindaco Tavola, però, mi viene garantito che quanto già investito mi sarebbe stato riconosciuto e, a novembre 2015, mi viene fatta una proposta transattiva intorno ai 40 mila euro che noi accettiamo. Le cose, però, si protraggono, il comune riduce la cifra a 30 mila euro, perciò nel dicembre 2016 decido di mandare al sindaco una lettera aperta alla quale non ho mai ricevuto una risposta”.

Dario Brini è amareggiato: “Quando il sindaco ha annunciato la ricandidatura sono saltato sulla sedia. Prima di tutto sono un cittadino di Calolzio e se c’è una cosa che non posso accettare è di essere trattato a pesci in faccia. Ho una certa esperienza amministrativa e posso dire che mai nella storia della città sono stati toccati livelli così bassi. Questa amministrazione non ha mezza idea, vive nel limbo, come gli ignavi. Ho solamente una certezza: che il prossimo sindaco di Calolzio sarà meglio dell’attuale perché così male non si poteva fare. Nello sport avrebbero potuto valorizzare l’associazionismo, dare una mano a società che prima di tutto hanno un ruolo sociale. Invece sono riusciti a scontentare tutti. C’è una politica diversa: è quella del fare. Da questa situazione si poteva uscire, ho mandato al sindaco diverse richieste di incontro, tutte cadute nel vuoto oppure, se ci si incontrava, non parlava”.

Una critica aspra per una situazione che non è disposto ad accettare: “Stiamo parlando di questioni che in altri comuni sono routine. Ritengo che la leadership può averla chi possiede competenze e capacità. E’ necessario essere capaci di ascoltare e capire. Essere amministratore significa fare, magari sbagliando, ma bisogna muoversi. Da cittadino avrei voglia di sapere dove finiscono i soldi che verso con le mie tasse. Qualcuno è in grado di dirmi una sola opera realizzata da questa amministrazione?”