Calolzio. L’addio a Laura, volontaria dell’oratorio: “Sei stata la mamma di tutti”

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Tanta commozione per l’addio a Laura Paola Cattaneo scomparsa a 66 anni per una malattia

“Diego, Paolo, Frida e Lara grazie d’aver prestato vostra mamma ai nostri figli nei giorni che hanno trascorso in oratorio”

CALOLZIOCORTE – Tanta commozione oggi pomeriggio, venerdì, per l’ultimo saluto a Laura Paola Cattaneo.

“A Pasqua ho sentito al telefono Laura, briosa come sempre, anche in quel momento. La sua voce era squillante nonostante la fatica che stava vivendo e il male che stava provando. Mercoledì non mi aspettavo quella telefonata mentre ero con i cresimandi in piazza San Pietro a Roma”.

E’ stato proprio Don Matteo Bartoli, coadiutore della parrocchia del centro, a celebrare il funerale di Laura Paola Cattaneo, volontaria dell’oratorio scomparsa a 66 anni al termine di una malattia.

In tanti hanno riempito la chiesa di Calolziocorte per dire addio a una persona capace di lasciare un segno nella comunità.

“Laura l’ho sentita sempre vicina a me, all’oratorio, alla sua chiesa. E’ stata tra le prime persone che ho incontrato quando sono arrivato a Calolzio 11 anni fa. Don Roberto (che ha concelebrato il funerale, ndr) mi stava accompagnando a vedere le varie cose quando l’abbiamo incontrata. C’è stato sempre un rapporto intenso, che è cresciuto nel tempo, fatto di presenza, di umile servizio. Bastava chiedere e lei c’era. E poi l’esperienza delle vacanze estive in montagna con i ragazzi con cui stava molto volentieri: era capace di valorizzarli e, quando c’era bisogno, di ‘bacchettarli’. E’ stata una mamma che non si è mai persa d’animo anche nelle difficoltà vissute con la sua famiglia, ha sempre tenuto duro grazie al suo legame forte con Tiziano: vi abbiamo sempre visto insieme e questo è un bell’esempio”.

E poi un accenno alla malattia contro cui ha lottato fino all’ultimo: “La sua malattia l’ha sempre un po’ condivisa con tutti, non aveva problemi a raccontare il suo percorso. Cercava conforto dalle altre persone e chiedeva sempre una preghiera. Una malattia che ha combattuto fino alla fine, non si piangeva addosso. La sua preoccupazione più grande era per quelli che sarebbero rimasti. Ricordatevi di ciò che è stata Laura, del tempo vissuto con lei, fate diventare quel ricordo un punto di ripartenza. E’ più facile a dirsi che a farsi ma il Signore penso che oggi ci suggerisca questo”.

Il ricordo della famiglia

E’ stato proprio uno dei suoi figli a ricordare la mamma dall’altare: “Chi è Laura? Una moglie devota, con un amore profondo per suo marito che non ha mai vacillato ma l’ha reso sempre più forte. Legame inscindibile che li ha accompagnati per 50 anni della loro vita. Mamma di quattro figli, Diego, Paolo, Frida e Lara, ma in realtà mamma per tutti: amorevole e buona, ma sempre pronta a bacchettare quando necessario. Una nonna con un affetto smisurato per i suoi due nipotini, Matteo e Chiara, in cui si leggeva negli occhi la gioia ogni volta che li vedeva. Cugina e amica del cuore, sempre in prima linea nel sopportare nei momenti difficili e pronta ad ascoltare le problematiche di tutti. Ogni singolo gesto fatto col cuore e mai con secondi fini. Cristiana nell’anima, la sua fiducia nel Signore l’ha accompagnata fino agli ultimi momenti della sua vita. Questa è Laura: moglie, mamma, nonna, cugina, amica, cristiana, buona, onesta, gentile, caritatevole, umile, misericordiosa e soprattutto una donna forte che ha sopportato una dolorosa malattia senza un lamento, con compostezza e semplicità disarmante. Hai detto a tutti ‘ti voglio bene, ricordalo’ e noi tutti ora ti ripetiamo ‘ti vogliamo bene ricordalo, sarai sempre nei nostri cuori’. Ciao mamma, ciao nonna”.

Il ricordo di una amica

“Conosco Laura da sempre lei era una delle ragazze di mia zia Marinella alla Legler ma ho deciso di scrivere cosa Laura è per i miei ragazzi. Vi posso assicurare che tutte le mamme i cui figli sono andati in questi anni in campeggio possono raccontare aneddoti sulla bontà di Laura. Diego, Paolo, Frida e Lara grazie d’aver prestato vostra mamma ai nostri figli nei giorni che hanno trascorso in montagna con il don, grazie d’averla fatta prima arrabbiare un po’ così lei è stata pronta con i nostri figli a prevenire le loro marachelle. Sono sicura di una cosa: in paradiso sarà ad asciugare le lacrime di nostalgia o a rincorrere qualcuno che non indossa la felpa quando fa un po’ freschino perché ha appena smesso di piovere”.