Calolzio. Il commosso addio a Giorgio Frigerio: “Eri il papà invincibile”

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Il mondo della boxe ha salutato il suo Maestro

“Trattavi tutti noi pugili come se fossimo tuoi figli”

CALOLZIOCORTE – “La prima volta che ti ho conosciuto ho visto subito la tua passione per il pugilato, passione che riuscivi a tramettere a tutti. Trattavi tutti noi pugili come se fossimo tuoi figli”. Con la voce rotta dalla commozione hanno voluto ricordarlo così i suoi pugili, tutti con quella felpa della Boxe Fri.Ma.S. indossata mille volte in palestra o prima di un incontro.

Tanti gli occhi lucidi che spuntavano dai volti coperti dalle mascherine questa mattina, nella chiesa di Calolziocorte, dove è stato celebrato il funerale di Giorgio Frigerio, conosciutissimo Maestro di boxe scomparso martedì scorso per un malore improvviso. Il grazie dei suo giovani è stato il saluto più bello: “Ci capivi con uno sguardo, eri un punto di riferimento e sarà dura andare avanti senza di te. Sei una persona insostituibile e non possiamo fare a meno di te. Ora Maestro Giorgio insegna il pugilato anche lassù, so che sarai sempre con noi. Grazie di tutto Maestro“.

Al ricordo dei suoi pugili si è unito anche quello di suo figlio Alessio: “Ora so cosa vuol dire perdere un papà. Tu sai quanto vuoto e dolore ho dentro. Per me eri un papà invincibile: eri andato spesso in ospedale, ma eri sempre tornato a casa. Martedì scorso ho capito subito che questa volta c’era qualcos’altro. Sono entrato in camera tua ed eri lì che dormivi nella tua solita posizione, ti ho chiamato, ti ho detto di svegliarti e siccome tu eri il mio papà invincibile ci ho sperato, ma questa volta è stato troppo forte anche per te. Ad ogni ricorrenza ti scrivevo una lettera, le ho messe tutte lì con te, ma ieri sera ne ho scritta un’altra, te l’ho messa nella tasca, forse la leggerai o forse no… ma sappi che avrei dato la mia vita per te. Grazie di tutto, ciao papà”.

In tanti hanno detto addio al maestro di boxe e di vita Giorgio Frigerio: “La nostra vita è proprio come una fiamma: quando soffia un vento più impetuoso purtroppo si spegne – ha detto il parroco don Giancarlo Scarpellini -. Riflettevo sulla sua attività di allenatore di boxe, San Paolo usa la figura dell’allenamento sportivo come simbolo della nostra vita e anche noi dobbiamo combattere contro il male e l’egoismo. E allora la nostra vita diventa una continua boxe contro il male che ci attornia”.

Un grande applauso ha accompagnato il feretro all’uscita dalla chiesa, un ultimo gesto per ringraziare un uomo che, in punta di piedi, è stato capace di lasciare un segno profondo.