‘Ndrangheta, l’antimafia sequestra le quote di otto società

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Sequestro milionario di quote societarie ad un soggetto vicino all’ndrangheta residente a Vercurago

Per la DIA è un “soggetto pericoloso” con un “curriculum criminale ultratrentennale”

VERCURAGO – La Direzione Investigativa Antimafia, su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria, ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni nei confronti di un soggetto residente a Vercurago. Il sequestro ha riguardato posizioni finanziarie e quote azionarie relative a 8 società informatiche aventi sedi legali in Milano, Roma e Canton Ticino (CH) attive nel campo del settore delle scommesse e lotterie.

Le società interessate dal provvedimento, spiegano gli inquirenti, risultano capitalizzate complessivamente per oltre 6 milioni di euro e nell’ultimo biennio hanno conseguito volumi d’affari complessivamente per oltre 15 milioni di euro.

“La misura cautelare ablativa – spiegano dalla DIA di Milano – giunge all’esito di approfondite indagini patrimoniali delegate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti dell’intero nucleo familiare del soggetto. Quest’ultimo è stato ritenuto socialmente pericoloso sulla base di un curriculum criminale ultratrentennale iniziato nel 1988 durante il quale oltre a riportare numerose condanne per reati predatori (associazione per delinquere, ricettazione, rapine e furti anche di auto di lusso) è risultato gravemente indiziato di appartenere a una cosca mafiosa di matrice ‘ndranghetista”.

L’uomo risulterebbe infatti “già indagato nell’ambito di pregressa operazione antimafia coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, che nel luglio 2016 aveva portato all’arresto di 40 soggetti affiliati e contigui alla ‘ndrangheta” spiegano ancora dalla DIA.

Per gli investigatori l’indiziato è “ritenuto partecipe nel favorire l’attività imprenditoriale del sodalizio criminale quale socio occulto in alcune aziende al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione. Ulteriori indizi di reità sono emersi dall’analisi svolta dalla D.I.A su numerose segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che hanno messo in luce i collegamenti fra tre società di giochi e scommesse riconducibili all’indagato e alla criminalità organizzata”.

“La ricostruzione della situazione economico-finanziaria dell’intero nucleo familiare – proseguono gli inquirenti – ha evidenziato che i beni sequestrati oggi dalla D.I.A sono stati acquistati, costituiti, capitalizzati ed alimentati in costanza di sperequazione rispetto ai redditi dichiarati. Sulla base del compendio probatorio sono altresì emersi indizi sufficienti per ritenere quei beni il frutto o il reimpiego delle attività illecite del prevenuto. Inoltre sussistendo motivi di particolare gravità, con il medesimo provvedimento il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto nei confronti dello stesso l’applicazione provvisoria dei divieti previsti dal codice antimafia con cui in sintesi viene inibito al proposto di ottenere tra l’altro licenze o autorizzazioni di polizia e di commercio”.